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Otto milioni per ripristinare Montedoglio. L'analisi di Ance e l'impegno di Nencini: "Lavori entro l'anno"

Otto milioni di euro per ripristinare i tre conci crollati e per migliorare la soglia sfiorante dello scarico di superficie nel suo complesso. E' questa la stima che Ance Arezzo, per conto di Confidustria Toscana del Sud, ha calcolato per il...

Otto milioni di euro per ripristinare i tre conci crollati e per migliorare la soglia sfiorante dello scarico di superficie nel suo complesso.

E' questa la stima che Ance Arezzo, per conto di Confidustria Toscana del Sud, ha calcolato per il recupero completo dell'invaso di Montedoglio.

Nel proprio rapporto "Monitoraggio 2017 sulle infrastrutture strategiche nel territorio della provincia di Arezzo", Ance fa il punto circa la situazione riguardante una delle strutture più importanti per l'economia, l'agricoltura e per il contenimento del rischio idrogeologico.

Secondo quanto riportato dall'associazione nella propria analisi:

"L'Eaut (Ente acque umbro toscano, gestore della struttura di Montedoglio) ha trasmesso il progetto esecutivo alla direzione generale dighe presso il Mit. I tempi si sono notevolmente allungati perché è stato necessario un riesame progettuale dopo gli eventi sismici del 2016 che hanno interessato il Centro Italia. Il progetto dell'importo complessivo di circa 8 miliardi di euro non riguarda solo il ripristino dei tre conci crollati ma anche il miglioramento della soglia sfiorante dello scarico di superficie nel suo complesso. E' prevedibile l'appalto dei lavori entro i prossimi due anni, al termine l'invaso di Montedoglio potrà riprendere la piena funzionalità per l'uso plurimo delle acque e la regolazione delle portate di massima e di minima dell'asta fluviale del Tevere".

Il crollo del muro portante dello sfioratore della diga di Montedoglio è avvenuto il 29 dicembre del 2010 nel momento in cui erano in corso le operazioni finali di collaudo strutturale con un volume d'acqua invasato di 150 milioni di metri cubi. L'invaso da allora ha una autorizzazione per arrivare fino a 90 milioni di metri cubi. La sua massima portata è di 120 milioni e potrà avvenire solo quando sarà stato riparato il muro di conci collassato.

Il viceministro Riccardo Nencini, lo scorso 1o marzo, ha indicato anche una scadenza per Montedoglio e la Valtiberina. L’obiettivo infatti è adesso quello di aprire i cantieri nel corso di quest’anno. Tutto ruoterà attorno alla questione dell’assegnazione dei lavori: in caso di nuovo incarico alla precedente ditta esecutrice, si auspica l’avvio delle opere entro luglio 2018; in caso contrario, si dovrà procedere con l’assegnazione tramite bando, passaggio che prolungherebbe di un anno esatto le operazioni.

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