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Martedì, 16 Aprile 2024
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Le case del Granduca da salvare, un protocollo per le leopoldine della Valdichiana

Recuperare, riqualificare e valorizzare le fattorie e le case coloniche 'Leopoldine' della Valdichiana. Con questo obiettivo la Regione Toscana e i Comuni di Arezzo, Castiglion Fiorentino, Civitella Val di Chiana, Cortona, Foiano, Marciano della...

Recuperare, riqualificare e valorizzare le fattorie e le case coloniche 'Leopoldine' della Valdichiana. Con questo obiettivo la Regione Toscana e i Comuni di Arezzo, Castiglion Fiorentino, Civitella Val di Chiana, Cortona, Foiano, Marciano della Chiana, Monte San Savino, Montepulciano, Sinalunga e Torrita di Siena sottoscriveranno un protocollo d'intesa il cui testo è stato approvato nella seduta odierna della Giunta regionale.

Il sistema insediativo della bonifica granducale della Valdichiana, fatto di ville, fattorie e case coloniche 'Leopoldine', realizzate secondo precisi criteri architettonici definiti dallo stesso granduca Pietro Leopoldo per garantire alle famiglie dei coloni abitazioni adeguate e salubri, rappresenta una caratteristica insediativa della Valdichiana da tutelare come bene paesaggistico oltre che storico-culturale. Per contrastare l'abbandono ed il degrado che stanno interessando molti di questi immobili, la Regione ha promosso e definito un protocollo che favorirà il recupero delle strutture - anche tramite la loro destinazione ad usi non agricoli - garantendo la salvaguardia della configurazione originaria della struttura ed il mantenimento dell'integrità dell'impianto architettonico e la sua unitarietà percettiva.

Per contrastare i fenomeni di abbandono, Regione e Comuni della Valdichiana si impegneranno a valutare tutte le 'Leopoldine' come parte di un 'sistema' da tutelare e valorizzare, anche tramite la realizzazione di percorsi ciclopedonali. Verrà poi definito un 'Progetto di paesaggio' per coniugare aspetti paesaggistici, storico-culturali, turistici, rurali ed ambientali della Valdichiana.

Si impegnano inoltre ad ampliare gli usi ammissibili. Accanto alla funzione agricola (multifunzionalità, agriturismo, residenze agricole per i giovani imprenditori,ecc), infatti, sarano ammesse quella residenziale, le attività e i servizi legati alla promozione del territorio, le attività legate al settore terziario (come servizi ed uffici), oltre a funzioni turistico-ricettive ed edilizia sociale.

Per salvaguardare la configurazione originaria delle strutture e delle aree di pertinenza e i rapporti di gerarchia tra l'edificio principale e gli annessi, saranno valutati e definiti gli interventi ammissibili, che varieranno in base al grado di valore storico dell'edificio.

Le 'Leopoldine' della Val di Chiana

Le Leopoldine

Con il termine 'Leopoldina' viene intesa una tipologia di casa colonica con precise caratteristiche architettoniche: edificio a blocco isolato, tetto a padiglione, portico, loggia e colombaia, con rustico al piano terreno a abitazione al primo. Sorgono prevalentemente in pianura e furono costruite nel corso del processo di bonifica e sfruttamento agricolo della Val di Chiana, nel periodo che va dalla prima metà del '700 fino alla metà dell'800.

La bonifica della Valdichiana era iniziata già dalla metà del '600 e fu portata avanti attraverso la costruzione sui due lati del Canale maestro della Piana di 13 Fattorie comprendenti ciascuna una Villa Fattoria principale e diverse case coloniche (in tutto ne sono state censite 322) con il relativo podere.

Una ricerca fatta all'inizio degli anni Duemila ha evidenziato che questi manufatti negli anni hanno subito pesanti trasformazioni e che circa la metà di essi risulta abbandonata, in via di crollo o di difficile accessibilità.

Recuperare e valorizzare le 'Leopoldine' e le loro strutture di pertinenza significherebbe anche recuperare molti altri manufatti di valore storico-architettonico legati alla regimazione idraulica dell'area della Chiana: ponti, canali, approdi, argini rialzati, bacini artificiali, mulini, pescaie, gore, caselli, chiuse; in particolare i resti del settecentesco Argine di separazione fra i bacini di Tevere e Arno nei pressi di Chiusi Scalo, il Callone di Valiano, la botte allo Strozzo, la Fattoria con la Colmata di Brolio, L'Allacciante dei Rii castiglionesi, la Chiusa dei Monaci, i numerosi ponti di ferro ottocenteschi tipo zorès i caselli idraulici, i manufatti di immissione.
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