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Il borgo fantasma torna a vivere: Castelnuovo dei Sabbioni vince il maxi bando Pnrr da 20 milioni

Premiato il progetto del comune di Cavriglia per il recupero dello storico paese abbandonato, segnato da una storia travagliata. Fu il set del film "Ivo il tardivo". Tornerà a chiamarsi "Castelnuovo in Avane"

Una notizia straordinaria per la provincia di Arezzo: un progetto del territorio si è infatti aggiudicato il maxi bando Pnrr della Regione Toscana da 20 milioni di euro per la rigenerazione dei borghi. Ha vinto la proposta del Comune di Cavriglia, che aveva candidato il borgo abbandonato di Castelnuovo dei Sabbioni, un paese ricco di fascino che si affaccia sul lago di San Cipriano, uno dei paesi fantasma più intriganti della Toscana. Ha alle spalle una storia travagliata, dall'eccidio nazista del '44 allo spopolamento per rischio crolli.

Abitato di origini medievali, nei secoli è arrivato a contare anche cinquecento e più abitanti. Oggi non ci vive più nessuno: c’è solo un museo, funzionante, realizzato all’inizio degli anni Duemila dalla Regione e dedicato alle miniere. E proprio l’escavazione della lignite, nella seconda metà del Novecento, è stata causa del progressivo spopolamento. Il minerale serviva ad alimentare le vicina centrale termoelettrica di Santa Barbara e l’Enel espropriò il paese. Altri sei abitati furono rasi al suolo. Poi le miniere nel 1994 si esaurirono e l’azienda cedette il paese al Comune. Ma nessuno vi è tornato ad abitare. Castelnuovo, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, era stato poi segnato da una strage: settantaquattro persone inermi furono fucilate nella piazza del paese dai nazisti.

Il bando rigenerazione borghi

Il bando di rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio abbandono e abbandonati da 20 milioni di euro è stato voluto dal Mibact con i fondi del Piano nazionale di ripartenza e resilienza, stanziati dall'Europa in risposta alla crisi pandemica e pubblicato dalla Regione Toscana. La vittoria di Castelnuovo è stata annunciata idal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani questo pomeriggio nel corso di una conferenza stampa. La Regione dopo un'attenta disamina, tra 42 candidati, ha scelto proprio il progetto di recupero del Comune di Cavriglia che punta al rilancio ed all'intera riqualifica del borgo. Entro il 2026 quindi a Castelnuovo in Avane, come tornerà a chiamarsi, sorgeranno due musei, spazi pubblici rigenerati, giardini, luoghi della memoria, residenze turistiche come un albergo diffuso, residenze private e specializzate, una casa dell'arte contemporanea, residenze per artisti, botteghe commerciali ed artigianali, abitazioni dedicate al social housing ed ai giovani.

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Il dettaglio del restauro e il commento di Giani

Saranno restaurate le case e ricostruiti gli immobili che il tempo e gli scavi minerari hanno danneggiato. Ci saranno interventi di edilizia sociale per riportare famiglie e giovani nel borgo. Si pensa a botteghe per artigiani e per giovani artisti, in modo da farlo vivere, e ad anche un albergo diffuso in un luogo che ha tutte le carattestiche per attrarre turisti, con una vista bellissima tutt’attorno, il lago su un lato e l’affaccio verso il Chianti, a due passi dalla ciclopista dell’Arno che risale verso Gaiole. Il borgo è circondato da altre emergenze culturali e il recupero si inserisce all’interno di una più vasta strategia territoriale che prevede anche la riqualificazione ambientale dell’ex area mineraria, in corso di progettazione con la collaborazione di Enel.

"Tra i quarantaquattro borghi che hanno partecipato all’avviso – sottolinea Giani – Castelnuovo è quello che maggiormente rispondeva ai criteri individuati dal Ministero. Inoltre il fatto di avere un proprietrio unico, il Comune, semplificherà la realizzazione degli interventi necessari alla sua riqualificazione”. “Sarà un modo – conclude il presidente – per risarcire la ferite provocate dalla guerra e dalla sfruttamento delle miniere”.

