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"Medio Etruria, Giani rompa gli indugi: Rigutino è l'unica soluzione"

Le proposte di Romolo Bianchini, ex vicepresidente Lfi: "La politica non giochi con gli interessi dei cittadini per ragioni elettorali"

Riceviamo e pubblichiamo da Romolo Bianchini, ex presidente Acli nonché ex vice presidente della Ferroviaria Italiana (Lfi).

"E' vero che la politica molto spesso segue regole che noi comuni mortali non apprezziamo. Di fronte a decisioni importanti vediamo tentennamenti che offendono l'intelligenza umana. E tentativi di distorcere non la verità, bensì il lavoro che esperti di tecnica, di economia, di strategia hanno messo nero su bianco. Con goffi richiami alle ragioni di campanile o con ammiccamenti sottobanco di sostegno politico al primo voto utile che si presenta. 

E' arrivato il momento di dire la verità, tutta la verità sul collocamento della stazione ferroviaria di Medio Etruria sull'Alta velocità. Vanno denunciati pubblicamente da una parte le goliardiche posizioni di chi sostiene (amministrazioni di Siena e Perugia) giusta la sede di Creti, che forse nemmeno i navigatori satellitari riescono ad individuare ed indicare al possibile viaggiatore interessato, e la debole azione politica che Arezzo e la presidenza della Regione Toscana non sanno mettere in campo per sostenere le ragioni degli studi ormai unanimi sulla giusta collocazione, alle porte della città (Rigutino). 

In ossequio al diritti di ognuno di dire quello che credo (a volte anche di sparlare) non chiederemo ai "cugini senesi e umbri" di smettere la recita e di tornare a fare seriamente gli amministratori, ma ci appelliamo e sollecitiamo il presidente Giani a non tacere più sulla scelta da compiere, e agli amministratori aretini, compresa la camera di commercio che si è trincerata dietro una posizione pilatesca, di pretendere subito una netta presa di posizione della Toscana. Adesso e non fra sei mesi, perché, tornando alla politica, troppe volte in passato si sono viste cambiare le carte in tavola. 

Qualcuno potrebbe dire che questa posizione è integralista e di campanile come quelle di Siena e Perugia. No, non è cosi. Questa posizione discende dalla scienza e dalla tecnica. Scienza economica e di studi di settore, tecnica dal punto di vista delle strategie di mobilità.  Che vanno ora sinteticamente ricordate. 

Rigutino, come la migliore per le potenzialità di scambio ferro-ferro, intercetta un bacino fino a 1,7 milioni di utenti. Creti il 20% in meno. A Creti si può andare solo su gomma. A Rigutino è possibile lo scambio ferro-ferro, utile sia ad Arezzo che a Perugia (53 minuti di treno dal capoluogo umbro, 44 minuti senza traffico in auto da Perugia a Creti). Utilizzare un treno locale per raggiungere una stazione di alta velocità impatta positivamente su più fronti: carbon neutrality (non tutti possederanno auto elettriche); sicurezza (il treno evita morti per incidenti stradali); traffico (diminuire il numero di auto che intaserebbero la Perugia-Bettole, la Sr71, il casello A1 Valdichiana e le aree limitrofe con la stazione a a Creti e non a Rigutino); economico (arrivare alla stazione in auto vuol dire: possedere un mezzo proprio e quindi costi di Capex - spese in conto capitale - e Opex - spese operative - a carico del singolo), La vera soluzione, insomma, è offrire una stazione che sia raggiungibile via gomma e via ferro (treni locali). 

Tutto questo si ottiene a Rigutino e non a Creti. E ancora: il Piano Trasporti Regionale Umbro del decennio del 2014-2024 aveva identificato Rigutino come posizione ideale per la Medio Etruria. Ignorando questo piano si vanificherebbe anche la futura velocizzazione della linea ferroviaria Terontola - Foligno (accordo già firmato tra Rfi e Umbria). Una stazione Av a Creti richiederebbe uno spropositato parcheggio per le auto ed una costosa nuova viabilità, con spreco di terreno agricolo ed elevatissimo impatto ambientale.

Due studi hanno confermato Rigutino quale location ideale per la stazione Medio Etruria: Rigutino offrirebbe ai provider Trenitalia/Italo un'ottima occasione sotto il profilo commerciale. Dalla verità tecnico scientifica di nuovo alla politica. Giani rompa gli indugi. Subito. E se non lo fa, gli amministratori aretini, le forze economiche aretine (guidate della camera di commercio) siano capofila di una battaglia e una pressione sulla Regione toscana per evitare che una politica che agisca secondo interessi elettorali e non del benessere delle popolazioni, scelga di gettare soldi in una cattedrale da costruire nel deserto". 

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