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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità Rigutino

Pecore uccise dai lupi, lettera del proprietario alle autorità: "Intervenite, avvistati anche in un parco giochi"

Nella lettera anche la risposta a quanto dichiarato dal Wwf di Arezzo. Bruni ha intrapreso azioni legali nei confronti dell'associazione animalista

Marco Bruni, proprietario delle pecore morte dopo un attacco di lupi a Rigutino, ha scritto una lettera alle autorità per chiedere un intervento per risolvere quello che dalla popolazione è vissuta come un'emergenza, legata alla presenza, sempre più vicina alle abitazioni, dei lupi. La missiva è indirizzata al Prefetto Maddalena De Luca, alla vice presidente della Regione Toscana Stefania Saccardi, al presidente della Provincia Alessandro Polcri e al sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli.

La vicenda è stata in parte raccontata nei giorni scorsi da Luciano Rosini, fratello dell'uomo deceduto un anno fa e che aveva incentivato la presenza delle pecore anche perché non poteva più occuparsi del manto erboso dell'appezzamento di terra.

Adesso Marco Bruni, che di fatto era il proprietario delle pecore, interviene facendo riferimento anche alla presa di posizione pubblica del Wwf che, nel voler spiegare come sarebbe possibile una convivenza pacifica con i lupi nelle frazioni aretine come quella di Rigutino, aveva posto dei dubbi circa le modalità di tenuta delle pecore stesse. Tanto che la famiglia di Bruni ha dato mandato a un avvocato di fiducia di intraprendere azioni legali perché, spiega alle autorità "le nostre pecore stavano invece in una proprietà privata, chiusa e recintata con recinzione metallica, i rilievi della USL e dei Carabinieri Forestali hanno constatato la corretta gestione delle pecore e non hanno rilevato infrazioni a nostro carico."

Nella lettera Bruni spiega come sia proseguita l'idea del parente deceduto, di tenere le quattro pecore, scelte di razza autoctona appenninica, e di come siano state accudite all'interno di uno spazio di proprietà recintato. "Da questa necessità è nata una passione enorme verso questi animali, che si sono rivelati particolarmente affettuosi e docili. Anche mio figlio, che ha 10 anni, si è innamorato di questi 4 animali, ai quali ha dato dei nomi di persona, non essendo, tra l’altro destinate all’alimentazione: Carolina, Margherita, Camomilla e Alberto. Le nostre 4 pecore, in poco tempo, sono diventate una vera e propria attrazione “paesaggistica”, in quanto il terreno è confinante con una strada molto transitata da ciclisti e camminatori, spesso con i cani al seguito, questi di sovente si soffermano a guardare le pecore al pascolo, alcuni ogni tanto gli portano anche qualche carota. Sto coniugando al presente, ma in realtà dovrei farlo nella forma passata, perché da domenica scorsa tutto questo non sarà più possibile."

Da qui parte invece il racconto di come i lupi siano così presenti nella zona.

