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L'emergenza Covid, il futuro della città e gli alberghi sanitari: Le interrogazioni del consiglio comunale

Nella mattinata di oggi, i consiglieri e l'amministrazione di Arezzo si sono incontrati virtualmente nella prima seduta a distanza dell'assise cittadina

E' tornato a riunirsi il consiglio comunale di Arezzo. Questa mattina, in modalità virtuale, l'assise cittadina ha ripreso il proprio lavoro in aula.
Dopo i ringraziamenti di Alessio Mattesini a tutti i cittadini che hanno rispettato le regole e un auspicio a che l’attuale situazione termini presto, ha invitato i consiglieri a rispettare un minuto di silenzio per le vittime della pandemia.

Dopo di che sono partite le interrogazioni e la prima è stata presentata dal consigliere comunale Paolo Lepri, passato ufficialmente al gruppo misto con questa seduta, sulla carta valore famiglia: “un nuovo babbo natale si aggira in città ma è insensibile verso i figli unici di famiglie poco abbienti, magari con un solo genitore che lavora. La carta valore famiglia del Comune è prevista infatti per famiglie con almeno due figli, un parametro esclusivamente quantitativo che non rende giustizia a tante situazioni”.

L’assessore Lucia Tanti: “la carta valore famiglia è nata prima di questa giunta, prevedeva vantaggi per famiglie con tre figli, noi abbiamo abbassato la soglia a due. La ratio delle carte valore famiglia, a livello nazionale peraltro a partire da quella del governo Conte che non ha alcun riferimento reddituale, è proprio quella di avvantaggiare le famiglie numerose e quelle con un solo figlio non lo sono”.

Donato Caporali ha chiesto se “per il ponte di Buon Riposo, che collega i comuni di Arezzo e Capolona, non siano previsti interventi di manutenzione. Mi è già stata data risposta a precedenti interrogazioni con un’ipotesi di lavoro ma senza una tempistica precisa. Esistono almeno studi progettuali preliminari?”

Il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini: “siamo in attesa degli interventi della Regione finalizzati ad adeguare e bilanciare lo scorrimento delle acque del fiume che attualmente insistono su un lato e quindi su un pilone”.

Francesco Romizi: “a febbraio è stato chiuso il ristorante al parco di Lignano, per scadenza della convenzione. L’immobile è di proprietà del Comune. La situazione si è verificata prima dell’emergenza Covid. Perché non si procede a un nuovo bando e non si è prevista una proroga a favore del precedente gestore?”.

Il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini: “la gestione è stata interrotta dopo due anni di proroga, nel frattempo è stato predisposto un progetto per il ripristino della copertura. Dopo questi lavori avevamo intenzione di emanare il nuovo bando per la gestione. Tuttavia, le delibere approvate a cui non ha fatto seguito l’affidamento dei lavori sono bloccate perché le risorse potrebbero essere necessarie per fronteggiare l’emergenza Covid. Siamo quindi in stand by per tutta una serie di interventi. Le risorse per le opere pubbliche, peraltro, provengono da oneri da concessioni edilizie, un settore attualmente in sofferenza”.

Massimo Ricci: “asili aziendali e interaziendali potrebbero essere un ottimo supporto per le famiglie a partire da settembre. Chiedo se il Comune non intende sollecitare le aziende del territorio per promuovere un servizio del genere od ospitarlo in immobili comunali. Si intende introdurre il criterio del ‘domicilio lavorativo’ per ammettere bambini?"

Alessandro Caneschi: “l’individuazione di strutture collettive di assistenza a favore dei malati Covid, i cosiddetti ‘alberghi sanitari’, ha conosciuto una vicenda paradossale. Dopo le convenzioni prima con una struttura alberghiera a Rigutino e in un secondo momento con una struttura ad Arezzo, entrambe non andate a buon fine, pongo due domande, assieme ai consiglieri Modeo e Romizi: perché non sono state utilizzate e quali altre strutture sono state individuate?"

