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Livio Conti: la storia del partigiano rigutinese fucilato il 29 aprile 1945

Il Comitato Rigutinese Ricerche Storico-Culturali ha organizzato una semplice cerimonia per commemorare il sacrificio del concittadino

Domenica 25 aprile la comunità di Rigutino, frazione alle porte di Arezzo, celebrerà con una semplice cerimonia - nel rispetto delle normative anti contagio - per rendere omaggio ai caduti della Resistenza. Nell'occasione sarà commemorato anche il sacrificio di un partigiano della Brigata Osoppo, Livio Conti nato a Rigutino. Fu fucilato dai tedeschi a San Giorgio di Nogaro (Udine) il 29 aprile 1945.

L'iniziativa è stata organizzata dal Comitato Rigutinese Ricerche Storico-Culturali. Il parroco di Rigutino benedirà la tomba.

Ricordo di Livio Conti. Il partigiano rigutinese fucilato il 29 aprile 1945

Di Santino Gallorini

Ricorderò qui Livio Conti, partigiano rigutinese della Brigata “Osoppo”. La sua figura era pressoché sconosciuta anche a Rigutino e se ne deve la riscoperta a Gustavo Cavallini e Massimo Pulitini, instancabili ricercatori di memorie del loro paese.

Livio era nato a Rigutino il 4 novembre 1925 da Zeffiro e Ada Lucci. Quando aveva poco più di 5 anni, la sua famiglia emigrò in Francia alla ricerca di un lavoro per Zeffiro e si stabilì a Marsiglia.

Diventato più grande, Livio d’estate tornava in Italia, ospite delle colonie per i figli degli italiani all’estero. Conosciamo certi suoi soggiorni a Cattolica, dove lo zio Solindo Conti, andava a prenderlo per portarlo a Rigutino a fare visita ai parenti.

Nel 1940, anno della nascita del fratello Roberto, Livio si trasferì in Italia per studiare, ospite degli zii a Rigutino. In questo periodo conosce una ragazzina rigutinese e tra i due sboccia un tenerissimo sentimento, interrotto dalle successive vicende belliche.

Abbiamo una foto, che lo ritrae giovanissimo assieme a due altri coetanei, tutti in divisa da marinaio: è probabile che arrivato all’età utile, Livio si sia arruolato nella Regia Marina.

Dopo l’8 settembre 1943, Livio torna a Rigutino, dagli zii e dalla fidanzatina, ma per precauzione alloggia da una famiglia a Casa di Monte, sul monte Lignano. Si muove con prudenza, spesso di notte, tra Casa di Monte e Rigutino, per fare visita agli zii ed alla sua ragazza. Un giorno che, colpito dalla scabbia, si reca a Rigutino per farsi visitare dal medico condotto – il Dott. Mario Di Pasquo, collegato alla formazione partigiana “Vestri” – viene riconosciuto dal maresciallo dei carabinieri, che lo ferma e lo consegna alle autorità militari.

Ne perdiamo le tracce per qualche tempo. Quando lo ritroviamo è a Torviscosa (UD), a svolgere il servizio di “guardia” presso l’agenzia V della SAICI (Società Anonima Agricola Industriale per la produzione italiana della Cellulosa). La SAICI aveva suddiviso i suoi 5.000 ettari in 6 unità industriali, chiamate “agenzie”, ognuna delle quali costituiva un nucleo autonomo con edifici direzionali, residenziali e produttivi. Scopo delle agenzie era coltivare canne gentili per la produzione della cellulosa dalla quale veniva ricavata, nel locale stabilimento, la fibra sintetica rayon.

Se accettiamo quanto scritto nella sua scheda personale, nel giugno 1944 Livio entrò nelle formazioni partigiane del Raggruppamento “Osoppo”. Per essere precisi, Livio era nella 12^ Brigata della 2^ Divisione. Ma c’è un problema: nella scheda Livio è detto figlio di Marco e di Zilli Giulia. In una Carta d’Identità, rilasciatagli il 24 luglio 1944 dal Comune di Latisana, Conti Livio viene detto figlio di Marco e di Giulia Gigli. Inoltre, vi è scritto che è nato il 4 gennaio 1925. Ovviamente sono dati non corretti. Livio risulta residente a Latisana, in via Pertegada. Alto m. 1,62, capelli castani ed occhi bruni, di professione appare “commesso”. Come spiegare la data di nascita sbagliata e i nomi dei genitori differenti dai veri? Ammesso che il documento non sia del tutto falso, l’unica spiegazione che viene in mente è che al 24 luglio 1944 essendo Livio già partigiano, abbia dato generalità semi-vere, in modo che se lo avessero catturato non ne avrebbero subìto conseguenze i suoi genitori.