"Da mesi ormai i lupi si sono accasati intorno alle residenze delle frazioni di Rigutino, Frassineto, Policiano e Vitiano, arrivando anche al centro abitato di Castiglion Fiorentino, inutili sono stati i tentativi di attenzionare le istituzioni, verso quello che stava diventando un problema grave. Adesso siamo andati oltre. Questi selvatici stanno predando non solo la fauna autoctona, ma anche gli animali da cortile e pure quelli domestici, le notizie circa l’uccisione di oche, pecore, cani e quant’altro si susseguono quotidianamente. Gli avvistamenti sono la prassi e tre giorni fa c’erano due lupi in un parco giochi di una zona residenziale di Rigutino, sono stati anche filmati. Molte di queste aggressioni non vengono denunciate perché le autorità non intendono mettersi contro le campagne diffamatorie dei sedicenti animalisti, oppure perché per un’oca non si mettono a chiamare i Carabinieri Forestali. Anche per i numerosi cani uccisi non si va oltre la pubblicazione dell’accaduto su Facebook, in ogni caso ci sentiamo rispondere “Abbiamo segnalato l’accaduto”. La popolazione è esasperata e non manda più i propri figli in giro a giocare (e siamo in campagna!), soprattutto non porta neanche più i cani a passeggio. La questione è stata scientemente ignorata e sottovalutata, forse per opportunità politica e per assecondare i cosiddetti animalisti, ma questi animali che assediano le nostre case non sono i lupi del Parco delle Foreste Casentinesi quelli convivono da millenni con l’uomo, tenendosi il più lontano possibile dal suo “radar”, di contro chi vive in quelle zone, consapevole della presenza dei lupi, si attrezza in modo adeguata, invece questi canidi “confidenti” sono un costante pericolo per la popolazione e per gli animali domestici che questi detengono. Che cosa potrebbe succedere se in seguito all’ennesima aggressione dei lupi nei confronti di animali domestici, una persona si frapponesse per difenderli? Cosa fa si che un lupo comprenda che un bambino in un giardino (quindi di taglia paragonabile ad un cane), non è cibo? È solo una questione di livello di fame di uno di questi lupi e di opportunità di predazione, potrebbe accadere."

Domenica mattina poi la drammatica scoperta di quanto accaduto alle pecore.

"Mentre ero a tavola a fare colazione con mia moglie, una vicina ci ha telefonato perché c’era una pecora morta sotto casa mia (a 30 metri dalla finestra di un bagno). Ci siamo precipitati fuori e c’era un disastro, uno spettacolo raccapricciante, Carolina sembrava esplosa, i suoi brandelli erano sparsi ovunque, Margherita invece giaceva sul fianco sgozzata ma senza essere stata mangiata, nella parte inferiore del terreno c’era Alberto, sventrato ma anche lui non mangiato. Mia moglie piangeva, suo zio correva da una carcassa all’altra incredulo, mia suocera era con le mani nei capelli ed io sono rimasto pietrificato, per fortuna che mio figlio ancora dormiva. Questa è la “vita di campagna” in questi tempi, per tutto il giorno sono venuti amici e vicini a vedere il disastro, lungo la rete un capannello di persone c’è stato fino al buio. Ho cominciato a telefonare ed ho attivato il Dipartimento di Prevenzione della USL ed i Carabinieri Forestali, sono stati fatti i rilievi del caso, constatata la predazione e rilevate le impronte. Il veterinario della USL ci ha detto che per un atto del genere, con molta probabilità non si è trattato della predazione di un singolo lupo, ma di un gruppo. Lo stesso veterinario ha disposto che avrei dovuto smaltire le carcasse presso un centro specializzato e che avrei dovuto poi inoltrare la relativa documentazione dell’avvenuto smaltimento, mi ha però accennato che avrei potuto richiedere il risarcimento del danno da predazione alla Regione Toscana, per il tramite di uno dei sindacati. Ho dovuto invece constatare che, pur avendo un codice stalla e detenendo degli esemplari regolarmente dichiarati e bollati, non mi spettava nulla perché sono un privato cittadino sprovvisto di partita IVA agricola. Quindi le istituzioni, che nulla hanno fatto per tutelare le persone, gli animali e le proprietà dalle aggressioni dei lupi, impongono al cittadino anche gli oneri dello smaltimento delle carcasse."

 Per tutti questi motivi Bruni chiede un intervento urgente delle istituzioni. "Questa è la situazione nella campagna aretina, un luogo dove l’unico predatore presente da sempre è stata la volpe, un animale per il quale è previsto il contenimento tramite la caccia e che, nonostante la pressione venatoria è ben lungi dall’essere in pericolo di estinzione. È necessario intervenire rapidamente e con decisione, l’incidente a carico anche delle persone può accadere in qualsiasi momento. Vi ringrazio per l’attenzione e vi chiedo di intervenire in questa emergenza."

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