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Migranti e polemiche politiche. La replica di Fraternita: "Ogni euro che percepiamo torna ad Arezzo"

"Desideriamo restare fuori da ogni polemica politica" e poi ancora "Tutto il ricavato torna ad Arezzo attraverso i nostri progetti e i nostri interventi". Le affermazioni sono quelle pronunciate dal primo rettore della Fraternita dei Laici, Pier...

"Desideriamo restare fuori da ogni polemica politica" e poi ancora "Tutto il ricavato torna ad Arezzo attraverso i nostri progetti e i nostri interventi".

Le affermazioni sono quelle pronunciate dal primo rettore della Fraternita dei Laici, Pier Luigi Rossi che prende la parola in seguito al terremoto riguardante la gestione dei migranti e le polemiche sollevate ieri da Forza Italia in merito alle strutture di accoglienza gestite dall'istituzione.

E allora all'indomani del dibattito politico che si è acceso sulla questione ecco che dal palazzo di piazza Grande arrivano alcune delucidazioni che spiegano nel dettaglio l'impegno della realtà in questo specifico ambito.

Di seguito l'intervento del primo rettore Rossi.

"Molti hanno scritto in questi giorni sulla Fraternita dei Laici, esprimendo giudizi sulla assistenza verso gli emigranti, realizzata dalla più antica ed autorevole Istituzione pubblica di Arezzo. La Fraternita è una ASP, una azienda per servizi diretti alla persona. Ha un suo Statuto e una sua piena autonomia istituzionale e finanziaria. E’ governata da un Magistrato, composto da 5 Rettori, nominati dal sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli. I Rettori non percepiscono alcun compenso economico e svolgono il loro mandato per impegno civico.

Scriviamo per una riflessione. Come ASP, abbiamo aderito alla accoglienza dei migranti in Arezzo e Provincia, gestiamo questo servizio pubblico organizzato dallo Stato attraverso la Prefettura. Gestiamo il 5% del totale degli emigranti ospitati in Arezzo e Provincia. Accogliamo circa 90 richiedenti asilo, di cui 60 uomini e 30 donne. La più piccola ha sei mesi di vita. Siamo presenti in 7 comuni oltre che ad Arezzo, dove al momento sono accolte 13 persone, tra queste c’è una famiglia: babbo, mamma e due figli piccoli. I controlli, del ministero degli Interni, della Prefettura come della Asl, nelle nostre strutture di accoglienza sono continui e non abbiamo mai ricevuto alcuna contestazione e neppure penalità.

Siamo un’istituzione autonoma, il cui impegno nella solidarietà è secolare, e agiamo secondo leggi e norme. Siamo pronti ad ascoltare le critiche, ma vogliamo essere giudicati per il lavoro che facciamo. La Fraternita rappresenta la solidarietà della città di Arezzo nei secoli e desideriamo restare fuori da ogni polemica politica. Il ricavato del lavoro di assistenza agli emigranti viene reinvestito tutto a favore della città, essendo una struttura pubblica, con un bilancio pubblico.

Il Magistrato di Fraternita ha accolto con pieno favore la proposta del sindaco Ghinelli di investire una parte delle risorse derivate dalla gestione dei migranti in un progetto di sicurezza urbana e di coesione sociale, valori centrali e prioritari per la nostra comunità aretina. Tutto il ricavato torna ad Arezzo attraverso i nostri progetti e i nostri interventi.

Dal 1435 sulla facciata del Palazzo di Fraternita c’è l’immagine di una Madonna con un grande manto, opera scolpita da Bernardo Rossellino. Per noi, sotto quel manto ci sono tutte le persone che abitano e vivono ad Arezzo".

Ma sulla gestione dei migranti è intervenuta anche l'assessore alla Sicurezza e Immigrazione Barbara Magi che ha tenuto a fare il punto sul progetto Sprar, rete dalla quale il Comune di Arezzo ha scelto di uscire a partire dal 1° gennaio 2017.

“Ad Arezzo fino al 31 dicembre 2016 erano presenti solo 15 immigrati del progetto SPRAR, sistema di seconda accoglienza destinata ai richiedenti asilo e ai titolari di protezione internazionale. Fino al 31 dicembre 2016, data di scadenza del contratto firmato dall'amministrazione precedente con il Ministero dell'Interno e non rinnovato, il Comune ne ha gestito sì, gli aspetti contabili, economici ed amministrativi, ma delle sole 15 presenze, di cui il 70% provenienti su indicazione del Ministero anche da altre provincie, e solo il 30% dai CAS interni. E' necessario quindi distinguere i richiedenti asilo del progetto SPRAR dagli immigrati presenti nella città, che sono 400 accolti nei CAS, la cui gestione è esclusiva della Prefettura, e sulla quale nulla può il sindaco”.

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