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Lupi nel territorio, associazioni animaliste: "Non sono mostri, pronti a collaborare per soluzioni"

"Chiaramente il lupo non è neanche un peluche, è un animale selvatico col quale vanno usate tutte le accortezze del caso. Accortezze che però non differiscono da quelle messe in pratica se si viene in contatto con cinghiali o daini"

 Wwf Arezzo, Enpa Arezzo, Oipa Arezzo e Legambiente Arezzo prendono posizione pubblicamente sulla questione lupo e si rendono disponibili a collaborare per trovare le migliori soluzioni per la convivenza con questo animale protetto che negli ultimi tempi, per svariati motivi, si è avvicinato alle zone più urbanizzate.

Le associazioni animaliste innanzitutto ribadiscono "che il lupo fa parte dei beni indisponibili dello Stato ed è protetto da leggi nazionali ed internazionali che nei decenni hanno permesso a questo animale di salvarsi dall’estinzione perchè cacciato senza criterio e perchè visto dalla popolazione non per quello che è ma per il mostro cattivo uscito dalla penna dei fratelli Grimm. Il lupo non è un mostro mangia bambini ma “soltanto” un predatore la cui funzione è determinante per gli equilibri di un ecosistema in quanto regolando il numero di prede in natura permette agli ungulati di non essere mai in soprannumero e per questo di non dover andare a cercare “fortuna” nei terreni coltivati o nei centri abitati”; alla vegetazione di proliferare perché se fino a qualche anno fa su una superficie boschiva di tot ettari si potevano trovare ungulati (es.cinghiali e caprioli) più o meno dappertutto, adesso le prede sono tornate a fare le prede e cioè creano branchi al fine di difendersi dal predatore. Questo fa sì che dove i branchi non sono presenti, la vegetazione può “rifiatare”, il non proliferare di virus letali come quello della peste suina che indebolendo gli animali malati, li rende facili prede. Questo fa sì che gli animali infetti abbiano molto meno tempo per contagiare gli altri."

"Chiaramente il lupo non è neanche un peluche, è un animale selvatico col quale vanno usate tutte le accortezze del caso. Accortezze che però non differiscono da quelle messe in pratica se si viene in contatto con cinghiali o daini. Da questo punto quindi, il lupo non ha portato novità."

Il caso degli allevatori

"Novità che invece possono esserci per gli allevatori verso i quali infatti sono previste tutta una serie di contromisure che comprendono l’uso dei cani da guardiania, recinti elettrificati, ricoveri notturni e nel caso peggiore, indennizzi. Esistono associazioni di allevatori che riescono a tenere sotto controllo la questione lupo avvalendosi dei mezzi messi a disposizione da Regione/Stato/Unione europea per cui il problema non è insormontabile. Molti ricercatori, studiando l’espansione territoriale del lupo, stanno al contempo lavorando su nuove tecniche e soluzioni che permettano la coesistenza. Quello che sta avvenendo nelle nostre zone è molto simile a ciò che sta avvenendo, è già avvenuto o avverrà presto in altre aree e vederlo come una noia o un problema è limitativo oltre che non efficace per trovare una soluzione. Come associazioni radicate sul territorio, siamo disponibilissimi (lo auspichiamo) ad un confronto costruttivo con i cittadini e le amministrazioni per raccontare come, in altre parti dello stivale, si sia trovata o si stia trovando la via per la coesistenza. Siamo pronti a portare le nostre esperienze e quelle degli amici allevatori con i quali abbiamo collaborato per venirne fuori insieme. In ultimo, ma non meno importante, auspichiamo in un’informazione corretta, che abbia come scopo, non quello di sensazionalizzare il fenomeno, ma di porlo alla conoscenza dei lettori con toni e contenuti adeguati alla notizia."

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