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Giovedì, 18 Aprile 2024
Il caso pendente / Giotto / Via Antonio Gramsci

Piscina comunale ancora aperta, dalla Prefettura: "Ci stiamo lavorando". Ghinelli chiede approfondimenti all'Asl

Da fine agosto i gestori hanno annunciato che non rispettano la normativa sul green pass. Non lo chiedono agli utenti (adesso è obbligatorio quello rafforzato) e alcune sanzioni hanno riguardato loro stessi perché presenti sul luogo di lavoro

"Il procedimento amministrativo è aperto, ci stiamo lavorando". Così fanno sapere dalla Prefettura di Arezzo in merito al caso della piscina comunale i cui gestori non richiedono il green pass agli utenti come previsto dalla normativa. Tanto più adesso che per accedere a piscine e centri natatori come quello di viale Gramsci, secondo il Dpcm entrato in vigore l'8 gennaio, serve di mostrare la certificazione verde rafforzata frutto della vaccinazione completa oppure di una guarigione dal Covid avvenuta entro i sei mesi precedenti. In poche parole non si può più entrare con un tampone negativo entro le 48 ore. Per recarsi in piscina inteso come luogo del proprio lavoro, sotto i 50 anni, serve ancora il green pass base, mentre dal 15 febbraio entra l'obbligo vaccinale per chi ha più di 50 anni.

La condizione del palazzetto del nuoto di Arezzo sembra complicarsi, ma al momento non ci sono provvedimenti di chiusura o di altro tipo. L'autorità che ha in mano la questione è quella prefettizia da quando nel mese di ottobre si è compiuto l'iter previsto dalla normativa in vigore, con tre sanzioni consecutive emesse nei confonti del titolare, il gestore della piscina comunale.

In merito alcune novità sono arrivate dalle dichiarazioni del sindaco Ghinelli rilasciate a Radio Fly: "Ho parlato con il prefetto nei giorni scorsi, ha il potere di chiudere chi gestisce la piscina perché non si attiene a una normativa nazionale dopo 60 giorni dall'ultima sanzione" ha spiegato. Una scadenza che pare superata da alcuni giorni. "Ma - ha aggiundo il sindaco - in una delle sanzioni c'è un difetto di forma che ha impedito di procedere." Cosa sarebbe successo? Secondo i ben informati nel momento della terza verifica nella quale è stata staccata la terza multa il gestore, il legale rappresentante Walter Magara, non era presente nella struttura della piscina e così si è dovuto attendere affinché il tutto si perfezionasse in base al giorno di notifica dell'atto allo stesso titolare. Se così fosse sarebbe solo questione di pochissimo tempo.

Gli altri scenari

"Come sindaco ho la responsabilità della sanità pubblica, ma per emettere un'ordinanza ho bisogno di documentazione a supporto da parte dell'Asl. Ho richiesto all'azienda sanitaria di sapere se l'attaule condizione di mancato rispetto della normativa sul green pass possa aumentare il rischio sanitario all'interno della piscina. Se mi risponderanno in tal senso non esiterò a fare un'ordinanza di chiusura" ha aggiunto il sindaco nelle dichiarazioni di oggi.

E la possibilità di una revoca della convenzione tra il Comune di Arezzo e la società che gestisce il palazzetto del nuoto? Come è noto l'accordo è figlio del processo con cui la piscina è stata costruita, cioé il project financing che ha come conseguenza un contratto a lunga scadenza e pieno di cavilli burocratici. Di conseguenza pare che non possano bastare 3 sanzioni amministrative per inquadrare gravi inadempienze tali da poter risolvere la convenzione. Diverso invece lo scenario che si prospetterebbe anche per l'amministrazione se le tre sanzioni provocassero la chisura dell'impianto per il nuoto e si avesse una interruzione grave di un servizio da parte della struttura comunale.

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