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Nata per il Valdarno (e per Arezzo), Podere Rota è diventata la "pattumiera" di Firenze? I dati del 2016

Delle oltre 264mila tonnellate di rifiuti di quell'anno solo il 37% sono urbani della Toscana Sud (Arezzo), il resto sono urbani fiorentini (23%) e speciali (quasi il 40%) senza indicazione di provenienza. Negli ultimi tempi il ritmo di conferimento e la frazione fiorentina sono però calati

E' il giorno della seconda udienza dell'inchiesta pubblica sul futuro della discarica di Podere Rota. La prima non è stata soddisfacente per molte delle parti in causa, su tutte i sette sindaci del Valdarno che si oppongono al progetto di ampliamento. Un piano che l'inchiesta pubblica cercherà di passare al setaccio.

Tra gli elementi di maggior discussione riguardo alla discarica, che fa parte oggi di un impianto gestito dalla società mista pubblico-privata Csai Spa (60% è in mano ai Comuni, tra cui Terranuova Bracciolini per buona parte, poi Castiglion Fibocchi, Loro Ciuffenna, Laterina, Cavriglia, Montevarchi, Castelfranco di Sopra, Pieve Santo Stefano, Subbiano, Caprese Michelangelo e 40% Sta Spa come riportato sul sito aziendale), negli anni, c'è stata anche la provenienza dei rifiuti che qui vengono conferiti. La struttura, nata originariamente per soddisfare le esigenze del Valdarno, è diventata poi punto di riferimento per l'intera provincia di Arezzo, per quanto riguarda il conferimento dei rifiuti urbani, ovvero la spazzatura domestica. Oggi rientra tra gli impianti nelle disponibilità dell'Ato Toscana Sud (Arezzo, Siena, Grosseto), in cui il servizio raccolta è affidato a Sei Toscana. Pertanto, prioritariamente, Podere Rota serve la provincia di Arezzo, ma può essere messa a disposizione anche delle altre province, laddove ci sia la necessità. C'è però poi una frazione di rifiuti urbani che arriva direttamente dall'area fiorentina. Non solo, un'aulteriore frazione è rappresentata da "rifiuti speciali", ovvero non urbani, ma scarti di produzione di industrie e aziende non pericolosi.

Gli ultimi dati a nostra disposizione sulla composizione dei rifiuti conferiti a Podere Rota risalgono agli anni 2016 e 2017, ottenuti dall'allora consigliere regionale e oggi sindaco di San Giovanni Valdarno, Valentina Vadi, a seguito di una richiesta all'Ato rifiuti Toscana Sud.

L'anno 2017 non è completo ( i dati sul conferimento arrivano alla fine di novembre), mentre il 2016 sì: in quest'ultimo caso la frazione di rifiuti speciali arriva quasi al 40% (39,7% per l'esattezza) con 104.798 tonnellate sul totale di 264.108 conferite. Rifiuti provenienti dalla Toscana per lo più, non necessariamente dall'Aretino, ma potenzialmente da ogni parte d'Italia. C'è poi una quota del 37,2% circa che riguarda i rifiuti urbani, trattati preliminarmente oppure no, che arrivano dall'Ato Toscana Sud, ovvero quelli, si suppone in gran parte, della provincia di Arezzo. C'è infine una quota che sfiora 1/4 del totale che arriva dall'area fiorentina: il 23,1%. Sono rifiuti di Aer (che gestisce un'area ridotta comprendente i comuni di Londa, Dicomano, Reggello, Pontassieve, Pelago, Rufina e San Godenzo) e Alia (che copre i ben più vasti territori di Empoli, Prato e il resto di Firenze).

"Di quelle oltre 264mila tonnellate del 2016 e delle 258mila registrate nei primi 11 mesi del 2017 - spiega Valentina Vadi - oggi ne sono rimaste di meno. A quel ritmo la saturazione sarebbe arrivata ad inizio 2021. Il conferimento nell'ultimo anno e mezzo, invece, è stato sensibilmente ridotto, certamente è sotto le 200mila tonnellate annue, in questo modo la capacità della discarica verrà protratta nel tempo, arrivando ad esaurimento alla fine del 2021 oppure anche agli inizi del 2022. Contestualmente si è ridotta anche la quota in arrivo dall'area Fiorentina".

Il primo cittadino di San Giovanni è tra i sostenitori della chiusura di Podere Rota all'esaurimento degli attuali volumi: "Il sito è nato alla fine degli anni Ottanta per lo smaltimento dei rifiuti urbani - prima del Valdarno e poi di Arezzo - e dal 2011 con il primo accordo interambito tra Ato Sud ed Ato Centro la discarica di Podere Rota ha garantito lo smaltimento dei rifiuti urbani dell’area fiorentina in attesa della realizzazione dell’impianto di Case Passerini, mai realizzato. L'accordo aveva una finalità solidaristica tra territori, ma così non ha più senso, va soltanto a scapito del Valdarno. L'ampliamento è infatti per rifiuti speciali non urbani", argomenta Vadi.

Va detto che il territorio su cui la discarica si trova riceve una compensazione economica, chiamata "disagio ambientale" per lenire le ripercussioni della presenza del sito: odori sgradevoli, il via vai di camion che conferiscono i rifiuti e altri effetti collaterali, "come la presenza di gabbiani in centro a San Giovanni - dice Vadi - che provoca problemi di ordine sanitario, perché questi uccelli trasportano cibo trovato nella discarica sui tetti di scuole e abitazioni". Negli anni sono arrivati milioni di euro a Terranuova Bracciolini, Comune che ospita sul suo suolo la discarica; recentemente è stato siglato un accordo con il Comune di San Giovanni per la cessione del 10% del "disagio ambientale", vista la vicinanza di Podere Rota all'abitato sangiovannese. "La discarica non è nel nostro comune, ma l'impatto maggiore lo subisce il nostro abitato. In ogni caso, vogliamo la chiusura, della quota di rimborso per disagio ambientale - conclude Vadi - ne facciamo volentieri a meno".

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