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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"Perseguitato dopo un incidente stradale" scappa dalla Nigeria e arriva ad Arezzo inseguendo un sogno

La storia di Charleston: "In Libia dovevo salire su una barca, ma c'erano troppe persone e fui lasciato a terra. Due giorni dopo scoprii che quell'imbarcazione era naufragata e nessuno era sopravvissuto".

Nel suo paese si sentiva braccato. Un banale incidente stradale si era trasformato in una persecuzione: "Ero stato travolto da un mezzo guidato da un militare che non aveva rispettato la precedenza. Da allora è iniziato l'incubo: quell'uomo non solo mi ha distrutto l'auto, ma ha reso difficile la mia vita. Ho ricevuto minacce e vivevo nella paura. Allora ho deciso di partire". 

Era il maggio del 2017 quando Charleston, 28enne nigeriano, ha deciso di scappare. "In Nigeria la situazione era complicata, i militari avevano un grande potere e nessuno poteva aiutarmi". E' inziaito così  il suo viaggio verso una nuova vita: quella che è riuscito a costruirsi, conquistandola pezzo dopo pezzo, ad Arezzo. Qui ha imparato a soccorrere chi ha bisogno, facendo il volontario alla Misericordia, è diventato bravissimo a preparare dessert lavorando in un ristorante, ma soprattutto a piccoli passi sta inseguendo un suo grande sogno: viaggiare, conoscere nuovi paesi e nuove culture. "Per questo sto studiando per conseguire la patente necessaria per guidare i camion". 

Due mesi di viaggio nel cuore dell'Africa

Aveva solo 23 anni Charleston quando è iniziata la sua avventura. Trovandosi in difficoltà ha pensato di chiedere aiuto ad un amico. "Lui viveva e lavorava in Libia: l'ho chiamato per spiegargli la mia situazione e dirgli che volevo raggiungerlo per poi andare oltre, fino all'Italia. Lui mi ha detto subito che era un viaggio tremendo, che solo se ero fortunato sarei sopravvissuto perché il 70 per cento di chi parte, muore per strada . Ma io volevo uscire dall'incubo". Il biglietto per l'autobus che ha attraversato il cuore del continente glielo comprò l'amico. 

"Sono partito il 10 maggio del 2017. Il pullman ha attraversato il Niger ed è arrivato in Libia in 15 giorni. Poi sono rimasto in un campo, un luogo dove si attendeva l'arrivo di una barca per l'Italia". 

Il dramma e l'arrivo in Italia

Anche l'amico che gli aveva pagato il biglietto decise di raggiungere l'Italia. "Saremmo dovuti partire insieme, ma la barca sulla quale era salito era piena e io non sono potuto andare con lui. Pensavo che forse ci saremmo rivisti in futuro. Ma due giorni dopo è arrivata una notizia terribile: la nave era affondata, tutte le persone a bordo erano morte".

Con il cuore colmo di tristezza e di coraggio Charleston la settimana successiva è riuscito ad imbarcarsi: "Eravamo in 126, c'erano anche tante donne e bambini. A noi è andata bene: il 17 luglio siamo sbarcati a Bari". 

L'avventura italiana

E' iniziata così l'avventura italiana. Approdato nell'Aretino, dopo essersi ripreso dal faticoso viaggio, ha imparato l'italiano e ha svolto il servizio civile alla Misericordia di Arezzo. Un'esperienza importante, che si è prolungata per due anni con l'attività di volontariato. "Ogni giorno partivo da Camucia e raggiungevo Arezzo: alla Misericordia ero impegnato nel sociale, con gli anziani, accompagnavo malati". Nel 2018 sono iniziate le audizioni della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale presso il tribunale di Perugia per ottenere il permesso di soggiorno. Nel frattempo si è trasferito ad Arezzo e poi a Castiglion Fibocchi, nell'ambito dello Sprar.

"La prima volta è stato dato un parere negativo. Per restare in Italia dovevo avere un lavoro: fare il volontario non era sufficiente. Allora ho cercato una nuova occupazione. Ho raccolto uva e poi olive, rimanendo nei campi per 4 mesi. Poi ho trovato lavoro in un ristorante. Sono partito come lavapiatti e sono arrivato a diventare aiuto cuoco: ho imparato a cucinare i dolci e gli antipasti. Il tortino al cioccolato è il mio piatto forte.  Ma era un'impiego a chiamata e io avevo bisogno di un lavoro fisso. Sono riuscito poi a trovare un posto da magazziniere: adesso ho un contratto a tempo indeterminato e finalmente è arrivato anche il permesso di soggiorno". 

In Nigeria Charleston aveva conseguito la certificazione per insegnare, era un docente. Nel pomeriggio però faceva un secondo lavoro, guidava il taxi. La passione per la guida e quella per i viaggi, nonostante tutte le peripezie di questi ultimi cinque anni, sono rimaste immutate. 

"Oggi sono riuscito a prendere la patente per l'auto - racconta - ma ho un progetto: conseguire anche quella per condurre i camion. Nel mio futuro mi immagino al volante di un mezzo pesante, mentro guido verso nuovi paesi".

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