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Le reazioni

Morto al lavoro, i sindacati: "Tragedia inaccettabile, servono più controlli nelle aziende e formazione continua del personale"

Dalla Cgil alla Cisl, al mondo dell'associazionismo, a quello politico. Tante le reazioni alla tragedia che si è consumata ieri mattina a Bibbiena alla Mariotti Calcestruzzi dove è morto un operaio caduto dentro un frantoio per materiali inerti destinati all'edilizia

Cosa è accaduto ieri mattina nel frantoio per inerti della Mariotti Calcestruzzi? Perché con una ipotetica scivolata Francesco Brenda è potuto cadere all'interno del macchinario? I sistemi di sicurezza erano presenti e usati correttamente? Sono tante le domande alle quali servono risposte per fare chiarezza sulla morte dell'operaio esperto mentre si trovava al lavoro nell'azienda alla Nave di Bibbiena. Gli inquirenti ieri sono stati sul posto per acquisire gli elementi necessari. Ci sono stati anche alcuni delegati sindacali. 

E proprio dai segretari generali di Cgil e Cisl arrivano reazioni a quanto accaduto.

"Una tragedia assurda - commenta Alessandro Tracchi neo segretario della Cgil di Arezzo - stiamo osservando che con la ripresa produttiva e la più intensa attività industriale stanno provocando incidenti e morti. E' una questione di formazione, di informazione dei lavoratori, dei loro ritmi di produzione, della velocità che fa dimenticare le buone norme e le procedure di sicurezza. Nel caso specifico dovrà essere chiarito come sia possibile che l'operaio sia caduto all'interno del frantoio per inerti. Ma è certo che tutte le parti in causa devono alzare l'asticella della sicurezza sia dal punto di vista della prevenzione, con la formazione continua e la verifica delle informazioni in possesso dei lavoratori sulla pericolosità dei cicli produttivi, sia con controlli serrati. In provincia di Arezzo osserviamo un percorso rallentato che dovrà ricevere invece nuovo impulso dal tavolo che avevamo organizzato in Prefettura e che aveva portato alla fimra di un protocollo. Credo che servano azioni mirate nelle singole aziende, ognuna per le sue peculiarità. Infine penso che sia fondamentale la presenza sindacale in azienda che possa portare alla definizione dei rischi e i possibili miglioramenti dei sistemi di sicurezza."

“Non possiamo più tollerare morti sul lavoro - dichiara Silvia Russo che guida la Cisl aretina - 55 tragedie  accertate in Toscana nel 2021, di cui 3 nel territorio aretino. Quella di oggi è un ennesimo colpo alla credibilità dell’impegno complessivo delle istituzioni per la sicurezza sul lavoro. Far cessare il vergognoso stillicidio degli infortuni gravissimi e mortali deve diventare priorità per tutti, non solo per il sindacato. Occorre in questo campo investire ‘senza se e senza ma’: accordi, buone prassi, prescrizioni normative inderogabili, controlli e verifiche serrate, sanzioni quando necessarie e premi (non solo in sconto tariffa Inail) quando si raggiungono obiettivi quantificati e rilevanti in prevenzione. Occorre inoltre educare i lavoratori a non fidarsi in modo assoluto della propria esperienza e confidenza con i macchinari. E’ poi necessario cambiare l’obiettivo di far prevalere il profitto a tutti costi, la produttività si raggiunge meglio quando si lavoro in sicurezza e concentrazione. Tutta la Cisl si unisce al dolore della famiglia esprimendo il proprio cordoglio."

Anche dalla Filca Cisl di Arezzo intervengono Serafino Marino e Gilberto Pittarello: "Crediamo che ogni possibile controllo, debba dare risalto a quanto previsto dal Testo Unico in materia di salute e sicurezza sui posti di lavoro. Crediamo che nessuno debba puntare il dito su qualcuno, ma si debba verificare se quanto disposto dalle normative in materia di sicurezza, così come previsto dal piano operativo di sicurezza e di valutazione del rischio sia stato effettivamente osservato. Chiediamo solo che gli enti ispettivi, da qui e in futuro, in relazione al tipo di attività lavorativa, come in questo caso estremamente pericolosa, verifichino che quanto appreso attraverso i corsi di formazione professionale svolti dai lavoratori e dai datori di lavoro venga da tutti osservato con estrema attenzione. Solo allora potremmo definire quanto successo una tragedia. Questa è la motivazione che ci porta a sottolineare l’importanza della formazione, anche più volte ripetuta, in quanto unico strumento indispensabile per aumentare la soglia di attenzione per chi lavora e riuscire a diffondere quella ‘cultura della sicurezza’ che farà evitare in futuro di trovarci in situazioni come queste dove, al di là delle responsabilità, esiste ad oggi una famiglia distrutta dal dolore, senza più un padre e senza più un marito, ora più che mai economicamente bisognosa che, per un tragico fatto successo, non potrà più avere il proprio caro."

