2020 l'anno nero dei musei. Dal 60 all'80% di visitatori in meno per cappella Bacci, Madonna del Parto e Maec

La cappella Bacci e la basilica di San Francesco dal 2019 al 2020 hanno perso oltre il 74 per cento dei visitatori. Stesso scenario all’archeologico di via Margaritone dove gli ingressi sono calati del 77 per cento. A Castiglion Fiorentino, nel circuito archeologico del Cassero, il calo degli accessi è stato di oltre il 79 per cento. Meglio per Aboca Museum (-56%) e Fraternita dei Laici (-48,8%). Sono i dati resi noti dalla Regione Toscana che, nel rapporto 2021, analizza l’andamento degli ingressi all’interno delle strutture presenti nei vari territori. Una caduta verticale dettata, ovviamente, dallo scoppio dell’emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento messe in pratica durante la prima fase della pandemia.

Così come riportato all’interno del rapporto, per il solo 2020 su cinema e spettacolo dal vivo hanno pesato 165 giorni di chiusura totale e 133 di riapertura contingentata, a fronte di 67 giorni di funzionamento ordinario. Di poco più leggero l’impatto su musei e biblioteche, con 126 giorni di chiusura totale e 172 di riaperture parziali. Il bilancio è senz’altro drammatico. La spesa del pubblico per spettacolo dal vivo, cinema e mostre è complessivamente diminuita del 70%, con un picco particolarmente negativo per i concerti (-93%), un settore che in Toscana pesa più che a livello nazionale. Le riaperture estive hanno solo in parte limitato i danni, visto che le giornate di spettacolo in estate sono state la metà di quelle dell’anno precedente (dati Siae). Il crollo drammatico è registrato anche dai dati Istat sulle ore lavorate per settore, che mostrano picchi negativi per turismo e attività culturali. Ma l’impatto è stato severo, oltre che sull’ammontare delle ore lavorate, anche sulla numerosità dei posti di lavoro stagionali e temporanei. In Toscana si sono persi complessivamente nel 2020 oltre 900 addetti culturali, di cui 740 per lo spettacolo, 130 nei musei e 40 nelle biblioteche.

Tra le situazioni più drammatiche registrate nel censimento regionale ci sono i casi del museo delle bilance di Monterchi che passa da 24.405 visitatori a 50 (-99,8%), la cappella Bacci che, come detto, perde il 74,4% di visitatori (da 76.364 a 19.537). Alla fortezza del Girifalco di Cortona invece si sono recati nel 2020 9.684 utenti (-54,2%), al Maec da 25.978 accessi sono passati a 9.269 (-64,3%), al museo della lana le visite sono calate del 72,6% e le meraviglie della casa museo di Giorgio Vasari sono state ammirate dal 78,2% di visitatori in meno. Dati drammatici che trovano ripetizione anche nelle altre nove province toscane dove il segno meno è apparso su tutte le strutture museali.

“La crisi - si legge nel rapporto 2021 - rappresenta tuttavia anche una poderosa spinta all’innovazione, all’esplorazione di nuovi mercati, all’implementazione di nuove modalità operative e al coinvolgimento di nuovi pubblici. Gli ambiti più promettenti a tale scopo sono rappresentati da digitalizzazione dell’offerta, cooperazione territoriale tra luoghi della cultura, promozione della partecipazione culturale della popolazione residente. Sono ambiti su cui il contesto italiano è in ritardo e su cui occorre concentrare i futuri finanziamenti”.

***N.B. Così come riportato in data, 27 gennaio 2022, dall'assessora comunale di Monterchi, Manuela Malatesta, il dato riguardante gli accessi al museo delle bilance di Monterchi e quello afferente ai musei civici della Madonna del Parto sarebbero complessivi. "A tale riguardo - si legge nella nota inviata alla redazione - si precisa che il museo della Madonna del Parto ha mantenuto constante il suo indice di ingressi mentre, il museo delle bilance, a causa dell'emergenza pandemica in atto nel Paese, è stato aperto solo in alcune date".