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Dieci persone con sindrome di down in consiglio comunale. Obiettivo: migliorare la cittadinanza attiva

Seduta speciale in programma per lunedì 4 febbraio alle 16. L'assessore alle pari opportunità: "io e il sindaco saremo presenti per ascoltare e per affermare un principio di inclusione in ambito istituzionale"

Un consiglio comunale davvero speciale e inclusivo quello che si svolgerà lunedì 4 febbraio alle 16. Lo ha voluto l’assessore alle pari opportunità Tiziana Nisini e fra i banchi siederanno una decina di persone con sindrome di down, accompagnate da Enrico Gasperini, un educatore della sezione di Arezzo dell’Associazione italiana persone down, una delle 51 diffuse in Italia.

L'assessore alle pari opportunità Tiziana Nisini: “io e il sindaco saremo presenti per ascoltare e per affermare un principio di inclusione in ambito istituzionale. Questi ragazzi ci sottoporranno le loro problematiche ma, sono certa, anche idee che ci potranno servire per portare avanti l'attività amministrativa. Incontreremo persone con un grande senso di praticità e che vivono con il sorriso nonostante le difficoltà quotidiane. Ed è sempre positivo mettersi a confronto, da amministratori, con chi può insegnarti tanto nel superamento degli ostacoli”.

“Tanti gli argomenti all’ordine del giorno che vorremmo affrontare durante questa occasione di dialogo con le istituzioni – ha sottolineato Maruska Stopponi, coordinatrice delle attività educative della sezione di Arezzo della Aipd. Un esempio concreto di cittadinanza attiva è l’obiettivo che ci proponiamo. Dai semafori sospesi, come può essere quello all’incrocio tra via Garibaldi e via Porta Buia, che possono generare confusione nelle persone con disabilità intellettiva, ad altri in cui ci si può trovare contemporaneamente con il verde per i pedoni e per le macchine. Quest’ultimo caso credo che costituisca un pericolo anche per i non disabili, figuriamoci per chi ha più difficoltà a mantenere l’attenzione su due fronti. Dalle proposte per aumentare la qualità di vita indipendente, soprattutto alla luce della legge sul dopo di noi, agli aspetti lavorativi. So bene che il lavoro non è competenza del Comune ma parlarne ci offre lo spunto per dare un ritratto completo delle esigenze e delle prospettive di questi ragazzi”.

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