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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Non ha posti all'aperto, apparecchia in via Fiorentina. La protesta di Luca: "Ho prosciugato il conto corrente per l'osteria"

Luca Falsetti è il titolare del locale I Bottega: "La decisione di far riaprire soltanto i ristoranti con posti a sedere all'aperto dal 26 aprile è un'altra scelta fatta da chi non capisce le esigenze del nostro settore"

La riapertura dal 26 aprile in zona gialla, ma solo all'aperto, solleva perplessità in una larga fetta dei ristoratori. E c'è chi, come l'aretino Luca Falsetti, ha messo in scena una singolare protesta un paio di giorni fa (dopo l'annuncio del Governo), con l'allestimento di un tavolo da pranzo, apperecchiato con tovaglia rossa, in mezzo alla strada, per lamentare l'impossibilità di aprire, qualora ci fossero le condizioni, alla fine di aprile, perché spazi all'aperto nel suo locale non ci sono (un'iniziativa del genere è stata replicata anche ieri in A1).

Il tavolo rosso in mezzo a via Fiorentina è stato immortalato e finito in un post facebook molto commentato (ironica la didascalia: "Antica osteria da I Bottega! Stiamo lavorando per voi!"): chiaro l'intento di denunciare l'impraticabilità dell'opzione della riapertura per l'attività di Luca, come per molte altre. "Il 50% dei ristoranti è nelle nostre stesse condizioni - spiega - solo una parte dei gestori ha già della possibilità di apparecchiare all'esterno. Ma io cosa posso fare: mettere i tavoli sul marciapiede di via Fiorentina? O sulla carreggiata?". E aggiunge: "L'idea del tavolo piazzato in strada è stata molto spontanea, una provocazione, certo. Volevo porre l'attenzione su una situazione difficile che riguarda me e tanti altri nelle mie condizioni. La decisione di far riaprire soltanto all'aperto mi sembra una sorta di contentino alla categoria, ma a questo punto era meglio dire: 'signori, riaprite tutti dal 1° giugno'".

L'antica osteria I Bottega è un'attività che Luca Falsetti porta avanti assieme alla moglie ed è aperta ormai in famiglia da 40 anni. "Ma in questo modo rischiamo davvero tanto - prosegue - abbiamo prosciugato un conto corrente. Ci sono colleghi che sono arrivati al capolinea, noi stiamo resistendo con l'asporto, ma il fatturato è meno del 10% rispetto a quanto fatto l'anno prima. Viviamo nell'incertezza, tra chiusure e attività a singhiozzo, ormai da 14 mesi. Siamo consapevoli dei gravi rischi che questo virus comporta, abbiamo avuto anche un lutto in famiglia per il Covid. Siamo sensibili e responsabili, saremmo anche disposti a rimanere chiusi fino a giungo, ovviamente con ristori adeguati. Io lo avrei preferito. Invece c'è questa decisione che sa di beffa. Aprire all'aperto da aprile? Perché? Non è il clima adeguato per star fuori la sera, adesso. MI sembra una delle tante scelte improvvisate fatte negli ultimi mesi per il nostro settore, operate da persone che non hanno idea di come la ristorazione funzioni".

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