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Obbligo del green pass al lavoro. Controlli e privacy, cosa dice il dpcm firmato da Draghi

Dal 15 ottobre chi non ha la certificazione verde dovrà essere allontanato dal luogo di lavoro. Divieto di conservare il Qr code rilevato dalle piattaforme digitali o dalle app

Dal 15 ottobre scatta l'obbligo del green pass in tutti i posti di lavoro e resterà in vigore fino al 31 dicembre, termine dello stato di emergenza. Il dpcm firmato oggi dal premier Mario Draghi fissa le linee guida per le pubbliche amministrazioni, preparate dai ministri Renato Brunetta e Roberto Speranza. Viene regolamentata la procedura riguardante i controlli negli uffici e sui luoghi di lavoro e vi sono indicazioni sugli orari di entrata e uscita, che potranno essere flessibili in considerazione del fatto che venerdì è previsto pure il ritorno in presenza per i lavoratori della Pa. Sarà quindi consentito il raggiungimento delle sedi di lavoro stesse e l'inizio dell'attività lavorativa in un più ampio arco temporale.

Il Dpcm Green Pass, come riporta Today, prevede che i soggetti sprovvisti di certificazione verde dovranno essere allontanati dal posto di lavoro. Ciascun giorno di mancato servizio, fino alla esibizione della certificazione verde, è considerato "assenza ingiustificata" e nel periodo di assenza vanno incluse anche le "eventuali giornate festive o non lavorative". In nessun caso, comunque, l'assenza della certificazione verde potrà comportare il licenziamento.

Oltre ai lavoratori dipendenti della singola amministrazione pubblica, sono soggetti all'obbligo di green pass anche i dipendenti delle imprese che hanno in appalto i servizi di pulizia, ristorazione, manutenzione, rifornimento dei distributori automatici, i consulenti e collaboratori e i prestatori o frequentatori di corsi di formazione, come pure i corrieri che recapitano all'interno degli uffici posta d'ufficio o privata. Sono esclusi soltanto gli utenti degli enti statali che pertanto non saranno sottoposti a verifica della certificazione.

Il controllo del green pass spetta al datore di lavoro, che può delegare la funzione con atto scritto a specifico personale, preferibilmente con qualifica dirigenziale. Il controllo potrà avvenire all'accesso del lavoratore, evitando ritardi e code, oppure successivamente, a tappeto o quotidianamente su un campione che però non potrà essere inferiore al 20% del personale in servizio, assicurando la rotazione e quindi il controllo di tutto il personale. Il dipendente che entra in azienda senza pass rischia una sanzione amministrativa che può andare da 600 a 1.500 euro.

Per le verifiche, sarà possibile usare l`applicazione gratuita Verifica C-19. Alle amministrazioni saranno fornite applicazioni e piattaforme volte a facilitare il controllo automatizzato, sul modello di quanto avvenuto per scuole e università. 

Chi è ancora in attesa del certificato verde con il Qr code potrà utilizzare i documenti rilasciati dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta. Tra le indicazioni del dpcm c’è il divieto di conservare il Qr code contenuto nel green pass e rilevato dalle piattaforme digitali o dalle app durante la verifica quotidiana. 

Attenzione anche allo smart working. Nel dpcm viene specificato che "non è consentito individuare i lavoratori da adibire al lavoro agile sulla base del mancato possesso della certificazione". I lavoratori in smart working non saranno controllati, quindi non devono necessariamente avere la certificazione, ma la modalità da remoto non può essere un modo per eluderne l’obbligo.

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