La notizia è rimbalzata fino alle cronache nazionali e non sono mancate le reazioni sindacali da parte dei rappresentanti regionali. 

Giulia Bartoli, segretaria generale Fillea Cgil Toscana ha focalizzato la situazione in cui si trova il settore dell'edilizia:

“Un’altra giornata nera sul fronte della sicurezza sul lavoro, in particolare nel settore dell’edilizia. Un’altra giornata inaccettabile, di dolore e rabbia. In attesa delle conclusioni degli enti competenti sulla dinamica di questi incidenti sul lavoro, non si può non allargare lo sguardo sulla situazione del settore dell’edilizia: nel 2021, periodo, gennaio-novembre, gli incidenti sul lavoro sono cresciuti del 22% rispetto allo stesso periodo del 2020 (2369 contro 1940). In particolare, novembre 2021 segna un +64% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (2369 infortuni contro 188). Tra 2021 e 2020 sono aumentati gli incidenti anche tra le fasce di età più giovani: la ricerca spasmodica di personale, in questa fase di ripresa del settore, fa peccare in sicurezza, formazione e prevenzione. La troppo fretta nell'usufruire dei bonus fiscali, la scarsità di strutture adeguate, il poco tempo per la formazione e i ritmi di lavoro sono un mix esplosivo. E’ importante che, nell’utilizzo delle risorse e degli incentivi pubblici, si selezionino le imprese serie che rispettano le regole, non quelle che nascono dalla mattina alla sera: occorrono più filtri nell’accesso alle risorse, ne va della sicurezza sul lavoro, della legalità, della corretta applicazione dei contratti.  La politica deve porsi il problema, così come deve porsi quello dell’esigenza di maggiori controlli e ispezioni nei cantieri, bene le nuove assunzioni di ispettori ma in questa fase di boom del settore bisogna attivare delle task force urgentemente”.

Anche Simona Riccio, segretaria generale della Filca Cisl Toscana aggiunge che “E’ necessario aprire urgentemente un tavolo con la Regione e le parti sociali di settore sulla sicurezza sul lavoro, perché fermare la strage sul lavoro si può e si deve. Le imprese devono acquisire coscienza che investire in salute e sicurezza sul lavoro, non è un costo, bensì un investimento per l’impresa stessa. La cultura della sicurezza è la cultura del lavoro e non può essere fine a stessa ma va integrata in un sistema di qualificazione delle imprese e di partecipazione dei lavoratori con la formazione continua. Per questo proponiamo la ‘patente a punti’ che escluderebbe dal mercato le realtà nelle quali si verificano più incidenti, premiando così le aziende virtuose che rispettano le regole della sicurezza sui luoghi di lavoro. Inoltre Inail, Inps, Asl, Ispettorati, Rlst, Enti Bilaterali devono fare sempre più rete sulla sicurezza, in un momento in cui il settore delle costruzioni sta conoscendo una grande crescita grazie ai vari incentivi, il momento è adesso perchè crescita, buona occupazione e sicurezza vanno di pari passo.”

“Esprimo il cordoglio dell’Unione generale del lavoro alla famiglia dell’operaio che ha perso la vita per le gravissime lesioni riportate dopo essere caduto in una tramoggia presso un’azienda di calcestruzzo a Bibbiena, in provincia di Arezzo. Un ennesimo dramma sul lavoro che non può essere tollerato o derubricato a mera fatalità. Siamo in presenza di una vera e propria strage che non è degna di un Paese civile. Chiediamo alle istituzioni nazionali e locali di intervenire per intensificare i controlli soprattutto nei settori più esposti a rischio infortuni. È fondamentale, inoltre, rafforzare la formazione e la cultura della sicurezza sul lavoro per prevenire simili tragedie. La manifestazione dell’Ugl ‘Lavorare per vivere’ ha l’obiettivo di porre l’attenzione dell’opinione pubblica e del Governo sul fenomeno in atto per ribadire ancora una volta basta stragi sul lavoro". Lo hanno dichiarato in una nota Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl, e Giuseppe Dominici, segretario regionale Ugl Toscana.

Dal mondo politico è arrivato il cordoglio di Vincenzo Ceccarelli, capogruppo Pd in Regione: "Purtroppo dobbiamo ancora una volta fare i conti con una tragica morte sul lavoro. Non è più tollerabile, occorre fermare questa strage quotidiana, fare tutto il possibile affinché chi si rechi sul posto di lavoro, lo faccia in sicurezza e possa tornare a casa alla fine del suo turno. Alla famiglia dell’operaio Francesco Brenda, esprimo il cordoglio e la vicinanza mie personali e di tutto il gruppo Pd in Consiglio regionale". 

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