Odori molesti, Aisa: "Siamo attenti, ma intollerabili le minacce ai nostri dipendenti"
"Abbiamo dovuto aumentare il sistema di sicurezza dopo quello che è accaduto" spiegano da Aisa. Questa mattina il tema è stato affrontato anche in consiglio comunale con le interrogazioni di Marco Donati e Alessandro Caneschi e la risposta dell'assessore Sacchetti
Ancora odori molesti, ancora segnalazioni e il disagio dei cittadini torna ad occupare il dibattito pubblico anche con le interrogazioni dei consiglieri comunali all'assessore Sacchetti. Ma in ordine d'importanza oggi c'è una dichiarazione ufficiale di Aisa che mette in parte in dubbio alcune segnalazioni dei cittadini e soprattutto denuncia un clima ostile nei confronti dei dipendenti dell'impianto di San Zeno che l'azienda raccconta siano "bersaglio di offese e minacce gravissime", tanto è stato innalzato il livello di sicurezza istituendo "anche un costoso servizio di vigilanza".
Gli odori e le segnalazioni, Aisa: "Ci sono incongruenze"
"Da alcuni giorni si legge negli organi di informazione e nei social che, come ogni anno, con l’arrivo dell’estate si ripresenta il problema degli odori molesti in alcune frazioni ed in varie zone del Comune di Arezzo. Considerato che alcune persone individuano nel polo tecnologico di San Zeno la causa degli odori che avvertono, anche quando risiedono a diversi chilometri di distanza da San Zeno, l’Azienda informa che da oltre 10 mesi sono in corso controlli in regime di auto-tutela secondo i protocolli previsti dalle migliori tecniche disponibili. I controlli hanno evidenziato alcuni aspetti decisamente importanti. Come già detto verranno ulteriormente potenziati i biofiltri per investimenti complessivi di circa 1,2 milioni di euro. Questo per abbassare ulteriormente il carico odorigeno anche se esso è già ben inferiore ai limiti di legge. Controlli sono stati effettuati anche esternamente e nelle frazioni in orari sia diurni che notturni e con particolare attenzione ai luoghi da dove venivano segnalati problemi. Sono state verificate le segnalazioni e sono emerse numerose incongruenze sia per la tipologia di odore riscontrato, sia per il luogo (a km di distanza dall’impianto), sia per i venti (che spesso soffiavano in direzione opposta), sia per il fatto che l’impianto a volte era fermo e in manutenzione, oppure perché contemporaneamente alle segnalazioni si stavano svolgendo nell’impianto di recupero rifiuti di San Zeno gite scolastiche, scuole di cucina, convegni per medici o altri professionisti, visite di delegazioni internazionali senza che nessuno dei presenti subisse molestie olfattive. Possiamo serenamente affermare che l’insieme delle segnalazioni e dei riscontri è a dir poco caotico e genera dubbi sulla veridicità di moltissime segnalazioni che paiono più una sorta di “catena di S. Antonio” di carattere multimediale."
Il malcostume dei falò di sfalci
"Dai controlli è emerso un malcostume diffuso, ovvero l’abitudine di alcuni scellerati di bruciare, anche di sera in ora tarda, sfalci, potature, plastiche e altro. Si coglie l’occasione per ricordare che i fuochi liberi di sfalci, potature, cartoni e plastiche producono diossine, anidride carbonica e monossido di carbonio ed hanno il caratteristico odore acre che prende la gola e fa arrossare gli occhi, oltre ad essere spesso causa di incendi. Ben diverso dall’odore del compost o concime organico che dir si voglia, caratteristico e riconoscibile, che non genera alcun pericolo se non un fastidio, di breve durata, nelle immediate vicinanze del luogo dove è stato appena distribuito. Non compete all’azienda fare altre valutazioni e quindi si è a disposizione delle Autorità per quanto esse vogliano richiedere."
