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Migranti e muri, le riflessioni del coordinamento Libera del Valdarno Superiore

Quanto sta avvenendo in questi ultimi mesi alle porte della nostra Europa e dentro i nostri confini non può non spingerci a una riflessione che investe l'intimo delle nostre coscienze. Le reticenze e le chiusure di frontiere a cui si assiste in...

Quanto sta avvenendo in questi ultimi mesi alle porte della nostra Europa e dentro i nostri confini non può non spingerci a una riflessione che investe l'intimo delle nostre coscienze.

Le reticenze e le chiusure di frontiere a cui si assiste in queste settimane con continui cambiamenti di posizione da parte di leader e paesi, e l'incapacità che sta dimostrando l'Europa nella gestione del fenomeno della migrazione, non possono non portarci a prendere posizione, a scegliere, a decidere da che parte stare.

E sulla base di questa scelta anche agire di conseguenza all'interno dei nostri territori, dove i migranti sono già arrivati e altri stanno per arrivare.

Dunque scegliere se alzare muri e respingere persone, oppure soccorrere, accogliere e saper gestire l'arrivo di persone che fuggono dai loro luoghi di origine, dove la vita è diventata impossibile.

Nessuno può tirarsi indietro, neanche il mondo politico locale, il mondo associativo delle nostre comunità e dopo la posizione presa da Papa Francesco, anche la chiesa del nostro territorio è chiamata ad agire all’interno delle proprie parrocchie.

'''Nessuno può essere condannato a vita nel suo luogo di nascita'', ha detto recentemente don Ciotti. ''Un mondo dove viene negata la possibilità dell'oltre e dell'altrove e' un mondo che nega speranza e coscienza, cioè la dignità stessa della persona". "Oggi viviamo in un'epoca, come ha detto Papa Francesco, dove c'è già la terza guerra mondiale, diversa dalle precedenti, combattuta non solo con le armi da fuoco ma con quelle nuove di un'economia piegata alla legge del profitto. Armi che non uccidono direttamente ma tolgono dignità e umanità, armi che rendono i vivi morti vivi."

Si sta lentamente raggiungendo la consapevolezza che questa migrazione biblica durerà anni e cambierà la nostra convivenza, e non possiamo più far finta che non sia un nostro problema, anche qui in Valdarno.

Noi di Libera Valdarno riteniamo che debba partire anche dal mondo associativo locale, un messaggio chiaro e diretto, rivolto ai singoli cittadini, alle forze politiche e a coloro che sono chiamati ad amministrare la cosa pubblica.

Un messaggio che chiaramente affermi che l'unica scelta possibile è quella dell'accoglienza e del rispetto della dignità di ogni singola persona. Un’accoglienza che debba essere organizzata e guidata perché si protrarrà nel tempo.

Ma certamente non si parte da zero:

- Riteniamo che la scelta compiuta all'interno della Regione Toscana di un'accoglienza di piccoli gruppi di migranti in ogni singola comunità, nel rispetto del tessuto sociale dove le persone vengono ospitate e con la garanzia di una vita dignitosa per i profughi, sia una strada da perseguire e da diffondere.

- Salutiamo con piacere le esperienze in corso già da diverse settimane a Montevarchi a Poggio San Marco, quelle di Terranuova Bracciolini, quelle che stanno per nascere nel Comune di Castelfranco-Piandiscò, a San Giovanni Valdarno e a Pergine Valdarno e le altre anche nel Valdarno Fiorentino che si muovono in questa direzione.

- Auspichiamo che le amministrazioni comunali, con più coraggio di quanto hanno fatto finora, riescano a superare difficoltà e reticenze e riescano a provare a concretizzare esperienze di questo genere, così come stanno chiedendo loro i Prefetti delle singole province, soprattutto organizzando quei progetti di sostegno necessari affinchè l'accoglienza possa trasformarsi nel tempo in varie forme di integrazione.

- Al riguardo esprimiamo il nostro apprezzamento per il workshop che si è svolto in questi giorni a San Giovanni Valdarno organizzato dalla Conferenza dei Sindaci e dal Comune di San Giovanni dal titolo “Valdarno Migrante” dove si sono affrontati in uno spazio partecipativo quelli che sono i bisogni principali dei cittadini stranieri che risiedono nelle nostre comunità in un confronto tra associazioni di volontariato e associazioni di cittadini stranieri per favorire la loro integrazione nel nostro territorio.

Altre cose possono essere attuate nelle prossime settimane che coinvolgono tutti, dagli enti, alle associazioni, alle parrocchie al singolo cittadino:

- Auspichiamo che possano svilupparsi ulteriormente in Valdarno esperienze di inserimento dei migranti nel tessuto sociale dei territori come sta avvenendo con successo per esempio in realtà come San Giuliano Terme in provincia di Pisa, a Montemignaio e a Sestino in provincia di Arezzo, in modo tale che sia sempre salvaguardata la dignità di queste persone, dando loro la possibilità di rendersi utili all'interno delle comunità dove soggiornano in attesa della definizione delle loro singole posizioni.

- Chiediamo sotto questo aspetto che le Amministrazioni Comunali possano farsi promotrici di attività concrete come l'organizzazione di corsi di italiano, di piccoli lavori e attività a favore delle comunità, di sostegno ai centri che accolgono i migranti, di attività collaterali che favoriscano un processo di integrazione e di reciproca conoscenza, di confronto attivo anche con i cittadini e i quartieri e le scuole dove queste persone vivono, perchè si agisca non per tener chiuse e emarginate queste persone, ma per favorire una reciproca conoscenza.

- Invitiamo le parrocchie a far proprio il messaggio di Papa Francesco di accogliere nelle proprie comunità alcuni migranti come segno concreto di solidarietà. Al riguardo salutiamo con piacere il richiamo che le Diocesi di Firenze, di Arezzo e di Fiesole con i loro Vescovi hanno già messo in atto in queste ore nei loro specifici territori.

- Proponiamo alle associazioni sociali del territorio di ritrovarci insieme, dando vita ad uno specifico tavolo sulla migrazione a livello locale, per capire come il mondo del volontariato può collaborare concretamente con le istituzioni e con gli operatori del settore della cooperazione sociale per favorire l'integrazione dei migranti nella comunità Valdarnese.

- Invitiamo tutti i cittadini a mettere da parte paure e resistenze, a rifiutare risposte superficiali di chiusura, sapendo che il tema della migrazione non si affronta alzando muri e chiudendosi nella propria casa, ma aprendo la propria intelligenza e la propria conoscenza. Poi cercando di capire personalmente cosa nel proprio piccolo è possibile fare per accogliere e ospitare.
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