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Monte San Savino celebra la Giornata della Memoria

Molteplici iniziative a Monte San Savino collegate al Giorno della Memoria per le vittime dell’Olocausto, a testimonianza dell’attenzione rivolta a questa ricorrenza da parte dell’Amministrazione Comunale, ancor più rafforzata dai legami storici...

Molteplici iniziative a Monte San Savino collegate al Giorno della Memoria per le vittime dell’Olocausto, a testimonianza dell’attenzione rivolta a questa ricorrenza da parte dell’Amministrazione Comunale, ancor più rafforzata dai legami storici che uniscono la città savinese alla comunità ebraica.

Tramite l’Assessorato alla Pubblica Istruzione e Politiche Giovanile è stata possibile la proiezione, destinata agli studenti delle scuole Medie, del film “Il viaggio di Fanny” presso il Teatro Verdi. La pellicola, tratta da una storia vera, narra le vicende di una dodicenne di origini ebraiche, separata insieme alle sue due sorelle dai genitori nel momento della persecuzione nazista, costretta dalle circostanze a scappare dal proprio rifugio assieme a un gruppo di bambini, cercando riparo in Svizzera

Il Comune ha anche donato copie di “Se questo è un uomo” di Primo Levi agli alunni delle classi 3° delle scuole Medie.

Domenica 29 Gennaio è previsto invece, sempre al Teatro Verdi, lo spettacolo “Il requiem di Terezin”, con inizio dalle ore 18.10. Tratto dal libro di Josef Bor, è improntato su brani tratti dal Requiem di Giuseppe Verdi. La voce narrante è di Valeria Gudini, con il pianista Francesco Attesti e Marco Galli all’harmonium

Terezìn fu destinata a campo di concentramento per gli ebrei europei, in attesa di essere trasferiti ai campi di sterminio . In particolare lì fu internato il fior fiore degli intellettuali ebrei mitteleuropei, pittori, scrittori, musicisti, attori. Nel 1944 fu scelta per la “ grande finzione” : mostrarla al mondo come campo di concentramento modello, come una città protetta dove si poteva vivere normalmente

Nello stesso periodo il direttore di orchestra boemo, Rafael Schachter detto Rafik, internato a Terezìn, decise di rappresentare il Requiem di Verdi pur potendo disporre solo di un vecchio pianoforte , di un violoncello, di alcuni violini e di una sola partitura del’opera del compositore italiano, ma di tanti musicisti e coristi internati nel ghetto.

Per un breve periodo questi musicisti hanno creduto e sperato di potersi salvare, sperando che la sconfitta della Germania avvenisse prima del loro trasferimento ad Auschwitz.

Josef Bor, autore del libro “ Il Requiem di Terezin”, fu internato a Terezìn nel giugno del 1942 e fu uno dei pochissimi sopravvissuti di quel gruppo.

L’evento è promosso dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con l’Associazione Culturale Salomon Fiorentino, la Provincia di Arezzo, Officine della Cultura e la Scuola di Musica Comunale “U. Cappetti”

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