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Lfi, approvato il bilancio con utile netto di circa 1,3 milioni di euro. Risale il numero dei viaggiatori

Il presidente Seri: “Fatturato di oltre 21 milioni, investimenti per 13 milioni di euro per due nuovi treni”. Il ricordo di Vignaroli

Un fatturato di 21 milioni e 600 mila euro e un utile netto di circa 1,3 milioni di euro. Sono questi i dati principali emersi ieri, mercoledì 29 giugno, dall’assemblea dei soci di Lfi – La Ferroviaria Italiana con sede ad Arezzo - che ha approvato il bilancio di esercizio 2021. Il gruppo è formato da Lfi Spa e da Tft Spa ed è guidato dal presidente Maurizio Seri. Nel corso dell’assemblea hanno ricordato la figura di Luigi Vignaroli, professionista stimatissimo e socio di Lfi.

Il 2021 è stato un anno complesso, ma con investimenti sulla linea

“Il 2021 – ha detto Maurizio Seri, presidente Lfi - è stato un anno particolarmente complesso a causa della situazione pandemica. Nonostante il Covid l’attività di Lfi è stata svolta a pieno regime. Abbiamo ottenuto dalla Regione Toscana investimenti aggiuntivi per 900 mila euro da destinare alla manutenzione della linea e dell’infrastruttura ferroviaria. Sono poi proseguiti i lavori per l’istallazione del sistema di sicurezza ERTMS finanziato anch’esso dalla Regione”.

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I viaggiatori tornano a crescere. 

“Dopo la forte diminuzione di viaggiatori nel 2020 con meno 50 per cento, nel 2021 il trend è tornato a crescere (+ 30%), anche se sotto i livelli 2019. Il primo semestre 2022 è in linea con il 2021”.

Prospettive del Gruppo.

“Abbiamo previsto investimenti per oltre 13 milioni di euro per due nuovi treni Alstom POP, e 3 milioni di euro per due locomotori da linea e manovra. Stiamo inoltre progettando la linea Arezzo-Siena con relativo servizio ferroviario per il collegamento dei due capoluoghi di provincia”.

Criticità.

“In questo quadro positivo vanno riscontrate alcune criticità, a partire dal contratto di servizio scaduto nel 2020 con la Regione Toscana con la quale Lfi si sta discutendo, insieme a RFI, su eventuali sinergie per un passaggio soft di consegne sulla gestione dell’infrastruttura, così come previsto dalla normativa di settore che prevede il passaggio di tutte le linee ferroviarie italiane al gestore unico pubblico nazionale (RFI). Inoltre, tra le criticità va citata la causa pendente, oggi in appello, con la Provincia di Arezzo, dal cui esito dipendono scelte di natura societaria e di sviluppo del territorio di riferimento”.

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