Dunque, Livio Conti nel giugno 1944 entrò in un reparto di una Brigata “Osoppo-Friuli”, prendendo il nome di battaglia di “Cisco”. Come ben sappiamo, le Brigate Osoppo-Friuli furono ufficialmente fondate nel Seminario di Udine nel dicembre 1943. Esse raggruppavano reparti di partigiani, già attivi o in fase di formazione, di ispirazione cattolica, laica, liberale e socialista. Le Brigate Osoppo-Friuli ebbero quali segni distintivi il cappello alpino e il fazzoletto verde, si chiamavano “patrioti” e si distinguevano dalle formazioni “comuniste” per l’aspirazione ad un futuro stato democratico. Inoltre, nella loro operatività militare, evitavano di impegnarsi in azioni che avessero potuto compromettere la sicurezza della popolazione civile.

Il reparto in cui si era arruolato Conti operava nell’area di Torviscosa, San Giorgio di Nogaro, Malisana e Cervignano del Friuli. Un’area di recente bonifica, in gran parte coltivata a canneti e quindi ricca di rifugi e vie di fuga per i partigiani.

A comandare il reparto di Livio c’era Giovanni Ardigò Della Pozza, nome di battaglia “Dick”. Per poter operare in maniera agile e determinante, Dick formò una specie di commando di 9 patrioti, denominati “tubisti”. Tra questi tubisti c’erano Primo Da Pol (Villa), Enzo Fiumalbi di Pontedera (Tonio) e Livio Conti (Cisco). Dal febbraio 1945 il gruppo partigiano di Livio assumerà la denominazione di Battaglione “Villa”, dal nome di battaglia del “tubista” Primo De Pol, ucciso in uno scontro con i tedeschi il 15 ottobre 1944. I “tubisti” ebbero altri scontri con i tedeschi, i più noti sono quello del 24 febbraio 1945 alle Crosere di Latisana e quello durissimo contro le SS germaniche a Titiano (Precenicco), dove il gruppo riuscì a salvare dalla cattura alcuni ex prigionieri alleati.

La vita dei “tubisti”, ma si può dire dei reparti della Osoppo, non era facile: oltre alla guerra aperta contro i nazisti ed i repubblichini, dovevano guardarsi dai reparti comunisti del IX Corpus sloveno e dei GAP nostrani, in particolare da quello comandato da Toffanin (Giacca), noto per la strage di Porzus. Scrive Roberto Tirelli in una biografia di Dick: “Il gruppo è efficiente poiché trova una rete di informatori, di staffette, di persone che danno rifugio e sostegno materiale. L’elemento sorpresa e rapidità di azione è fondamentale. La preparazione e la motivazione degli uomini porta sovente al successo con una strategia perfetta nella preparazione e nella esecuzione”. Oltre alle abitazioni private, i combattenti della Osoppo trovavano rifugio anche nelle canoniche delle parrocchie e parecchi sacerdoti, tra cui lo stesso parroco di Torviscosa, don Francesco Pituello, facevano parte dei locali CLN. Una delle maggiori attività dei “tubisti” fu quella di disarmare guardie comunali, guardiani privati, carabinieri, al fine di procurare armi ai nuovi arruolati.

La guerra era ormai giunta al suo epilogo. Il 25 aprile molte città del Nord Italia erano state liberate. Ma nel Friuli rimanevano parecchi reparti tedeschi. Anche a Torviscosa c’erano tedeschi e repubblichini. I “tubisti” si erano ricongiunti ai restanti partigiani del “Villa”. Eravamo arrivati al 28 aprile ed ancora c’erano in zona 150 SS a Malisana, una ventina di tedeschi e repubblichini in località Rotonda, 100 SS a Porpetto, 50 a Castello, 171 SS spagnole a Planis ed altre 120 SS della Brigata Feldpost. C’erano anche i marinai delle batterie costiere delle Olmarie. Proprio questi ultimi si erano ultimamente arresi ai partigiani e quella resa faceva ben sperare anche per gli altri reparti nemici.

