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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità San Giovanni Valdarno

La panchina rossa con il numero del centro anti violenza

L’intervento sulla panchina dei giardini delle vaschine nel quartiere Ponte alle Forche a San Giovanni Valdarno

In occasione della Giornata internazionale dei diritti della donna, il gruppo di progetto cittadini attivi -Angeli del Bello Sgv ha ristrutturato una panchina colorandola di rosso per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche, oltre che le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto, in molte parti del mondo. L’intervento sulla panchina dei giardini delle vaschine nel quartiere Ponte alle Forche è stato svolto in sinergia con il coordinamento I ponti, con la collaborazione della Consulta per le pari opportunità e con il patrocinio del comune di San Giovanni Valdarno. I volontari dell’associazione sangiovannese, presenti sul territorio con molteplici progetti, hanno ripreso le loro attività all’aperto nel rispetto della situazione pandemica e delle normative a contrasto della malattia da Covid 19. Con la bella stagione sono tante le attività pianificate dagli Angeli, tutte mirate a migliorare e tutelare il decoro ed arricchire il tessuto sociale del Comune sangiovannese.

Progetto cittadini attivi dichiara: "Abbiamo aperto la campagna di tesseramento 2021 e siamo felici di vedere che la nostra progettualità riscuote il plauso dei nostri concittadini. Oltre alle attività come i Camminpulendo e il sostegno alla Rsa cittadina, il 2021 ci vedrà ampliare il nostro operato sia in ambito di decoro urbano che in ambito sociale e per questo invitiamo i sangiovannesi a venire a conoscerci, a sostenerci e a partecipare alle nostre attività."

L’assessore alle pari opportunità Laura Ermini del Comune di San Giovanni Valdarno dichiara: “Nel 2014 l’artista Karim Cherif in collaborazione con alcune associazioni il cui intento era promuovere una campagna a livello territoriale contro la violenza sulle donne, ha dipinto la prima panchina di rosso con due grandi occhi, di donna, specchio dell’anima. La panchina cambiava così la sua funzione di oggetto, diventando un simbolo architettonico pieno di significato, un monito visibile e permanente per i cittadini, contro la violenza sulle donne. Le panchine rosse sono state pensate e sono diventate allora simbolo di rifiuto della violenza nei confronti delle donne. Un segno permanente di memoria e speranza che diffondendosi nelle nostre città ricordano a chi passa, con il loro colore rosso sangue, che le donne vengono ancora uccise dalla violenza degli uomini e riportano il numero nazionale antiviolenza 1522 perché oltre che un momento di riflessione vogliono essere uno strumento per indicare, a chi ne avesse bisogno, come iniziare un percorso di fuoriuscita dalla violenza. Solo quarant’anni fa, nel 1981, veniva abolito con la legge 442/81 il delitto d’onore che prevedeva pene più clementi per i reati di omicidio e lesioni personali commessi a causa d'onore. L’abolito articolo 587 prevedeva infatti la pena della reclusione da tre a sette anni per chi uccideva il coniuge, la figlia o la sorella "nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia". Pene più lievi in quanto se picchiavi una donna lo facevi “per lei”, la stavi correggendo. Oggi l’obiettivo è di continuare a sensibilizzare e focalizzare l’attenzione su questo fenomeno, per cercare di sconfiggere questa piaga sociale. Una sensibilizzazione che deve essere fatta ogni giorno, con la partecipazione di tutti: rappresentanti di Enti, Istituzioni, partiti politici, associazioni e cittadini. Perché nel corso degli anni le donne hanno fatto grandi conquiste ma ancora le attendono numerose battaglie tra le quali la più importante: quella di non essere più oggetto e vittima della violenza degli uomini, confondendo l’odio con l’amore.”

La presidentessa della Consulta per le pari opportunità del Comune di San Giovanni Valdarno dichiara: “La violenza dell’uomo sulla donna è un atto discriminatorio e di violazione dei diritti umani”. Sono diversi anni ormai che mi trovo a ripete e commentare questa frase, in ogni occasione che mi si presenta e non me ne stancherò mai. Oggi un a nuova bella panchina rossa si mostra alla cittadinanza di San Giovanni V.no con una vesta nuova, una veste simbolica importante: questa panchina rossa, insieme a tutte le altre nel nostro Comune, ma anche a tutte le altre sparse per il mondo a partire dalla prima nell’ormai lontano 2014, rappresenta un monito, ha la funzione di attrarre lo sguardo di chi passa, di richiamare in modo immediato l’attenzione. Ci impone la sua fondamentale presenza per ricordarci l’atrocità di questo fenomeno. La violenza di genere scaturisce fondamentalmente dalla impossibilità dell’uomo maltrattante di gestire la presenza della donna come essere umano autorevole e degno di uno status proprio che la caratterizzi come donna. In una civiltà umana guidata dal sapere oggettivante della scienza anche la donna viene troppe volte vissuta come oggetto e come tale idealizzata, perché in tal modo più facilmente “controllabile”, “gestibile”, “addomesticabile” per tutti quegli uomini che riescono a concepire l’essere umano femminile solo come inevitabilmente minoritario rispetto a quello maschile. L’uomo maltrattante non riesce a porre la donna in una posizione paritaria e si sente nella possibilità di agire su di lei tutta quella potenza fisica che la natura gli ha donato. Ecco perché il simbolo della panchina rossa, insieme a molti altri, forse primo fra tutti quello della Campagna delle Scarpe Rosse diventa così fondamentale: il ricordo di quello che è già avvenuto può diventare un monito e motivo di riflessione e crescita per tutti noi e per le generazioni future rimanendo impresso nella realtà quotidiana oltre che nella nostra memoria. Fare qualcosa per combattere il fenomeno della violenza di genere è possibile se partiamo da riflessioni e azioni come queste e se tutti ci impegniamo con gesti simbolici efficaci per sensibilizzare al riconoscimento della violenza come fatto culturale, sociale e non soltanto individuale."

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