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"L'apertura del dormitorio dipende dall'amministrazione, non dai volontari". La lettera

Giuseppe Cirinei, storico volontario del dormitorio non è d'accordo con le dichiarazioni dell'assessore Tanti

Un volontario da sempre del dormitorio comunale ha messo nero su bianco alcune considerazioni in risposta alle dichiarazioni dell'assessore Lucia Tanti, durante l'ultimo consiglio comunale. 

"Sono un volontario del dormitorio fin dalla sua prima apertura. Mi sento chiamato in causa dall’ultima dichiarazione dell’assessore Tanti “…rispetto alla possibilità di ampliare il periodo come richiesto nell'interrogazione la variabile resta quella della disponibilità dei volontari…”. Che significa? Adesso la responsabilità di aprire il dormitorio per periodi più lunghi dipende dai volontari? Ma l’Assessore Tanti ha sempre espresso la sua ostilità ad aprire il dormitorio per periodi più lunghi addirittura per non farlo diventare “… il ricettacolo di chi non sta dentro alle regole.” (parole sue, ora additittura parla di nascondiglio), e solo pochi giorni fa ha perentoriamente affermato: “Il dormitorio, come anno scorso aprirà tra dicembre e aprile, nei mesi più freddi, non sono previste modifiche.”

Adesso pare che ci sia qualche maggior disponibilità per tener conto delle richieste che si sono manifestate da parte di tante organizzazioni, tutte orientate ad accrescere il periodo di apertura del dormitorio, che peraltro andrebbe aperto tutto l’anno; e questo è positivo.

Ma, ripeto come volontario, ritengo necessario precisare due cose.  

Innanzitutto l’apertura del dormitorio per un periodo più o meno lungo dipende dalla volontà dell’amministrazione comunale che fornisce i locali e della Caritas diocesana che fa tutto il resto del lavoro. Non si può giocare a nascondino scaricando la questione sulla disponibilità dei volontari. Non si preoccupi l’assessore Tanti: lei decida di aprire il dormitorio per un periodo più lungo e i volontari, come sempre, si troveranno.

Ma il dormitorio è un servizio importante per far fronte a un disagio sociale grave che genera emarginazione, degrado, solitudine e anche, come abbiamo visto recentemente, morte. E’ un servizio che il Comune dovrebbe comunque fornire, chiedendo sì al volontariato di dare un forte contributo, ma non scaricando tutto sulle sue spalle. Purtroppo da molti anni ormai si è stabilita una prassi per cui il volontariato è chiamato solo a fare supplenza e tappare buchi là dove il pubblico (Stato, Comuni, Asl…) rinuncia a dare servizi essenziali. E così si realizza un completo capovolgimento di logica: la mancanza di risposte sociali (il dormitorio è una di queste) non è più un difetto della struttura pubblica ma una carenza del volontariato. E c’è un vezzo di molti amministratori pubblici di cavarsela con tanti ringraziamenti ai volontari, facendosi belli con il lavoro altrui; salvo poi dare un calcio allo stesso volontariato quando ci sono altre strategie come nel caso della Casa delle Culture.

Tutto ciò, a mio parere, è inaccettabile.

Giuseppe Cirinei

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