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"Io, medico, devo studiare 5 anni in più per lavorare al pronto soccorso. Altri sono entrati subito: è gravissimo"

La denuncia (e le proposte) di una 29enne aretina, frequentante la scuola di Medicina di emergenza-urgenza, che critica l'ingresso nei pronto soccorso della Toscana di dottori senza specializzazione per far fronte alla mancanza di personale: "Quali garanzie per i pazienti?"

"Sono laureata in Medicina e ho deciso di imboccare la strada della specializzazione dell'emergenza-urgenza, per lavorare nel 118 e al pronto soccorso. Un lavoro duro, stressante, che richiede concentrazione e sacrificio, perché non ci sono orari. Per il quale ci vuole una formazione adeguata. Mi chiedo: come è possibile che la Toscana e le Asl della Regione abbiamo dato il via libera all'ingresso nei pronto soccorso di dottori senza specializzazione?"

150 giovani dottori per i pronto soccorso della Toscana

Maria Luisa Ralli ha 29 anni, è nata ad Arezzo e sta completando la sua formazione a Firenze, in una delle tre scuole di medicina di emergenza-urganza della Toscana (le altre sono a Siena e Pisa). E' la presidentessa del Cosmeu, il Coordinamento Specializzandi in Medicina d'Emergenza-Urgenza, e parla a nome di tutti. La scelta toscana per far fronte alla carenza di personale ai pronto soccorso non è affatto piaciuta.

Ad Arezzo, Siena e Grosseto ne spettano 36

"In quanto specializzandi - continua - ci dispiace che non sia garantito al cittadino un servizio adeguato. E' molto grave, perché si sta tornando indietro. La scuola è nata esattamente 10 anni fa, nel 2009, proprio per far fronte all'esigenza di formare adeguatamente i medici sull'emergenza-urgenza, 118 e pronto soccorso". Quest'anno l'accesso alla specializzazione in Medicina in Italia è stato riservato a 8mila neolaureati, il concorso è stato tentato da oltre 18mila. Per l'emergenza-urgenza i posti a disposizione erano circa 450.

La Asl promette nuovo personale specializzato

"Certamente c'è stato un errore di programmazione - continua - quando è stata creata questa specializzazione e l'incremento di quest'anno è sicuramente un buon traguardo, seppure in ritardo rispetto alle carenze prospettate". Resta pertanto l'emergenza e, secondo gli specializzandi, quella individuata in Toscana non è la soluzione del problema. "In due mesi non si può diventare professionisti del pronto soccorso. Noi specializzandi facciamo un investimento sulla nostra formazione, studiamo cinque anni in più per diventare medico d'urgenza".

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Lavoro usurante?

E poi, una considerazione. "Quello di medico d'emergenza - conclude Maria Luisa (foto sotto) - non è un lavoro particolarmente appetibile, per via dei turni, dei festivi obbligatori, delle otto notti al mese. Chi sceglie questo percorso sa che occorre lavorare 365 giorni l'anno, con una copertura di 24 ore al giorno, per percepire uno stipendio come gli altri specialisti dell'ospedale".

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Le proposte

In conclusione - dice Maria Luisa - è necessario fermare qualsiasi forma di canali formativi paralleli, locali e regionali non standardizzati a livello nazionale; per colmare le carenze dei medici nei pronto soccorso, c'è la possibilità su base volontaria, solo per gli specializzandi dell’ultimo anno, di fornire prestazioni occasionali tipo gettonista extra-orario formativo, per non inficiare sulla qualità della formazione. L’aumento straordinario per i prossimi anni dei contratti di formazione specialistica in funzione della capacità massima della rete formativa, per eliminare definitivamente il fenomeno dell’imbuto formativo e ripristinare una corretta programmazione. Infine, urge il miglioramento delle condizioni lavorative ed economiche per il personale medico del Sistema Sanitario Nazionale, specie per le aree critiche come medicina d'emergenza-urgenza con il riconoscimento dello status di lavoro usurante. 

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