Il commento del sindaco

“E' una soddisfazione storica e immensa – ha detto il sindaco di Cavriglia Leonardo Degl'Innocenti o Sanni -; la Regione Toscana, che ringrazio nella persona del Presidente Eugenio Giani, ha premiato un progetto di recupero a cui lavoriamo da ormai molti anni. Fin dal lontano 2003 infatti il borgo è divenuto di proprietà pubblica e lavoriamo alacremente alla ricerca di bandi e finanziamenti per rilanciarlo. Castelnuovo in Avane rinascerà con il suo antico nome, la rinascita di questo paese rappresenta la rinascita di un'intera comunità che ha patito le tragedie delle stragi nazifasciste e l'esilio forzato dovuto alle attività estrattive della lignite. Oggi è un giorno storico per la nostra gente, che segna una nuova svolta epocale per la nostra vita”.

castelnuovo chiuso-2Castelnuovo chiuso

La soddisfazione di Ceccarelli e De Robertis 

“Con la scelta del borgo di Castelnuovo in Avane, nel comune di Cavriglia, la Giunta decide di premiare non solo un luogo fisico, ma la storia e soprattutto il significato che questo luogo di rinascita e recupero hanno per la memoria del Valdarno e della Toscana. Si premia infatti – spiegano Vincenzo Ceccarelli e Lucia De Robertis, consiglieri regionali Pd aretini - l’attenzione per un territorio che ha deciso di investire anche sulla propria memoria,  va infatti ricordato che il borgo di Castelnuovo si è spopolato prima per l’eccidio nazifascista del 1944 e poi per l’attività estrattiva della lignite. Storie che hanno segnato la vita di questo territorio e che oggi trovano memoria nel nucleo storico del paese che ha resistito all’azione del tempo e degli uomini ed è oggi lo scorcio che ritrae il vecchio Borgo, in parte recuperato e restaurato negli anni dal Comune che ne è diventato proprietario dopo la vendita di Enel e ne ha fatto la sede del Museo della Miniera e del Territorio. E’ importante dunque questo finanziamento perché riscatta il silenzio fisico e surreale che circonda oggi questo borgo, offrendo concrete prospettive di riscatto, nella speranza che presto possa ripopolarsi con le voci di nuovi abitanti nel solco della storia di questa terra”.

La storia di Castelnuovo dei Sabbioni

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Il cratere "lunare"

E’ un paese abbarbicato ad una roccia da secoli nel cuore della Toscana, con una storia unica in Italia. L’antico borgo abbandonato di Castelnuovo dei Sabbioni, nel comune di Cavriglia, un tempo conosciuto come Castelnuovo in Avane (come tornerà a chiamrsi), era un castello antichissimo, ricostruito più volte nei secoli. Durante la sua lunga e dolorosa storia, sono innumerevoli e sanguinosi gli episodi che lo hanno contraddistinto: su tutti una terribile strage messa in atto dai Pazzi nel 1267, che massacrarono gli abitanti maschi della rocca e un altro eccidio, nello stesso punto, avvenuto il 4 luglio 1944 durante la seconda guerra mondiale, questa volta per mano nazista, che vide cadere 74 uomini e che nel suo complesso portò via la vita a 192 civili nel comune. La storia di Castelnuovo però non è solo intrecciata alle guerre ed alle stragi, ma anche all’estrazione di un carbonfossile povero, la lignite xiloide, la cui coltivazione venne avviata a metà ottocento e mutò la storia del paese e del territorio. Per cento anni lo scavo venne effettuato in galleria e garantì lavoro anche a 5.000 maestranze contemporaneamente. Poi, dal 1956, nell'ottica di far ripartire l'Italia dopo lo sconvolgimento e le penurie della guerra, il progetto Santa Barbara avviò lo scavo della lignite a cielo aperto e in circa 40 anni, 450 milioni di metri cubi di terra furono sbancati da Enel, titolare della concessione per estrarre carbone. Furono demoliti paesi, case, chiese e un castello, ed anche Castelnuovo, sull'orlo del cratere lunare venutosi a creare durante gli scavi, ormai rischiava di franare.

L'abbandono e Ivo il Tardivo

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Un frame di Ivo il Tardivo

Così l’intero abitato venne ricostruito in un’altra area vicina, Camonti e Castelnuovo, dopo secoli di storia, fu progressivamente evacuato e definitivamente abbandonato alla fine degli anni settanta. Per quasi vent'anni Enel lo recintò per motivi di sicurezza impedendovi l'accesso a chiunque, nel 1995 il regista Alessandro Benvenuti ci ambientò il film Ivo il Tardivo e nel 2003 il Comune di Cavriglia decise di acquistare le rovine del paese abbandonato ma mai dimenticato, con l'intento di recuperarlo.

Così Castelnuovo divenne per intero di proprietà pubblica e a partire dal 2006 iniziarono i primi interventi di recupero: realizzazione nel 2012 del Museo Mine che racconta le vicissitudini di questo territorio e costruzione della Casa della Memoria, negli ultimi anni, che ha l'obiettivo di raccontare gli eccidi nazifascisti. Il resto del borgo versa ancora in condizioni di degrado e abbandono e rischia di crollare. Oggi, però, quello che fino a qualche tempo fa sembrava solo un sogno, immenso, di vederlo rinascere, si avvererà.

Immagini fornite dal Comune di Cavriglia

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