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Lettera aperta: Saione oltre l’emergenza

  La questione Saione ha tenuto banco per tutta l’estate a causa di fatti di grandissima rilevanza che hanno  fatto scattare una sorta di campanello di allarme con la maxi rissa del 13 agosto. In quella circostanza è stato chiaro a tutti, anche...

La questione Saione ha tenuto banco per tutta l’estate a causa di fatti di grandissima rilevanza che hanno fatto scattare una sorta di campanello di allarme con la maxi rissa del 13 agosto. In quella circostanza è stato chiaro a tutti, anche a coloro la cui vita si svolge lontana da certe aree, che se un problema non viene arginato questo è destinato ad espandersi , avvicinarsi e comportare conseguenze per tutti. Ma da allora è cambiato qualcosa? In termini di controllo e interventi di pubblica sicurezza certamente sì, anche se purtroppo la situazione è talmente radicata nel tempo da rendere difficili interventi veramente risolutivi , complice ovviamente un sistema giudiziario che non pare essere in grado di arginare fenomeni come spaccio o microcriminalità.

Ma cosa accadeva a Saione prima delle maxi risse? Era forse un’isola felice? Assolutamente NO.

A giudicare da certe reazioni però parrebbe di intendere che, eccezion fatta per queste ultime ‘lotte per il controllo del territorio’ da parte di spacciatori in gran parte nigeriani e magrebini che hanno portato violenza e crimine, la strada intrapresa negli anni per fare di Saione una sorta di ‘melting pot’ funziona , o almeno è così per qualcuno.

E’ quello che pare voler dimostrare il recente incontro promosso da uno dei vari comitati cittadini (nato in modo apolitico ma forse modificatosi nel tempo) volto ad analizzare un questionario che si proponeva di dare una lettura del quartiere. Ebbene per poter avere delle risposte dagli abitanti…il suddetto questionario è stato tradotto in inglese, francese, bangla (ovviamente era disponibile anche in italiano) e alla luce dei risultati pare che esistano davvero delle difficoltà per quanto riguarda la lingua. Ma è questo il solo dato rilevato su cui riflettere? E’ solo un problema di lingua quello che emerge o forse una perdita di identità da parte degli abitanti del quartiere che, per ovvie ragioni, provoca in loro malcontento e disagi?

Nel corso dell’incontro erano presenti le comunità del Pakistan , del Bangladesh e personaggi politici direttamente collegati con quest’ultima nonché con la sua attività di organizzazione che si occupa di migranti, insomma un vertice multietnico in cui sembra più evidente la necessità di dar voce a queste nuove comunità ( la cui vita è stata turbata dai recenti fatti di cronaca a partire dai volantini lanciati nella zona di via isonzo e via trasimeno) piuttosto che dare voce a Saione.

Il dubbio quindi sul fatto che a volte vi sia un maggiore interesse nei confronti dell’inserimento e dell’avanzamento delle comunità provenienti dai vari flussi migratori piuttosto che la restituzione del quartiere agli aretini diventa legittimo. Si vuol far diventare Saione un ‘quartiere multietnico modello’ con buona pace di coloro che chiedono aiuto da tempo perché sopraffatti da questa trasformazione impattante che ha tolto loro identità? Una volta cessato l’allarme causato dalle risse per il controllo dei territori dello spaccio che ha messo in movimento anche chi ha fatto della parola ‘rifugiato’ il proprio mantra quotidiano si continuerà ad ‘usare’ Saione come ‘cavia’ per l’integrazione?

La spaccatura causata da una realtà in cui non è stato più possibile identificarsi ha portato ad un allontanamento psicologico e fisico con il conseguente abbandono della zona da parte di quegli aretini nati o cresciuti nell’area di Saione. La zona è diventata quindi una sorta di ‘terra di nessuno’ da conquistare e si sa, in tali circostanze riescono a farsi strada solo prepotenza, arroganza e da ultimo il crimine che è scoppiato questa estate come un bubbone che però era ormai evidente da tempo.

Saione ha una sua identità e una sua storia. Coloro che non vogliono abbandonare le proprie radici e il futuro che avevano iniziato a costruirsi prima che questa ‘spersonalizzazione’ iniziasse, hanno tutto il diritto ad essere considerati, rispettati e non considerati come una piccola realtà destinata solo ad adeguarsi o estinguersi.

Firmato: Una cittadina aretina

p.s. per completezza di informazione, invitiamo a leggere il resoconto dell'assemblea pubblica del Nuovo Comitato di Saione e l'analisi dei dati emersi dal questionario.

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