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Le vittime del salva-banche 'assaltano' Banca Etruria: "Rivogliamo i nostri soldi". Fischi ed insulti per i dipendenti

“Qui giace la fiducia nel sistema bancario”. Le parole sono quelle apparse in uno striscione che, il Comitato Vittime del Salva-banche ha appeso sulla facciata della sede storica di Banca Etruria in Corso Italia. Una frase che in poche parole...

“Qui giace la fiducia nel sistema bancario”. Le parole sono quelle apparse in uno striscione che, il Comitato Vittime del Salva-banche ha appeso sulla facciata della sede storica di Banca Etruria in Corso Italia.

Una frase che in poche parole riassume lo stato d’animo delle migliaia di risparmiatori e obbligazionisti che, dopo l’applicazione del decreto governativo, hanno visto i risparmi di una vita svanire nel nulla.
Quei titoli acquistati poco prima all’improvviso sono diventati carta straccia.

“Siamo stati vittime non solo del sistema – spiega Letizia Giorgiani – ma anche della nostra ignoranza in materia. Oggi siamo qui davanti alla sede di Banca Etruria per ricordare a tutti quello che ci è capitato”.


Ad Arezzo, oggi, si sono ritrovati risparmiatori provenienti da tutto il centro Italia.
Durante la mattinata non sono mancati i momenti di tensione. Un gruppo di risparmiatori ha tentato di entrare dentro alla sede storica della BPEL. "Rivogliamo i nostri soldi", hanno gridato all'unisono i membri del Comitato accalcandosi davanti all'ingresso principale dell'istituto di credito.

Alle 13,30 il comitato ha atteso fuori dall'ingresso della filiale l'uscita dei dipendenti della Popolare i quali hanno ricevuto fischi ed urla.

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"Vogliamo protestare contro le truffe perpetrate dalla vecchia Banca Etruria - fanno sapere dal Comitato - molti di noi hanno già provveduto a chiudere il proprio conto corrente scegliendo di affidare il denaro a banche estere oppure alle Poste. Abbiamo bisogno di risposte certe e le pretendiamo subito. Come abbiamo avuto già modo di ricordare se entro la fine del mese non ci giungeranno novità di rilievo siamo pronti a dare il via ad una chiusura di massa dei conti corrente. Non ci fidiamo più del sistema bancario".
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Recentemente il governo ha istituito un Fondo di solidarietà attraverso il quale gli obbligazionisti subordinati avranno diritto al risarcimento. 100 milioni di euro che dovranno essere ripartiti tra coloro che presenteranno richiesta.




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"Chiediamo l’adozione di misure straordinarie alla stregua di quelle che sono state adottate per azzerare i loro risparmi - affermano dal Comitato - Sono nate 4 “nuove banche” con vocazione territoriale, pertinenti a zone geografiche che hanno appena distrutto. Si propongono come istituzioni credibili e su cui porre fiducia, dopo aver appena dissanguato migliaia di clienti e risparmiatori. A detta del Sig. Nicastro queste vittime andrebbero buttate in un cestino e nulla dovrebbero avere a che fare con le nuove realtà. Nascono banche senza futuro, che saranno svuotate, a cui soltanto un paese come l’Italia può consentirne l’operatività. Sta partendo forse la più grande forma di giustizia popolare del nostro Paese, una giustizia fatta dal basso, da chi è stato tradito: Sig. Nicastro, contribuiremo con tutte le nostre forze a minare la già precaria stabilità delle 4 nuove banche e del sistema bancario italiano. E a differenza vostra, lo faremo nel pieno rispetto della legalità, semplicemente informando in maniera adeguata tutti i cittadini riguardo i rischi che stanno correndo lasciando il loro risparmi nelle banche italiane. Non ci spaventano le sue dichiarazioni, sulla presunta inattaccabilità delle good banks; saranno i giudici a stabilirlo, vi inonderemo di cause, a tutti i membri dei nuovi e vecchi Cda, ai commissari di Bankitalia e a tutti gli organi apicali coinvolti. I presidi si spostano nelle vostre sedi, pacificamente le visiteremo una ad una, per poi tornare a palazzo Koch. Fino al raggiungimento del nostro obiettivo, senza sosta. Dal 1 gennaio sarete azzerati.
Non ci interessa lo scaricabarile, non ci interessa chi sia titolato a darci titoli in cambio, non ci interessa l’arbitrato ed il fondo di solidarietà del governo. Vogliamo quello che ci spetta, i risparmi che ci avete rubato.
Come siete riusciti ad azzerarci tutti con operazioni straordinarie, altrettanto dovreste fare per consentirci un adeguato ristoro. E vogliamo ricordavi che esiste il comune senso di giustizia, non il bieco rispetto di leggi “ad hoc” per i vostri interessi . E’ una questione di opportunità. Di civiltà".

Sostegno dal Codacons

Pieno appoggio del Codacons ai risparmiatori che oggi scendono in piazza ad Arezzo per protestare contro il decreto salva-banche. L’associazione, che ha dato vita ad una vera e propria offensiva legale da cui sono scaturite le attuali indagini della magistratura (Procura di Roma, Procura di Arezzo e Procura di Civitavecchia), annuncia per i prossimi giorni nuove iniziative e altre mobilitazioni dei risparmiatori in varie città italiane, contro il salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti.

“Le nostre iniziative a tutela dei risparmiatori non si fermano però alle proteste di piazza – spiega il Presidente Carlo Rienzi – Stiamo infatti definendo le prime cause risarcitorie che partiranno a inizio 2016, attraverso le quali gli investitori che hanno visto azzerati i propri risparmi chiedono il rimborso integrale delle obbligazioni subordinate, vendute in modo truffaldino senza adeguate informazioni sui rischi e in mancanza di avvisi alla clientela circa lo stato di dissesto degli istituti emittenti”.

“Questo perché riteniamo che l’arbitrato voluto dal Governo non sia una strada percorribile, poiché non si possono dividere i risparmiatori in “buoni e cattivi”, e gli indennizzi spettano indistintamente a tutti devono essere integrali – prosegue Rienzi – Tuttavia quei risparmiatori che decideranno di partecipare all’arbitrato, per quanto sia uno strumento sbagliato e discriminatorio, devono essere pienamente tutelati: proprio per questo abbiamo chiesto la presenza di un rappresentante Codacons alla procedura”.



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