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"La Asl ci chiede indietro i soldi." Lettere di messa in mora ai medici di famiglia che annunciano azioni legali

Il sindacato Federazione Italia Medici Medicina Generale di Arezzo esprime profondo sdegno e stupore di fronte a un’iniziativa unilaterale e ingiustificata perché non conseguente a eventuali rilievi delle autorità preposte e quindi del tutto...

Il sindacato Federazione Italia Medici Medicina Generale di Arezzo esprime profondo sdegno e stupore di fronte a un’iniziativa unilaterale e ingiustificata perché non conseguente a eventuali rilievi delle autorità preposte e quindi del tutto illecita sia nella sostanza che nella forma.

L’Azienda Usl Toscana Sud Est, infatti, con la delibera n. 621 del 14 giugno scorso, ha unilateralmente valutato illegittima l’indennità aggiuntiva di € 1,50, riconosciuta ai medici di continuità assistenziale della provincia di Arezzo per ogni ora di servizio prestata, e ha inviato lettere di messa in mora con le quali sta richiedendo ai medici interessati la restituzione delle somme percepite.

Si rende necessario rilevare come tale indennità sia stata riconosciuta ai medici di continuità assistenziale dall’azienda stessa, con le delibere aziendali n. 506/2004 e n. 468/2012, che hanno recepito gli accordi stipulati liberamente e responsabilmente dall’Azienda Usl 8 di Arezzo con le organizzazioni sindacali rappresentative dei medici convenzionati per il servizio di continuità assistenziale.

Ebbene, a distanza di ben quattordici anni dal riconoscimento della suddetta indennità l’azienda ha deciso, del tutto arbitrariamente e in assenza di qualunque formale segnalazione da parte delle autorità competenti, di procedere al recupero forzoso delle somme percepite dai medici a titolo di indennità aggiuntiva, agendo in tal modo in totale spregio dei più elementari principi di diritto e di equità.

I medici di continuità assistenziale si sentono pertanto traditi nel profondo dal modus operandi posto in essere dall’aziendale non possono fare a meno di constatare come la stessa USL abbia preferito far ricadere in capo ai singoli medici la presupposta illegittimità della propria condotta, senza operare la benché minima autocritica e senza valutare obiettivamente la legittimità delle proprie scelte in tema di politica aziendale.

A fronte di quanto sopra, il sindacato di Arezzo, oltre a stigmatizzare ancora una volta l’illegittima condotta che sta ponendo in essere l’Azienda Usl Toscana Sud Est, esprime piena solidarietà e vicinanza ai medici di continuità assistenziale, i quali operano quotidianamente con professionalità, diligenza e spirito di sacrificio, e rende noto che tutelerà i diritti dei propri iscritti in ogni sede.

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