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"La Rianimazione di Arezzo un modello di eccellenza di sanità"

Essendo assuefatti ad un bombardamento mediatico sul negativo, siamo qui a raccontarvi l’odissea impossibile, pertanto colma di speranza, che il reparto di Rianimazione di Arezzo ha reso possibile quella della signora Lelia Burroni, malata BPCO...

Essendo assuefatti ad un bombardamento mediatico sul negativo, siamo qui a raccontarvi l’odissea impossibile, pertanto colma di speranza, che il reparto di Rianimazione di Arezzo ha reso possibile quella della signora Lelia Burroni, malata BPCO cronica con invalidità al 100%, che noi figli abbiamo vissuto, stiamo affrontando e dovremmo sostenere. Nostra madre è giunta in ospedale il 28 dicembre con un’insufficienza respiratoria gravissima con saturazione a 40 e anidride carbonica a 130, dopo un lunghissimo ricovero in estate in Pneumologia e un zig-zag di entrate e uscita dal presidio ospedaliero di San Donato. Il giorno seguente il ricovero l’équipe medica ci espone la necessità ineluttabile di procedere a una tracheostomia. Con una eccezionale diagnosi e con una comunicazione seria, ma fiduciosa, il team della Rianimazione ha fatto ragionevolmente intendere l’inevitabilità del suddetto intervento. Infatti dopo 2 giorni mamma si è trovata davanti a un bivio : quello di optare per l’intervento per prolungare la vita oppure la scelta di desistere. Mamma ha deciso di vivere! La sera mamma, anche su sua cosciente richiesta, è stata posta in un coma farmacologico indotto e poi tracheostomizzata.

Il risveglio è stato tragico, poiché non poteva più parlare. Inoltre a causa della complicazione clinica di pneumotorace, i medici di questo reparto di eccellenza hanno dovuto inserire due drenaggi pleurici. Da qui è iniziata l’odissea della semi-resurrezione di mamma. Dobbiamo riferire che i medici del reparto e soprattutto le dottoresse hanno operato con una incomparabile deontologia, ma al contempo con un’attenzione psicologica verso mia madre in quanto paziente e verso noi come persone. Un ringraziamento speciale va a tutti gli infermieri e al personale os. Un accorato e sentito plauso ai medici e alle dottoresse, la cui deontologia si è rivelata connubio di professionalità terapeutica e di comunicazione empatica, fattori che rendono questo reparto l’eccellenza del nostro già buono presidio medico di San Donato di Arezzo. I medici della Rianimazione di Arezzo hanno dimostrato che la pratica medica è sincresi di professione, ma anche di vocazione e missione che si incontrano e si fondono: uno scambio tra richieste di prestazioni e offerta di servizi qualificati, al solo fine di tutelare il bene più prezioso, vale a dire la salute della comunità.

Massimiliano Badiali figlio- insegnante

Valentina Badiali- figlia- psicoterapeuta

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