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Martedì, 23 Aprile 2024
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Rincaro Tari Arezzo, a Siena cala: l'Ato spiega perché. E su San Zeno: "Sopperirà allo stop di Podere Rota"

Intervista a Paolo Diprima, direttore generale di Ato Toscana Sud, che chiarisce alcuni punti riguardo alla Tari 2022 e i motivi che hanno portato all'aumento delle tariffe. Inoltre spiega perché il termovalorizzatore aretino potrebbe triplicare i volumi

Le tariffe Tari di Arezzo e provincia aumentano nel 2022 e aumenteranno di certo nel 2023. Una situazione che potrebbe cambiare soltanto in futuro, "nel momento in cui il termovalorizzatore dell'impianto di San Zeno avrà una maggior capacità di rifiuti da bruciare", spiega l'Ato Toscana Sud rifiuti. San Zeno gestito da Aisa Impianti, infatti, passerà tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024 dalle attuali 45mila a 75mila tonnellate, come già stabilito da tempo. Ma c'è di più: in base alla delibera presentata dal sindaco Ghinelli (che dell'Ato Toscana Sud è presidente), il termovalorizzatore potrebbe arrivare a una capacità di 120mila tonnellate, di fatto triplicando gli attuali potenziali volumi. Al momento la proposta non è passata in assemblea, ma l'ulteriore ampliamento sarà di nuovo al vaglio di Ato. Su questi e altri temi interviene oggi Paolo Diprima, direttore generale di Ato Toscana Sud, chiarendo alcuni dei punti meno chiari riguardo alla Tari 2022 per i comuni aretini e dei motivi che hanno portato all'aumento dei Pef (piani economici finanziari) e conseguentemente delle tariffe, comune per comune.

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Paolo Diprima (Foto Comune di Arezzo)

Partiamo dagli aumenti di Arezzo: complessivamente, come provincia, avrà Pef superiori del 3,68%, mentre quella di Grosseto resta stabile (+0,55%) e quella di Siena li vede significativamente ridotti (-3,99). Perché?  

"Beh, Siena e Grosseto partivano da un livello medio più alto, ora si compensa. Siena in particolare oggi riceve vantaggi dal fatto di aver fatto importanti investimenti in impianti, come il polo di Asciano: un biodigestore anaerobico e impianti di trattamento delle differenziate con nuova tecnologia".

Conferma che la provincia di Arezzo dovrà aumentare la Tari per il mancato arrivo a Podere Rota di rifiuti fiorentini?

"Ci sono vari fattori che concorrono alla formulazione del Pef che determina la Tari, ma sì, uno dei motivi principali degli aumenti è questo. Il flusso di rifiuti da Ato Toscana Centro faceva sì che gran parte del costo impiantistico fosse abbattuto. C'è stata l'indicazione da parte dell'assemblea di Ato che dal 2022 i conferimenti a Podere Rota fossero definitivamente azzerati. Anche perché la discarica si sta esaurendo".

Quanto tempo resta?

"Al ritmo di conferimento attuale, qualche settimana".

E poi? Dove finiranno i rifiuti aretini che entravano nella discarica di Terranuova Bracciolini?

"In questo momento siamo in difficoltà. Diciamo che ogni provincia, tendenzialmente, usa i propri impianti, ma poi è l'ambito a dover essere autosufficiente, pertanto se c'è un'emergenza nell'Aretino, Siena e Grosseto possono compensare con i loro impianti. In questo momento c'è però una carenza impiantistica all'interno dell'Ato: a gennaio c'è stato un grande incendio che ha messo fuori uso la struttura delle Strillaie a Grosseto e nella discarica di Cannicci, sempre nel Grossetano, ci sono lavori in corso per ampliamento. Abbiamo due discariche ferme".

Quindi?

"Abbiamo già fatto ricorso nel 2021 ad altre discariche regionali e continueremo a farlo nel 2022. In particolare grazie a un accordo con Ato Toscana Costa, portiamo rifiuti a Peccioli, nel Pisano".

Operazioni che si pagano in bolletta.

"Eh sì, spostare rifiuti fuori ambito costa".

E cosa sarà dei rifiuti aretini in futuro?

"L'obiettivo da raggiungere, che non è scontato, è il ritorno a un'autosufficienza entro luglio: dovrebbe ripartire la discarica di Cannicci, dopo l'ampliamento. E poi c'è la discarica di Abbadia San Salvatore, nell'amiata Senese, che però è autorizzata solo per alcuni scarti di trattamento. Darà un aiuto, ma non pieno". 

A livello di costi, quindi, si attende che la situazione peggiorerà, con Tari più alte?

"Sì, ci sarà un contenimento dei costi solo con l'ampliamento della capacità di incenerimento di San Zeno. Gli aumenti dovrebbero fermarsi quando il termovalorizzatore arriverà a regime".

Quindi San Zeno dovrebbe sopperire alla mancanza di Podere Rota?

"In sostanza sì. Arriveranno ad Arezzo rifiuti urbani indifferenziati da trattare primariamente della provincia di Arezzo. All'attuale linea 1 da 45mila tonnellate se ne aggiungerà un'altra da 75mila tonnellate, tra il 2023 e 2024. Poi c'è un'ipotesi, quella portata dal sindaco Ghinelli in assemblea e non ancora autorizzata, di altre 45mila tonnellate. Se si deciderà per il sì, in sostanza, la linea 1 non verrà spenta e lavorerà assieme alla linea 2 con una capacità complessiva da 120mila tonnellate l'anno. Ovviamente, oltre al via libera di Ato, servirà l'Autorizzazazione integrata ambientale (Aia), che è un parere della Regione Toscana. Ma non osserviamo San Zeno in ottica negativa, bensì anche da un punto di vista dei benefici: perché il termovalorizzatore è una fonte energetica alternativa".

Perché serve questo ulteriore ampliamento? Non basta arrivare a 75mila tonnellate?

"Il sistema impiantistico non può essere usato per lo stretto necessario, bisogna pensare agli imprevisti. Pensiamo all'incendio alle Strillaie. Una capacità di incenerimento maggiore serve a limitare le emergenze, come quella che stiamo attraversando: ora andremo a chiedere aiuto ad Ato Costa, per portare lì i nostri rifiuti".

Ma poi San Zeno potrebbe però servire a smaltire rifiuti da fuori Ato, qualora ci siano emergenze altrove?

"Mi auguro di no, ma in questo momento Ato Costa ci sta soccorrendo. E in base al principio di recipricità tra Ato, la Toscana Sud dovrebbe aiutare altri Ato qualora ci fosse bisogno".

Dopo la chiusura di Podere Rota saranno aperte altre discariche nell'Aretino?

"No. Non è all'ordine del giorno".

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