Lampioni spenti: una modifica in arrivo. Città al buio la mattina, rabbia di imprenditori orafi e lavoratori
Le spiegazioni arrivano dall'assessore Marco Sacchetti, mentre ci sono le testimonianze di un imprenditore orafo e di un vigile urbano circa i disagi che ci sono prima dell'alba
Una grande quantità di segnalazioni e richieste di ritorno alla normalità sono arrivate agli uffici del Comune di Arezzo in merito alle due ore di buio in più stabilite dall'amministrazione. Sia dalla città che dalle periferie sono stati evidenziati disagi legati ai lampioni spenti un'ora in più la sera e altrettanto la mattina. La misura, volta al risparmio energetico ed economico per il Comune di Arezzo, ha creato non pochi disagi, soprattutto nella fascia oraria del tardo pomeriggio che qualcuno, lamentasi sui social, ha indicato proprio come "l'ora di punta".
Piazze anche del centro buie tra le 17 e le 18 e così gli attraversamenti pedonali, le fermate degli autobus, nonostante sia il momento del via vai per l'uscita dal lavoro e il rientro a casa. Questo ha messo in evidenza il limite della misura a discapito della sicurezza. Ma anche la mattina ci sono problemi non da poco, chi smonta dai turni notturni ha paura a muoversi da solo in una città al buio per tornare a casa, così come sono ancora più in allarme gli esercenti o gli imprenditori che devono aprire certi negozi o le fabbriche: gli edicolanti, i fornai, gli orafi e tutti coloro che tra lo smontare il turno a fine notte e i colleghi che gli danno il cambio si trovano fuori prima dell'alba, come ad esempio i sanitari che lavorano in ospedale. Con il passare dei giorni la rabbia aumenta e pare che siano in difficoltà anche gli operatori che devono spazzare le strade per raccogliere rifiuti perché alle 6 di mattina non si vede nulla.
La risposta dell'assessore Sacchetti
L'assessore Marco Sacchetti rispondendo a richieste di spiegazioni in consiglio comunale aveva annunciato una valutazione del problema e così è stato, ma solo parzialmente: "È in corso l'adeguamento, invece che accendere con un'ora di ritardo la sera, l'orologio automatico che va con il crepuscolare avrà un ritardo di soli 20 minuti, così cerchiami di limitare i disagi che sappiamo esserci."
"Abbiamo avuto moltissime segnalazioni anche in Comune e abbiamo apportato questo correttivo, ma un segnale dovevamo darlo, comprendendo che non è la condizione ottimale, però è anche importante risparmiare. Questa scelta è stata fatta per contenere le spese di approvvigionamento energetico e per dare contributo da parte della pubblica amministrazione alla coscienza collettiva del risparmio energetico. La situazione di emergenza da questo punto di vista è tutt'altro che terminata."
L'imprenditore e il vigile urbano
Nessun cambiamento invece per quanto riguarda l'orario della mattina. La decisione di spengere un'ora prima i lampioni non è stata rivista e questo sta creando ulteriori polemiche. "Più sicurezza per le aziende orafe? E stamani per il piano risparmio tutta la zona del Maspino nel buio più totale. Ecco la risposta, ma a tutto c’è un limite, l'ultimo lampione accesso era alla rotatoria del centro commerciale Setteponti e qui, nella zona industriale, tutto buio" scrive questa mattina un imprenditore che si è trovato in questa condizione all'apertura della fabbrica.
Tra chi pone l'attenzione di nuovo su questo problema è anche il vigile urbano Fabio Butali, spesso impegnato in turni notturni e che ha ricevuto numerose lamentele via social, ma anche durante il servizio sia da baristi che dall'edicolante, ma anche da un medico del 118 che aveva appena smontato il turno e doveva rientrare a casa. Butali su Fb ha scritto sarcasticamente: "Mi si perdoni la domanda... io e le altre centinaia di persone che si recano al lavoro alle sei o alle sette del mattino, giocheremmo ad una sorta di "rouĺette russa" (viaggiando al buio) per garantire la radiosa transumanza del fine settimana? Solo per conferma, così la smetto di prendere per i fondelli coloro che mi chiedono quando verranno regolati i timer della pubblica illuminazione." Il riferimento è alla Città del Natale, grandemente illuminata di fronte a questo tipo di risparmio energetico che penalizza i cittadini aretini.
Quale risparmio?
L'assessore Sacchetti ha spiegato il significato di questa decisione presa nella direzione del risparmio per le casse comunali, ma anche come segnale per la coscienza collettiva che deve essere sempre più sensibile e attenta all'uso delle fonti energetiche perché l'emergenza è tutt'altro che finita. Ma quanto risparmia in termini pratici il Comune di Arezzo? All'interno del consiglio comunale era stato spiegato che il risparmio si attestava sui 130mila euro all'anno per ognuna delle due ore. In tutto sarebbe stato quindi di 260mila euro. Adesso con la modifica della fascia serale si presume che per i 20 minuti di ritardo nell'accensione dei lampioni ci sia un risparmio di circa 43mila euro, mentre resterebbe intatta la minore spesa di 130mila euro per l'ora non accesa la mattina prima dell'alba.