La storia dei sei gemelli Giannini. Mamma Rosanna: "Rifarei tutto da capo"
Sono passati 35 anni da quando Linda, Letizia, Fabrizio, Roberto, Francesco e Giorgio vennero alla luce conquistando in un attimo l’attenzione del mondo intero. I sei gemelli Giannini sono stati i primi in Italia a portare i riflettore in un...
Sono passati 35 anni da quando Linda, Letizia, Fabrizio, Roberto, Francesco e Giorgio vennero alla luce conquistando in un attimo l’attenzione del mondo intero.
I sei gemelli Giannini sono stati i primi in Italia a portare i riflettore in un piccolo angolo di mondo come Soci. La frazione casentinese godette delle luci della ribalta mediatica per la loro dolcissima storia.L’allora 28enne Rosanna Cavigli, madre dei sei, riuscì a portare a compimento l’impegnativa gravidanza facendo nascere (primo caso italiano e secondo mondiale) i suoi bimbi.
E’ a distanza di trentacinque anni da quel giorno che i riflettori tornano puntati di nuovo su di loro. E’ attraverso una lunga intervista rilascia al quotidiano La Stampa, che l’Italia torna a parlare ancora una volta della famiglia Giannini.
A raccontare la loro storia è mamma Rosanna che rivive attimo per attimo un passato particolarmente felice ed impegnativo dove non sono certo mancati i momenti duri. Così ecco che racconta della pubblicità del Dixan che li vide protagonisti, della televisione, delle interviste su Gente. E poi racconta dell’età adulta dei suoi bambini. Delle difficoltà economiche, del lavoro che manca per tutti, dei nipoti e del termine della favola delle supermamma italiana. Estratto dall’intervista di Michele Brambilla pubblicata su La Stampa «... Poi si è ammalato Francesco, che aveva 19 anni. Un giorno fa le esami delle urine per fare attività sportiva e si scopre che i reni si mangiano le proteine. Comincia a peggiorare e nel 2001 va in coma. Una dottoressa della rianimazione ci dice: non ho mai visto un caso così grave. E poi succede che una domenica mattina il parroco del Duomo di Arezzo, don Alvaro, un sacerdote sempre attentissimo nell’assistere i malati, ci chiede se può andare in ospedale a dargli la benedizione con delle reliquie di padre Pio. Naturalmente gli dicemmo di sì. Poche ore dopo la visita di don Alvaro ero lì in ospedale e aspettavo che venissero a chiamarmi i medici. Sapevo che dal tono della voce avrei capito subito. Temevo di sentire un “...signora Giannini...” a bassa voce, e invece a un tratto sentii gridare dal fondo del corridoio. “Signora Giannini! Signora Giannini!”. Vidi la dottoressa sorridere. Mi disse “Venga a vedere” e mi portò da Francesco. “Vede?”, mi disse. “Ieri il respiratore era al massimo e Francesco respirava al venti per cento. Oggi il respiratore funziona al 50 per cento e Francesco respira all’80. Se continua così fra qualche giorno lo stubiamo”. In quell’attimo cominciò la rinascita. Tre anni dopo, Francesco ha fatto il trapianto del rene... ».