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Maurizio Zanobetti nuovo direttore del pronto soccorso di Arezzo: primo giorno di servizio

Nonostante la pandemia il pronto soccorso di Arezzo registra mediamente 200 accessi giornalieri

“Ho trovato un gruppo di professionisti affiatati e qualificati. Uno dei pochi territori in Toscana dove davvero si fa integrazione ospedale/territorio. Il mio compito sarà motivare il personale e lavorare per far diventare Arezzo attrattiva per giovani medici ed infermieri che amano l'emergenza urgenza". È stato nominato in tempi record. La firma del contratto, infatti, è avvenuta solo lo scorso 27 dicembre e, espletate le pratiche burocratiche, già dal 20 gennaio il dottor Maurizio Zanobetti è diventato il nuovo dirigente della struttura complessa di medicina e chirurgia d'accettazione e d'urgenza del pronto soccorso dell'ospedale San Donato di Arezzo.

“Ho trovato un ambiente molto buono, sia da punto di vista organizzativo che professionale - afferma Zanobetti - Il lavoro svolto dal mio predecessore, Giovanni Iannelli, è stato ottimo. Qui opera un gruppo di professionisti affiatati. Questo è uno dei pochi territori in Toscana dove davvero si fa integrazione tra la struttura ospedaliera e i servizi sanitari esterni e ciò mi ha colpito molto, sapevo che questa modalità di lavoro era attiva, ma viverla in prima persona è molto stimolante”.

Nonostante la pandemia il pronto soccorso di Arezzo registra mediamente 200 accessi giornalieri. “La situazione in questa fase è sotto controllo, forse a causa della pandemia che rende tutti più timorosi e responsabili. Spero che questi comportamenti non siano dettati semplicemente dalla paura della malattia, ma sia una presa di coscienza da parte della popolazione. Il pronto soccorso serve per la malattie acute e non per le malattie gravi: la differenza non è da poco. Tante patologie gravi possono essere curate nel tempo e non necessitano interventi d'urgenza, mentre le malattie acute necessitano di azioni immediate di emergenza. Un concetto, questo, che tutti dovrebbero capire, non solo ad Arezzo ma in tutta Italia. Il problema infatti, spesso, è l'uso improprio dei pronto soccorso che penalizza poi coloro che ne hanno veramente bisogno. Tra le prime cose che vorrei fare, come ho promesso, è lavorare per potenziare la struttura con nuovo personale. Quello della mancanza di professionisti è un problema nazionale e dipende da fattori ormai cronicizzati, sta a noi trovare soluzioni innovative. In pochi giorni mi sono reso conto che sia medici che infermieri si stanno dando veramente da fare in maniera esemplare per ovviare a queste mancanze. È un gruppo che va potenziato. Io vengo da un'esperienza, quella di Careggi, dove il rapporto con l'Università e le scuole di specializzazione era strettissimo e vorrei che Arezzo diventasse parte di questo percorso. Qui i giovani sanitari possono trovare grandi professionisti e fare esperienze altamente formative e qualificanti. Il mio compito sarà soprattutto motivare il personale e lavorare in stretto contatto con la direzione generale per far diventare Arezzo attrattiva per giovani medici ed infermieri. Per quanto riguarda la gestione del Covid devo dire che ho trovato una situazione molto efficiente e organizzata. La collaborazione con i reparti Covid (malattie infettive, pneumologia e terapia intensiva) è ottima. Abbiamo percorsi controllati per l'accesso al pronto soccorso e stiamo anche studiando eventuali rafforzamenti e miglioramenti. Ci siamo dotati anche di una bolla Covid interna dove ospitiamo i pazienti in attesa di definire se necessitano di ricovero o meno. In queste settimane si presentano spesso pazienti  per varie emergenze che poi si rivelano asintomatici, in questo caso vengono gestiti in maniera specialistica e mirata”.

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