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L'inferno e la reazione, i racconti di 5 aretini a Parigi: "Niente è sicuro, ma la gente cammina a testa alta"

Scioccati, spaventati, ma comunque determinati. E soprattutto salvi. Sono gli aretini a Parigi, il giorno dopo l'inferno. Hanno vissuto in prima persona il dramma di un intero Paese, respirandone l'angoscia, condividendone il dolore. Il primo...

Scioccati, spaventati, ma comunque determinati. E soprattutto salvi. Sono gli aretini a Parigi, il giorno dopo l'inferno. Hanno vissuto in prima persona il dramma di un intero Paese, respirandone l'angoscia, condividendone il dolore.

silvia martiniIl primo messaggio, a caldo, era arrivato nella notte: Silvia Martini, attravaerso facebook, era riuscita a far sapere a parenti e amici di stare bene nella città sotto assedio ("Parigi. Blindata alla maison d’Italie, sto bene"). Lei, nella capitale francese con la sua compagnia teatrale, si trovava alla Maison d’Italie dove era in corso uno spettacolo. E nel caos post attacco ha faticato per ritornare al suo alloggio che si trova nella zona di Place de la Republique, uno dei luoghi macchiati di sangue.

Alcuni scatti della piazza li invia oggi un altro aretino, Matteo Gelsumini, falegname di 31 anni, anche lui a Parigi per lavoro, assieme al collega di Montevarchi Roberto Martone. “Sto bene, eravamo al sicuro ieri sera. Ma il Bataclan è a cinque minuti dal mio albergo. Piazza della Repubblica questa mattina sembrava un teatro di guerra”. Matteo non sa quando potrà tornare a casa: “Siamo qui per montare una struttura per conto di Prada. Almeno fino a domani rimaniamo qui, nella speranza che presto si sblocchi la situazione”. Poi, sui parigini, dice:

"Ieri sera ho visto famiglie di clochard con bambini prendere tutto quello che avevano e scappare al sicuro anche se non sapevano bene dove andare perché qua intorno nulla sembrava sicuro. È forte la reazione dei parigini a questa orrenda vicenda, ma stamani uscendo per la strada ho visto gente che camminava a testa alta".

Ha usato facebook anche Francesca Bassani del centro artistico Spazio Seme, che ieri era all'evento AirBnb Open 2015 di Parigi. “Amici sono sana e salva e al sicuro. Grazie per tutti i messaggi e le chiamate”, ha scritto a caldo. Oggi racconta: “Per fortuna ero da poco rientrata nella casa in cui sono ospite, in zona Montmartre/Saint Lazare. Non vicinissima, ma nemmeno troppo lontana dagli attachi”.

L'ultima testimonianza è quella del padre della 21enne Silvia Rossi, Gianni, che da Arezzo ha seguito con apprensione l'evoluzione degli attacchi a Parigi. “Mia figlia è rimasta barricata in casa, assieme ai suoi coinquilini – spiega il babbo -, si trova a Parigi per studio. E' una studentessa della facoltà di filosofia dell'Università di Firenze ed è in Francia per un'esperienza Erasmus. Sono già un paio di mesi che è lì”. E continuerà a stare a Parigi? “Non mi ha detto che vuol tornare a casa. Tornerà per Natale, poi ripartirà”. A Parigi si resiste.

Nelle foto di Matteo Gelsumini, Piazza della Repubblica questa sera:

@MattiaCialini

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