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Le voci della Casa delle Culture: "C'è amarezza, si chiude un centro funzionale, efficiente e ricco di stimoli"

Una storia che finisce. Un capitolo chiuso. Una casa che si svuota. Il 31 maggio 2018 verrà ricordato come il giorno in cui la Casa delle Culture ha smesso di esistere nello stesso luogo dove è sorta oltre 5 anni fa. L’edificio di piazza...

Una storia che finisce. Un capitolo chiuso. Una casa che si svuota.

Il 31 maggio 2018 verrà ricordato come il giorno in cui la Casa delle Culture ha smesso di esistere nello stesso luogo dove è sorta oltre 5 anni fa.

L’edificio di piazza Fanfani da domani sarà vuoto e il suo futuro prossimo è tutto da stabilire così come lo è quello delle tante persone e delle tante realtà che qui hanno trovato un porto sicuro dove operare, riunirsi e dove dare vita ad attività uniche nel proprio genere.

Già, perché la Casa delle Culture, gestita da Oxfam, non era soltanto un luogo dove vi si recavano cittadini non italiani ma, bensì, un punto di aggregazione sociale, la sala prove dell’orchestra multietnica, il luogo dove le associazioni di lettura si ritrovavano, l’incubatrice di nuovi cittadini, l’angolo per il dopo scuola, della scuola di italiano.

Realtà che oggi traslocheranno altrove e che, come tutte e 50 le associazioni presenti all’interno di questo stabile, cercheranno una nuova location. Un nuovo punto di incontro.

Oggi sono stati proprio coloro che negli anni hanno abitato queste stanze a raccontarci la loro versione e fornire la loro testimonianza.

Tante voci differenti ma allo stesso tempo accomunate dallo stesso sentimento di frustrazione e amarezza per il trasloco forzato altrove.

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