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Decine di migliaia di mascherine distribuite, tra cui quelle autoprodotte in Toscana

Domani, fanno sapere dagli uffici della giunta regionale, saranno distribuite altre 35mila mascherine marchiate CE, 54 mila ‘autoprodotte’ in Toscana e 40 mila della Protezione civile. E arriva l'ordinanza sull'uso

Domani, fanno sapere dagli uffici della giunta regionale, saranno distribuite altre 35mila mascherine marchiate CE, 54 mila ‘autoprodotte’ in Toscana e 40 mila della Protezione civile. E arriva l'ordinanza sull'uso.

Prima si usino naturalmente quelle chirurgiche marchiate CE (per la precisione CE UNI EN 149:2009), si scrive nell’ordinanza; ma poi, se quelle a disposizione nei magazzini Estar marchiate CE - che la centrale d’acquisto sta cercando ovunque e con ogni sforzo - non saranno a sufficienza, i sanitari utilizzino in ospedale quelle di tessuto che la Regione sta facendo produrre: sicure e già testate dal dipartimento di chimica dell’università di Firenze, sia pur in attesa di validazione da parte dell’istituto superiore di sanità come quelle della Protezione civile.

Del resto non si tratta di dispositivi non controllati. Il laboratorio dell’università attesta che le mascherine ‘toscane’ sono in grado di bloccare in ambo i sensi qualsiasi particella più grande di due millesimi di millimetro. Fino ad un millesimo di millimetro la percentuale di filtraggio oscilla tra il 99,7 e il 99,5 per cento, a mezzo millesimo di millimetro scende a 97,1 dall’interno all’esterno e al 95,8 dall’esterno all’interno, sotto tre millesimi di millimetro risale al 98 e 96,9 per cento. Sono compatibili con i requisiti di sicurezza delle mascherine chirurgiche marchiate.

Naturalmente le mascherine vanno utilizzate in modo corretto. Mentre si indossano e dopo averle tolte dalla confezione, va evitato di toccarle con le mani e, se proprio necessario, conviene lavarsele prima e dopo. Altrettanta cautela va impiegata nel tirarle via: lavarsi di nuovo le mani, sciogliere i lacci (prima quelli in basso), gettare la mascherina in un sacchetto di raccolta dedicato guardando bene di non toccarla all’interno, lavarsi ancora le mani.

Le mascherine sono monouso. Appena si inumidiscono con il respiro e in ogni caso alla fine del turno vanno gettate. Vanno utilizzate, si raccomanda nell’allegato all’ordinanza, quando non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza da altre persone.

L'appello alle aziende chiuse: "Prestate le vostre mascherine"

Appello del presidente Rossi per un ‘prestito di solidarietà’ alle aziende che usano, per i loro processi, mascherine con filtro FFP2 e FFP3 e i cui stabilimenti in questo momento sono magari chiusi. “Prestate i dispositivi che avete in magazzino al Servizio sanitario nazionale - propone Rossi - e quando gli approvvigionamenti saranno più costanti la Regione provvederà a restituire questo prestito”.

Le aziende a cui si rivolge riguardano più settori, come ad esempio quello orafo o che ha a che fare con cromature galvaniche. L’appello e l’invito a sottoscrivere un patto è contenuto in un manifesto predisposto in queste ore e già on line.

Le mascherine FFP2 e FFP3 sono dispositivi di protezione individuale preziosi per le attività chirurgiche complesse. Anche alcune migliaia di mascherine in più possono essere importantissime per tutti gli operatori sanitari in prima linea contro il coronavirus. Le aziende che intendono raccogliere l’appello possono telefonare al 335.440659 oppure scrivere a d.testi@estar.toscana.it

“Insieme – conclude Rossi – ce la possiamo fare”.

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