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"Si avvicinano all'alcol a casa, alcuni anche a 12 anni". Intervista al dottor Marco Becattini

Il responsabile dell'area dipendenze dell'Asl Toscana Sud Est ad Arezzo da anni osserva come muta il fenomeno delle dipendenze, dell'uso di sostanze e dell'abuso di altre. L'epoca post Covid, o forse per meglio dire post lockdown, ci offre uno spaccato sicuramente peggiore

La diffusione del binge drinking, l'aumento degli episodi di soccorso a minori per abuso di alcol, gli accessi al Servizio delle dipendenze, i casi di malamovida. Questi sono tutti campanelli di allarme di un peggioramento della condizione giovanile, che non riguarda tutti, certo, ma che è in preoccupante aumento. Marco Becattini è il responsabile dell'area dipendenze dell'Asl Toscana Sud Est ad Arezzo e da anni osserva come muta il fenomeno delle dipendenze, dell'uso di sostanze e dell'abuso di altre. L'epoca post Covid, o forse per meglio dire post lockdown, ci offre uno spaccato sicuramente peggiore. 

"Il disagio si esprime con il segno +, cioé più alcol e più sostanze e con questo anche più rischio. Ma anche con il segno meno: meno voglia, meno desiderio, meno amici, meno attività, un ritiro che comporta una restringimento dell'esistenza di questi giovani dentro una camera da letto." Ecco cosa si osserva in un numero sempre maggiore di giovani e giovanissimi. 

La connessione a internet è un problema correlato?

"Il problema non è l'utilizzo della rete, molto spesso sento questa lettura: mio figlio dorme tutto il giorno perché la notte sta a chattare. Talvolta quello è l'unico modo, l'unica occasione che i nostri figli hanno di stare in legame con qualcun'altro. Il tema non è tanto l'essere connessi virtualmente o come ci augureremmo in maniera concreta con le persone, dobbiamo capire la qualità e la quantità della relazione dei nostri ragazzi."

Una relazione tra pari, ma che sia corretta anche con gli adulti.

"È molto importante che i ragazzi stiano con i ragazzi, quando dico capire le loro relazioni, significa domandare loro e attendere i tempi della risposta, non vuol dire indagare, spiare, rubare i segreti della relazione, questo non costruisce una relazione, è uno dei limiti che le nostre famiglie ci raccontano, di aver capito l'uno dell'altro solo spiandosi, questo non è un buon modo per costruire le relazioni."

Che rete di servizi ci sono ad Arezzo

"C'è la rete dei servizi composta dal Ser.D, c'è il consultorio, il servizio di salute mentale infanzia e adolescenza e che sono tutti di libero accesso per i ragazzi e le famiglie, poi ci sono i pediatri che mediano e indirizzano, c'è la rete dei genitori, della scuola, dell'associazionismo. Noi abbiamo intenzione di rafforzarla ancora con i laboratori di ascolto dove i ragazzi devono stare bene e devono poter credere nelle loro qualità e svilupparle includendo anche il problema dell'abbandono scolastico, aiutare queste persone ad andare verso il loro futuro."

Perché un giovanissimo si avvicina all'alcol

"Di solito si avvicina a casa, gran parte dei ragazzini che seguiamo cominciano a bere a casa. Vedendo noi, i nostri ritmi e i modi. Quindi dobbiamo prima di tutto noi capire il nostro rapporto con l'alcol e raccontarlo ai nostri figli in modo che loro non ci si facciano male. L'altra cosa è che qualcuno di loro con l'alcol cerchi di non pensare e nell'epoca post covid è una delle condizioni che più spesso lega queste giovani persone alle sostanze come con il fenomeno del binge drinking."

Di che età minima si parla dei casi di abuso di alcol di cui siete a conoscenza nei servizi?

"Intanto va detto che è sempre abuso di alcol quando si parla di un minore, noi abbiamo notizia che ci siano casi a 12 anni, quelli che vengono al Ser.D da noi hanno di solito dai 14 anni in su. Diciamo che il passaggio tra la terza media e la prima superiore sia un momento di grande difficoltà e in cui si vedono di più queste casistiche."

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