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La crisi e la rinascita dell'Arezzo, WeAr e il laboratorio di idee. Orgoglio Amaranto verso l'associazione

"Vengono ancora i brividi a ripensare alla partita di Pontedera che poteva essere l'ultima, siamo stati 90 minuti a cantare con le lacrime agli occhi". Erano lacrime di grande preoccupazione quelle del febbraio scorso, quando nessuno poteva sapere...

"Vengono ancora i brividi a ripensare alla partita di Pontedera che poteva essere l'ultima, siamo stati 90 minuti a cantare con le lacrime agli occhi". Erano lacrime di grande preoccupazione quelle del febbraio scorso, quando nessuno poteva sapere come sarebbe finita. Lacrime che hanno trovato la giusta ricompensa con le emozioni dello stadio dei Marmi di Carrara dove l'Arezzo ha conquistato la salvezza alla fine della #BattagliaTotale.

E' stato un anno intenso per Duccio Borselli e per tutto il gruppo di Orgoglio Amaranto, nel periodo più difficile, che resta nella storia, indimenticabile. Duccio Borselli, nato ad Arezzo il 10 maggio del 1969, è stata l'infaticabile anima gemella di Roberto Cucciniello nella gestione della crisi dell'Unione Sportiva Arezzo tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018.

La sua presidenza arrivò a luglio dello scorso anno, quando la crisi cominciò a farsi sentire, quando il primo allarme venne lanciato con un comunicato stampa che non tutti al momento capirono. Cucciniello lasciò la presidenza che passò a Borselli.

Lo abbiamo visto passare dagli spalti della Curva Sud Lauro Minghelli alla presenza in aula di tribunale con determinazione, sempre con la maglietta o la felpa amaranto addosso, anche se dietro ci sono state tante notti insonni e sacrifici che alla fine hanno portato a grandi risultati grazie alla capacità di aggregare le persone, di tenere duro nei momenti più difficili, di spiegare alla gente il significato di quello che stavano, stavamo facendo.,

Insieme al direttivo di Orgoglio Amaranto sta portando avanti nuovi progetti che staranno lì a testimoniare la crescita e la maturazione del Comitato Orgoglio Amaranto, che nacque in emergenza nel 2010, nella tremenda estate in cui Piero Mancini non iscrisse la squadra al campionato.

Così l'ultima assemblea ha votato all'unanimità la trasformazione del Comitato in Associazione, ente del Terzo Settore, con lo scopo di divenire sempre più attore sociale di spessore e riconosciuto nella città, con la volontà di promuovere, attraverso il volontariato, azioni utili alla collettività e allo stesso tempo permettere a chi intende fare donazioni, di avere i giusti sgravi fiscali previsti dalla legge. Parallelamente è partito OA Lab, un laboratorio di idee aperto a tutti per allargare la base di soci del comitato e diffondere l'azionariato popolare. Per questo è nato anche WeAr, un progetto in collaborazione con gli Ultras che sfocerà tra qualche mese nell'amichevole tra Arezzo e Bath City, per celebrare il 40esimo anniversario della coppa anglo italiana che si tenne nel marzo del 1978. E poi borse di studio per ragazzi che vorranno andare in Inghilterra a fare esperienza per riportare ad Arezzo i valori dell'azionariato popolare molto più diffusi nel mondo inglese.

Intanto sabato la cena amaranto che in poche ore è andata sold out. Posti esauriti per il primo evento del nuovo corso. La cena con la squadra prima della partenza per il ritiro ai campi dell'Olmoponte, società con la quale l'Arezzo ha stretto i rapporti per l'organizzazione della scuola calcio amaranto.

Poi finalmente si parlerà di ritiro, a Bagno di Romagna e di calcio giocato.

Con #Prisma ci ritroveremo dopo l'estate. Qui la playlist con tutte le puntate condotte da @ClaudiaFailli e @EnricaCherici

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