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Maestra d'infanzia per 40 anni, ora in classe con la scrittura autobiografica. L'intervista a Maria Rosa Marchi

Un corso di formazione con Duccio Demetrio è stata la chiave di tutto. 40 anni nelle scuole dell'infanzia e da quando è in pensione è diventata referente per Arezzo della Libera Università dell'Autobiografia

Per 40 anni educatrice nei servizi all'infanzia del Comune di Arezzo, poi in un periodo particolare della sua vita si è avvicinata alla scrittura autobiografica tanto da diventare formatrice e da quanto è arrivata la pensione è riuscita a portare progetti dentro le scuole e a organizzare corsi di questo particolare esercizio di scrittura anche per gli adulti.

Maria Rosa Marchi è il suo nome, è in pensione da quasi 6 anni dopo una vita trascorsa nelle scuole dell'infanzia comunali. Quasi impossibile contare quanti bambini siano stati nelle sezioni che ha seguito e quante famiglie la ricordano con affetto come la maestra del proprio figlio. Un nome su tutti è stato determinante nel suo percorso quello di Duccio Demetrio pedagogista, filosofo e accademico che da sempre promuove la scrittura di sè per lo sviluppo del pensiero interiore e auto analitico e che è il fondatore della Libera Università dell'Autobiografia di Anghiari.

Quando lo ha conosciuto?

"A metà degli anni '90 il Comune organizzò una corso di formazione con lui e ci fece fare un lavoro di scrittura autobiografica. Anche noi educatrici ci confrontammo con questo tipo di pratica per incontrare noi stesse, fermare i ricordi e produrre una sorta di autoformazione."

Lavorava già come maestra quindi?

"Sì, nelle scuole per l'infanzia comunali ci sono stata circa 40 anni, passando da Sitorni, Pallanca, ma la mia epserienza più lunga l'ho avuta all'Acropoli prima di finire gli ultimi anni in quella di San Leo."

Cosa è successo ad un certo punto?

"All'età di 50 anni ci fu un cambio importante nella mia vita e sentivo il bisogno di fare qualcosa per me fu così che mi tornò in mente la Libera Università dell'Autobiografia che Demetrio aveva fondato ad Anghiari e così dal 2009 al 2012 frequentai la scuola triennale di scrittura. Fu un percorso che affrontai con timore all'inizio, ma poi con tanto entusiasmo e alla fine ho ricevuto il riconoscimento di "esperto formatore in autobiografia". Un'esperienza che poi misi nel cassetto impegnata com'ero nella scuola dell'infanzia."

Poi è arrivato il tempo libero della pensione

"Sì nel 2016, ma non volevo allontanarmi dalle giovani generazioni e ho ripreso in mano il mio diploma di formatrice per la scrittura autobiografica. Così da 5 anni ad esempio porto avanti un progetto con la scuola media Piero della Francesca, così come ho fatto anche con la Margaritone, la Cesalpino e la 4 Novembre."

Che effetto fa la scrittura autobiografica in classe?

"Sono le restituzioni dei ragazzi che spiegano meglio di chiunque altro il valore di questo tipo di lavoro in classe: "Ho scoperto che scrivere è piacevole" mi hanno detto, oppure "è servita per conoscersi meglio". Il corso viene portato avanti anche secondo la mia formazione Montessoriana, c'è ascolto e rispetto, non ci sono giudizi e nemmeno voti, scrivono di se anche gli insegnanti e questo porta alla condivisione di emozioni, a ridere insieme, oppure a commuoversi. Sono gli stessi docenti che alla fine mi raccontano come i ragazzi siano migliorati sia dal punto di vista didattico che nelle dinamiche di gruppo. Tra le altre c'è una frase molto singificativa scritta da un ragazzo: "essere ascoltati dalle persone senza ricevere nessuna critica è molto utile a volte."

E con gli adulti?

"Le dinamiche sono diverse e in qualche caso più difficili da controllare. Ne sto portando avanti uno adesso con 50&Più della Confcommercio. Ci sono persone che hanno un'età anche importante, ci sono almeno tre 85enni. Hanno scritto tanto, lo fanno per lasciare i ricordi ai nipoti, per convididerli."

Adesso con la Lua ha anche un ruolo in più

"Sì, da fine 2021 sono diventata referente territoriale per Arezzo. Ne sono onorata."

E ci sono almeno due progetti ai quali tiene molto

"Sì, sono legati l'uno all'altro, il progetto "L’albero delle ciliegie, una storia tira l’altra. Storie di paesi, borghi e letterature dei luoghi” e quello della Biblioteca nazionale delle letterature dei luoghi che sarà inaugurata ad Anghiari dove entreranno di diritto tutti i testi inviati."

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