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"Ludopatia: i mali dei giochi d’azzardo", una tavola rotonda promossa dalla Cisl

Un business che vale il 4% del Pil nazionale. Nel 2016 gli italiani hanno giocato 96 miliardi di euro in slot, videolottery, Gratta e Vinci, lotterie, scommesse ecc. ecc. (giochi legali); mentre gli aretini in tutta la provincia hanno speso 478...

Un business che vale il 4% del Pil nazionale. Nel 2016 gli italiani hanno giocato 96 miliardi di euro in slot, videolottery, Gratta e Vinci, lotterie, scommesse ecc. ecc. (giochi legali); mentre gli aretini in tutta la provincia hanno speso 478 milioni per una spesa procapite pari 1088 euro, mentre a livello regionale è di 1571 euro.

Ma chi sono i giocatori d’azzardo patologici? E perché lo diventano? Cosa succede davanti a una slot machine? E’ possibile intervenire e spezzare questa dipendenza? Perché sempre più gli anziani si avvicinano al gioco?

Domande legittime alla luce degli ultimi dati che, anche nel nostro territorio, sono decisamente inquietanti. Una prese d’atto alla quale la Federazione Nazionale Pensionati CISL della provincia di Arezzo vuol focalizzare l’attenzione e dare, con il contributo degli addetti ai lavori, non solo chiavi di lettura, ma anche delle risposte così come suggerire buone pratiche per non restare incagliati in questa rete. Quindi, un viaggio nella testa di chi si gioca la quotidianità ed il futuro, di chi, con fatica, prova a riprenderselo e di chi, istituzioni, mette in atto pratiche per arginare e fermare l’avanzata di questo disastro che non ha più riguardo per nessuno.

“Ludopatia: i mali dei giochi d’azzardo” questo è il tema che sarà affrontato, nell’ambito della tavola rotonda organizzata per giovedì 12 aprile a partire dalle 15.00 nella Sala dei Grandi del palazzo della provincia di Arezzo. All’evento hanno concesso il patrocinio la Provincia di Arezzo, Azienda USL Toscana Sud Est ed il Comune di Arezzo.

Dopo il saluto istituzionale che vedrà la presenza del presidente della Provincia, Roberto Vasai, del responsabile nazionale della Formazione FNP/CISL, Attilio Rimoldi, del segretario regionale FNP CISL Toscana, Mauro Scotti e del segretario territoriale CISL Arezzo, Silvia Russo si entrerà nel vivo dell’argomento che sarà affrontato, sia dal punto di vista sanitario sia legislativo, con il contributo di Marco Becattini, responsabile Serd Arezzo, Antonella Valeri, direttore zona distretto sanitario Arezzo, Simona Neri, responsabile Anci Toscana per le ludopatie, Lucia Tanti, assessore alle Politiche sociali del comune di Arezzo, Filippo Torrigiani, consulente commissione parlamentare antimafia e Gianni Bacci, responsabile associazione “Mi rimetto in gioco”. Coordinato l’incontro la giornalista Antonella di Tommaso.

La ludopatia, oggi, è considerata una malattia da trattare come una dipendenza al pari di alcol e droga. E l’Italia ha il triste primato di essere il primo mercato del gioco d’azzardo in Europa e il terzo mercato nel mondo. I dati nazionali sottolineano che essa è la terza impresa del Paese, fiorente e in crescita, che non risente della crisi ma che anzi, su di essa prospera. Nell’aretino la situazione è altrettanto drammatica. Gli ultimi dati (2016) riportano che c’è stata, relativamente ai giochi legali, una raccolta pari a 478 mln.. Un dato che, spalmato nei 39 comuni, non possiamo non restare basiti dalle risultanze: a Civitella della Chiana si spendono 2325 €. a testa; a Castiglion Fiorentino 1888; a San Giovanni Valdarno 1837; ad Arezzo 1785; a scendere tutti gli altri fino ad arrivare a Ortignano Raggiolo con 50 € a testa.

Per lo Stato il gioco d’azzardo è un settore economicamente strategico non lo è, invece, per tante tantissime famiglie finite sul lastrico e non lo è per la società tutta costretta a pagare i danni di questo disastro. Perché l’azzardo premia una minoranza, una piccola minoranza, e fa pagare il conto alla maggioranza ossia a tutti noi. Non solo: quando perdi, giochi ancora per recuperare i soldi. Quello che vinci, lo rigiochi per lo stesso motivo. È un circolo vizioso.

Ecco che allora parlare, denunciare, contrastare diventa un obbligo irrinunciabile visto che in alcuni comuni, proprio qui nell’aretino, il giro d’affari del gioco è nettamente superiore al bilancio annuale dell’Ente.

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