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"Ripartenza rapida o sarà troppo tardi". L'appello della presidente della Provincia a governo e Regione

Silvia Chiassai Martini si è fatta portavoce di alcune riflessioni condivide dalle associazioni di categoria

"La ripartenza deve essere veloce o sarà troppo tardi". La dichiarazione è della presidente della Provincia di Arezzo, Silvia Chiassai Martini, che ha preso carte e penna e scritto una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte e al governatore della Regione Toscana Enrico Rossi. L'obiettivo è quello di ribadire la necessità di mettere in atto misure straordinare per il rilancio delle imprese così da salvaguardare il territorio e l’occupazione.

“Ho sentito il dovere di lanciare un appello a Regione, governo e anche agli istituti bancari - sottolinea la presidente Chiassai - Dopo la fase di lotta all’emergenza sanitaria, basata sulla responsabilità dei cittadini nel cambiare le abitudini di vita e sul sacrificio chiesto alle imprese, oggi serve una svolta decisa per non dovere raccogliere i pezzi di un’emergenza economica ancora più grave. Occorre mettere in campo, prima che sia troppo tardi, gli strumenti necessari ad una ripartenza veloce, senza perdere di vista le dovute misure di protezione che le imprese sono in grado di fornire. Non possiamo continuare a risolvere i problemi stando fermi, con coraggio e determinazione, dobbiamo lavorare alla ripresa avendo chiaro il percorso da intraprendere".

Alla lettera la presidente Chiassari ha allegato un documento in cui sono state raccolte le richieste pervenute dalle associazioni economiche e di categoria.

"Le istituzioni devono ascoltare il grido di aiuto del mondo produttivo che chiede di accedere facilmente alla liquidità, senza lungaggini o inspiegabili ritardi - prosegue - prevedere subito il contenimento dell’imposizione fiscale e delle tasse, che le imprese non riescono a sostenere per il blocco forzato delle attività e come misura concreta per accompagnare la ripartenza; mettere a disposizione finanziamenti a fondo perduto alle partite Iva per contenere i danni economici, anche a garanzia dell’occupazione; il Covid deve essere l’occasione per liberarci finalmente dalla burocrazia e per programmare un rilancio pieno delle produzioni, contrastando in maniera efficace la perdita preoccupante di fette di mercato, in quanto i vari competitors mondiali non hanno mai smesso di lavorare".

La necessità di mettere in atto delle azioni di supporto specifiche per il territorio aretino, il cui tessuto imprenditoriale è formato per lo più da piccole e medie imprese, diventa dunque un'impellenza per tentare di arginare i danni causati dal prolungarsi del lockdown. "Le nostre imprese - spiega ancora la presidente - hanno sempre dimostrato una grande capacità di resistere anche in periodi storici più bui, in cui le crisi finanziarie mondiali non hanno risparmiato nessuno. Stavolta, senza i sostegni necessari, perché gli imprenditori non potranno contare soltanto su intraprendenza o qualità dei prodotti, le conseguenze saranno drammatiche anche in termini di coesione sociale. Oggi più che mai dobbiamo essere pragmatici, assumerci la responsabilità delle scelte, avendo una visione sul futuro che non possa prescindere dalla tutela del patrimonio delle nostre imprese e dei nostri lavoratori che sono il motore di tanti settori strategici dell’economia italiana: manifatturiero, tecnologico, agricolo, turistico, culturale. Possiamo uscire vincenti dalle ripercussioni della pandemia, solo con scelte condivise e con la collaborazione fattiva tra le parti. Questa tragedia potrebbe veramente essere per l’Italia l’evento che genera il “punto zero” o “il punto di non ritorno” in base alle decisioni prese e alla facilità con la quale saremo capaci concretamente di attivare le misure richieste. Quando un’attività chiude o non sarà in grado di ripartire, sarà  una dura sconfitta per tutto il sistema Paese”.

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