Le minacce e gli attacchi ai lavoratori Aisa
"Resta però il fatto che l’Azienda e tutti i suoi dipendenti da tempo sono continuo bersaglio di offese e minacce gravissime. Tali offese e minacce vengono sempre dalle stesse persone, spesso sono associate a immagini violente con armi di varia natura, arti marziali e animali aggressivi. Per difendere l’incolumità dei propri dipendenti l’Azienda ha dovuto istituire anche un costoso servizio di vigilanza. Un continuo stalking che va avanti da mesi nei confronti dei lavoratori di Aisa Impianti come se essi fossero dei “delinquenti” anziché ottimi professionisti che da più di vent’anni custodiscono e migliorano costantemente la sicurezza ambientale di un impianto a tecnologia complessa, senza il quale l’intera provincia di Arezzo sarebbe in emergenza rifiuti, con danni ambientali ed economici rilevantissimi. Da ultimo si ricorda che l’Impianto è presente dal 1999, quindi prima di molte realtà abitative ed industriali insediatisi successivamente."
Il tema in consiglio comunale
Due le interrogazioni sugli odori che si diffondono nella zona compresa tra le frazioni di Chiani, Le Poggiola, San Giuliano, San Zeno e Olmo. La prima illustrata da Marco Donati che ha ricordato l’assemblea pubblica tenutasi a Chiani alcune settimane fa e che ha “visto la partecipazione di circa 200 persone, un numero non certo banale, alcune molto arrabbiate. La situazione, incresciosa, sta durando da almeno un anno e non possiamo limitarci a dire che dipende da come spira il vento. Da cosa è provocata? Sono coinvolte aziende pubbliche, aziende private, cittadini negligenti? E soprattutto: è foriera di pericolo per chi respira? La questione degli odori riguarda anche chi brucia materiali quali gomme o plastiche e genera fumi insopportabili e pericolosi per la salute: come successo poche sere fa a Santa Firmina e Bagnoro. Crediamo per questo motivo che due operatori della polizia municipale siano destinati a costituire un nucleo ambientale formato appositamente per monitorare il territorio e prevenire anche situazioni di questo genere”.
Alessandro Caneschi ha ricordato “che sono state fatte molte segnalazioni a cui sono seguiti verbali delle autorità di controllo e perfino diagnosi mediche per alcuni residenti. La situazione genera dalla zona del termovalorizzatore di San Zeno. Quali sono state le azioni di monitoraggio sia ambientale che sanitario? Per un numero consistente di abitazioni, neppure è possibile aprire le finestre durante la stagione estiva. Non esattamente il massimo”.
L’assessore Marco Sacchetti ha risposto a entrambi: “mentre l’interrogazione di Marco Donati non individua con perentorietà le cause, quella di Alessandro Caneschi pare fornire un nome e un cognome. La prima raccomandazione che mi sento dunque di fare, dinanzi a situazioni come questa, è attenzione a quali parole usiamo e al peso che diamo alle stesse. La problematica esiste ma utilizzerei toni più dubitativi sulle cause generatrici. Intanto parlerei di concause e la prima risale allo scorso anno quando una parte di rifiuti di origine grossetana è stata portata e smaltita a San Zeno. Tengo subito a precisare che in quel caso si trattava di odori generati dalla parte organica dei rifiuti e non da termovalorizzazione. Comunque da qui iniziano le segnalazioni. Nel frattempo c’è stato un processo d’incremento della capacità di trattamento dei rifiuti organici e questo può aver contribuito, in una fase di messa a punto impiantistica, a questi impatti odorigeni. È stato così messo a punto uno studio meteo-diffusionale molto complesso, condotto dall’università di Perugia per capire quanto sia l’impatto sul territorio dell’umido trattato a San Zeno e gli attuali risultati ci dicono che questo impatto è geograficamente limitato alla zona limitrofa al termovalorizzatore. È in programma prima della metà di luglio un tavolo tecnico con Comune, Asl, Arpat e Aisa Impianti, tutti soggetti con i quali procediamo in maniera sincrona e collaborativa, per validare il suddetto modello e quanto da esso ottenuto in termini di dati. Come vedete, teniamo molto all’impianto di proprietà pubblica, l’unico sul quale possiamo peraltro esercitare controllo e moral suasion e a proposito di quest’ultima su sollecitazione del sindaco il cda di Aisa Impianti ha messo a budget un intervento da un milione 200.000 euro che prevede la sostituzione di tutti i bio-filtri e la messa in funzione di un nuovo bio-digestore”.