Fu così che “Novello”, il comandante del “Villa” si decise a chiedere la resa ai nazifascisti della Rotonda. E qui le versioni sono discordanti. Per prima daremo quella del parroco di Torviscosa, che nelle sue Memorie – fatte conoscere a Pulitini dall’attuale parroco, don Gianni Molinari – alla data 28 aprile 1945 scrive testualmente: “All’ora convenuta, due partigiani si presentano all’ufficiale tedesco intimando la resa che è rifiutata, per arrendersi al governo alleato. Allora i Patrioti iniziano l’attacco ed hanno la peggio. Due feriti rimangono in mano ai tedeschi”. E alla data 30 aprile continua: “Nel frattempo giunse notizia che i due feriti nell’azione della Rotonda del sabato sera, giacevano uccisi presso il Cimitero di S. Giorgio. Erano i due partigiani della Osoppo: Guido e Cisco. Ci siamo subito occupati che le due salme fossero trasportate nel nostro Camposanto, ed alle ore 14 entravano nella Chiesetta del nostro Cimitero. Il Parroco si recò a visitarli: li riconobbe.

Guido era amico di casa e di azione, fu un periodo di tempo nel quale fummo soli a mantenere viva la fiamma della liberazione. Cisco operava ai Casali di sotto assieme a Milano”.

Il 3 maggio ci furono i funerali solenni, ben descritti da don Pituello che ne fu il celebrante: “Alle ore 11 dinanzi ad una folla immensa il Parroco celebrò Messa bassa, mentre le note dell’armonium coprivano i molti singhiozzii di parenti colpiti. […] Il trasporto al cimitero è stato solenne. […].

Fiumalbi Enzo – Guido di Fernando e di Simonetti Annita Michelina, nato il 31 ottobre 1923 a Pontedera, elettricista qui, e qui Partigiano col nome di Tonio. È stato ferito nell’ azione della Rotonda del sabato sera 28 Aprile. Trasportato dai tedeschi in ritirata fino a San Giorgio, e presso quel Cimitero venne ucciso dagli stessi nella domenica 29.

Conti Livio di Zeffiro e di Lucci Ada, nato a Rigutino di Arezzo il 4 novembre 1925, guardia alla agenzia V°, qui Partigiano e compagno nell’ azione della Rotonda, seguì la sorte di Tonio. Il suo nome di battaglia: Cisco”.

Invece, nell’aneddotica partigiana, si dice che Tonio e Cisco la sera del 28 aprile erano andati dai tedeschi della Rotonda per chiederne la resa, ma fatti prigionieri, la mattina del 29 furono portati al cimitero di San Giorgio e fucilati.

Di certo c’è che Livio Conti e il suo amico Fiumalbi furono fucilati dai tedeschi presso il cimitero di San Giorgio. Morti quindi in conseguenza di un’azione partigiana alla quale erano stati comandati.

Dopo un anno dalla tragica fine, il 29 aprile 1946 Livio fu riportato a Rigutino a cura dello zio Solindo Conti. Nel paese che lo aveva visto ragazzino e poi giovane studente, gli fu data solenne sepoltura ed un monumento nel locale cimitero ne ricorda il sacrificio.

Anche a Torviscosa nel novembre 1946 è stata posta una lapide che ricorda Livio Conti assieme ai suoi compagni, come lui caduti per la nostra Libertà, “Villa” e “Tonio”. E il 25 aprile 2011 un’altra lapide in suo ricordo e in quello di altri due Partigiani è stata scoperta a San Giorgio di Nogaro.

Il 25 aprile, alle ore 11,30 Livio Conti verrà ricordato presso il Cimitero di Rigutino, con una semplice cerimonia organizzata dal Comitato Rigutinese Ricerche Storico-Culturali.

Ringrazio per la collaborazione, oltre agli amici Massimo Pulitini e Gustavo Cavallini, Roberto Conti, fratello di Livio, Don Gianni Molinari, parroco di Torviscosa, Daniele Peressutti dell’ANA friulana, Giorgio Cojaniz e l’Arch. Roberto Volpetti, Presidente dell’Associazione Partigiani Osoppo-Friuli.

Livio Conti: il partigiano rigutinese della “Osoppo”

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