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L'acqua del rubinetto: buona e sana. Perché berla, tra risparmio e ambiente

Forse non tutti lo sanno, ma l’acqua dei nostri rubinetti, con cui quotidianamente ci laviamo o utilizziamo per la pulizia delle stoviglie, è anche buona e sana, tanto da poter sostituire l’acqua minerale in commercio, con un indubbio risparmio in...

Forse non tutti lo sanno, ma l’acqua dei nostri rubinetti, con cui quotidianamente ci laviamo o utilizziamo per la pulizia delle stoviglie, è anche buona e sana, tanto da poter sostituire l’acqua minerale in commercio, con un indubbio risparmio in termini economici e allo stesso tempo un contributo non indifferente alla salvaguardia dell’ambiente. Basti pensare all’inquinamento derivante dallo stoccaggio delle confezioni e dalla distribuzione nei piccoli negozi e supermercati o allo smaltimento della plastica o del vetro con cui vengono prodotte le bottiglie, non sempre correttamente indirizzate al riciclo.

L’acqua potabile è invece a disposizione di tutti noi anche per dissetarsi e gustarla, semplicemente aprendo il rubinetto di casa, senza incorrere in rischi di alcun tipo, come, invece, alcuni luoghi comuni – purtroppo diffusi – sembrano far credere. La risorsa che proviene dal nostro territorio, sia quella di Montedoglio che quella proveniente dalle numerose fonti montane della provincia, è controllata scrupolosamente in tutte le fasi che precedono l’immissione in rete per la distribuzione nelle case e nelle aziende. Il controllo del sistema idrico dell’acquedotto garantisce il monitoraggio continuo di tutta la struttura, anticipa qualsiasi potenziale criticità e assicura un sistema di tubazioni senza rischi.

Analisi e caratteristiche dell’acqua potabile devono rispondere a specifici parametri, definiti per legge, secondo le linee guida dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). La conformità è essenziale per garantire che l’acqua del rubinetto possa essere bevuta senza rischi. L’utilizzo dei più avanzati sistemi di potabilizzazione (filtraggio e disinfezione), come quelli introdotti da Nuove Acque nel territorio dell’Alto Valdarno, rende la nostra acqua del tutto inodore, insapore, incolore e limpida con caratteristiche molto simili a quella delle oligominerali in bottiglia. Inoltre, i controlli a cui è sottoposta giornalmente offrono molte più garanzie rispetto ai processi di imbottigliamento, trasporto e stoccaggio delle acque in commercio che possono influire in modo determinante sulla qualità del prodotto al momento del consumo.

La potabilizzazione attraverso il processo di ozonizzazione evita la formazione di sostanze tossiche e il ricorso a dosi massicce di cloro, il cui uso è limitato alle quantità obbligatorie per legge, al fine di assicurare le condizioni di sterilità e disinfezione lungo tutta la rete. Il cloro è quindi una ulteriore garanzia di sicurezza. L’eventuale odore che si può percepire al rubinetto è un fenomeno saltuario e temporaneo, che va ad esaurirsi già dopo poche decine di minuti dal riempimento di una brocca o una bottiglia lasciata aperta. Per di più, la nostra acqua rientra anche nei parametri di quelle destinate all’infanzia per i bassi valori di nitrati. L’acqua del rubinetto quindi non ha nulla da invidiare all’acqua in bottiglia. Anche la “nostra” ha la sua carta d’identità e come ogni acqua in bottiglia ha la sua “etichetta” con i principali parametri di potabilità. Sul sito www.nuoveacque.it si possono reperire tutte le informazioni sulla composizione dell’acqua che scorre sul nostro territorio e arriva ai rubinetti. Stando ai risultati dell’ultima indagine di customer satisfaction di Nuove Acque, un aretino su due beve acqua del rubinetto e il 30% lo fa abitualmente. Con una buona cultura dell’acqua, questi dati sono inevitabilmente destinati a salire. Con benefici per tutti.
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