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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Migranti a Montemignaio. Mugnaini: "Esempio di integrazione"

Sono ventisette i migranti africani, in buona parte provenienti dal Mali, che ormai da tempo sono ospitati in una struttura ricettiva di Montemignaio. Da due settimane il Comune ha deciso di impiegare questi giovani nello svolgimento di opere di...

Sono ventisette i migranti africani, in buona parte provenienti dal Mali, che ormai da tempo sono ospitati in una struttura ricettiva di Montemignaio. Da due settimane il Comune ha deciso di impiegare questi giovani nello svolgimento di opere di interesse pubblico, come piccoli lavori di manutenzione, giardinaggio, collaborazioni varie, tramite un’associazione di volontariato (l’Auser).

Dopo qualche settimana di “esperimento”, il Sindaco Massimiliano Mugnaini esprime la propria soddisfazione, “Anche se devo dire che già prima di questo passo già avevamo la sensazione che, in un contesto così piccolo, il concetto di integrazione si stesse realizzando bene. Perché? I profughi erano ben integrati a partire dalla vita associativa del paese, già aiutavano i soggetti del volontariato ad organizzare le proprie iniziative, lo sport era un po’ il collante in grado di unire tutti, e ora anche come Comune possiamo cogliere dei risultati positivi, anziché vedere questi giovani tutto il giorno con le mani in mano, come purtroppo invece ancora avviene altrove”.

Ma è sempre il primo cittadino di Montemignaio a ricordare, come già fatto agli altri sindaci e al Prefetto di Arezzo, che "il concetto di accoglienza deve cambiare: bisogna uscire dalla logica dei bandi, che creano business per pochi soggetti e situazioni di ghettizzazione dei profughi nelle comunità che le accolgono, spesso ignare o comunque non coinvolte nei processi decisionali. Si dia ai comuni la possibilità di decidere, di mettere in piedi una rete con l’associazionismo locale, di individuare i modi e i tempi per cui l’arrivo dei profughi in paesi come i nostri non sia un peso o un problema, ma diventi una possibile risorsa”.

Per farlo bisogna partire dal corretto dimensionamento dei gruppi: “Questo è il primo passo, e già si lavora in questa direzione. Ma bisogna fare di più: non esiste che arrivino soggetti dall’esterno, si prendano un albergo, ci piazzino trenta ragazzi, si prendano i soldi pubblici e chi s’è visto s’è visto. E le comunità locali? Non contano nulla? E il livello di vita, di integrazione, che i migranti fanno una volta qui? Non interessa a nessuno? Non vorrei – conclude Mugnaini – che dietro tutto questo ci fosse solo un interesse economico a non far uscire i fondi dedicati a questa emergenza da circuiti chiusi di amici e amici degli amici, come purtroppo ci ha raccontato la cronaca. E' questa la logica dalla quale bisogna subito uscire, ne beneficeranno i migranti, le comunità locali, gli Enti e il concetto stesso di solidarietà per il bene di tutti”.

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