Olio nuovo già pronto, Dindalini: "Raccolta precoce ma qualità e quantità buone"

Quest'anno l'olio nuovo nell'Aretino si gusterà con netto anticipo. Ma non sarà l'unica particolarità: l'oro verde delle campagne della provincia lo assaggeremo sotto ai raggi di un insolito sole novembrino. Perché il caldo di queste ultime settimane ha contraddistinto ormai anche la raccolta delle olive: basti pensare che a fine ottobre già tre quarti della produzione è stata raccolta. I frantoi, nonostante i timori legati alla complessa congiuntura economica e all'impennata dei costi e delle bollette, si sono fatti trovare pronti. 

"L'annata è andata bene - spiega Massimiliano Dindalini direttore della Confederazione italiana degli agricoltori - con una resa mediamente più alta rispetto agli altri anni e una qualità molto buona. La mosca non ha creato problemi: le alte temperature l'hanno scongiurata. E la quantità riesce a far recuperare qualcosa sui costi". 

La grande incognita di quest'anno, infatti, sono stati proprio i costi di produzione, che hanno rischiato di frenare l'attività: "Il rovescio della medaglia - spiega Dindalini - è infatti legato al balzo del costo per la molitura. Se fino allo scorso anno ammontava a 16, 17 euro al quintale, quest'anno è lievitato e va dai 22 ai 24 euro. E così per ogni litro di olio ci ritroviamo costi per la molitura pari a 1,50 euro". 

A salvare l'annata dunque è stata proprio la qualità: "La settimana di pioggia che si è avuta a fine estate è stata salvifica: dove non si sono avuti danni per il maltempo le olive si sono maturate bene e in anticipo".

E il prezzo al consumatore? "Il range va dai 15 ai 18 euro al litro - prosegue Dindalini - anche se ci sono casi in cui la vendita arriva a 20 euro. Il problema è sempre la concorrenza degli olii a basso costo: si trovano in vendita anche a 4 euro al litro. Ma non parliamo di qualità: in questi casi è pessima". 

La testimonianza: "L'olio di Fraternita e la raccolta precoce"

Che l'annata sia andata bene lo confermano molti produttori. A partire dalla Fraternita dei Laici, "anche se - spiega il primo rettore Pier Luigi Rossi - la siccità e le alte temperature che hanno colpito il nostro territorio da maggio a settembre hanno determinato cali  delle produzioni molto differenziate ma comunque sensibilmente migliori rispetto all'annata precedente". 

Nelle scorse settimane è iniziata la raccolta: "Le rese sono state pari a 12,8 % (ogni quintale di olive ha prodotto 12,8 kg di olio) - spiega Rossi - , nei prossimi giorni si procederà la raccolta nei 24 ettari di oliveto (pari a oltre 5000 piante) aziendale effettuando la molitura più volte a settimana al fine di ottenere la massima qualità. Per  quanto concerne i costi di raccolta negli ultimi anni sono aumentati ed è aumentata anche  la difficoltà di reperire la manodopera necessaria. Questi costi incidono molto sul costo del prodotto toscano arrivando, per la sola raccolta, anche a 8,10 euro per ogni chilo di olio prodotto. Se consideriamo inoltre che l'aumento dei costi energetici porterà ad un aumento sensibile dei costi di molitura (fino a 5 euro /qle)  e dei contenitori per l'olio  (+ 30%) non dobbiamo stupirci che un prodotto di qualità biologico locale debba costare almeno 15/18 euro al litro per remunerare il produttore".

I problemi del settore

Restano però le problematiche di un settore in affanno: "In Toscana - conclude Dindalini - gli olivi sono sempre più abbandonati. Ci sono iniziative, come quella del comune di Castiglion Fiorentino, che promuovono l'"adozione degli olivi". Ma sono opere che fanno bene soprattutto al paesaggio, perché non bastano per sostenere l'attività imprenditoriale. Perché i costi sono sempre più alti e i rischi sono molteplici. Per gli olivicoltori sono tempi duri".