Il sindaco Alessandro Ghinelli: “inizialmente l’albergo a Rigutino poteva sembrare una struttura idonea, per la sua ubicazione e per il contesto urbanistico circostante, ma ho chiesto all’azienda sanitaria di fornirmi comunque un certificato di idoneità, stante la funzione di ‘albergo sanitario’ che l’hotel avrebbe dovuto svolgere. In quella fase di verifica, l’Asl ha potuto rilevare che l’immobile è dotato di un sistema di smaltimento di acque reflue non consono: le acque, infatti, non vanno in fogna ma in un fosso superficiale. E questo fa sorgere una domanda: questo genere di depurazione lascia o meno indenne il fosso dal virus? Per la struttura ad Arezzo, molto meno isolata di quella di Rigutino peraltro, ho sollecitato per una seconda volta la redazione del certificato di idoneità e l’azienda ha scoperto l’identico problema di smaltimento delle acque, che si esaurisce non in fogna ma in superficie. Non so quali siano in questo momento le ulteriori strutture alberghiere che l’azienda sanitaria sta valutando e ricordo che l’individuazione delle stesse è competenza tutta dell’Asl mentre il prefetto esercita la cosiddetta requisizione. Finché non si esaurisce questa fase, continuerò a vigilare”.

Luciano Ralli: “resta alta l’attenzione verso le strutture che ospitano le persone anziane. E negli ultimi giorni è salita agli onori delle cronache la vicenda della Casa Pia, la presidente si è espressa con parole di estrema preoccupazione. Altre residenze private hanno avuto altri casi di contagio. Fortunatamente pochi. Gli operatori sono adeguatamente equipaggiati di dispositivi di protezione individuale? Quali strategie condivise di monitoraggio sono state messe in campo tra Comune e Asl?"

L’assessore Lucia Tanti: “con la Casa Pia manteniamo rapporti molto stretti e le prime mascherine le abbiamo consegnate proprio alle residenze per gli anziani. Dunque, nessuna carenza di dispositivi di sicurezza per quanto era nelle nostre possibilità. Il tema della Casa Pia, però, non va ricondotto alle mascherine. Ciò che ha fatto emergere il presidente dell’istituto, giustamente, è legato alla distanza di tempo intercorrente tra il momento in cui è stato fatto il tampone e il momento in cui è stato processato. Il tempo risulta decisivo, otto giorni non possono trascorrere prima di avere il risultato”.

Francesco Romizi: “in merito al bando straordinario affitti, che i comuni toscani possono emanare grazie alla risorse messe in campo dalla Regione, chiedo: a quando il bando ad Arezzo? Molti enti locali hanno già provveduto. Mica distribuiremo le risorse a giugno in questa condizione di necessità?"

L’assessore Lucia Tanti: “sarà bene che la Regione Toscana ci chiarisca le risorse a disposizione per Arezzo: 573.000, come annunciato inizialmente, o 373.000 euro come è parso poi risultare? Ce lo facciano capire perche 200.000 euro di differenza sono decisamente importanti e le delibere io le faccio sulla base delle risorse che ho”.

Palo Lepri: “a che punto è la trattativa per la delocalizzazione della Valli Zabban o dobbiamo dire che siamo in presenza di un fallimento di questa amministrazione e che terremo l’azienda nel cuore della citta?”

L’assessore Marco Sacchetti: “ho già avuto modo di precisare che la delocalizzazione nasce da una disponibilità eventuale dell’azienda e che l’amministrazione non tratta con nessuno, individua semmai dei percorsi. A oggi non ci sono giunte comunicazioni di siti alternativi”.

Paolo Lepri: “l’investimento per i cosiddetti cassonetti easy sarebbe dovuto ammontare a 960.000 euro, così mi era stato risposto a una precedente interrogazione. Non ho ancora notato accessi controllati, utilizzo di tessere, io per esempio posso smaltire qualsiasi rifiuto in qualunque dei nuovi cassonetti. Erano proprio indispensabili ed era quindi necessaria questa spesa? Oppure ne poteva essere sostenuta una per l’acquisto di cassonetti meno ‘geniali’ ma più economici”.

L’assessore Marco Sacchetti: “il futuro ci renderà merito per questa scelta. Definirei i nuovi cassonetti, più che ‘intelligenti’, di nuova generazione. Per la loro collocazione sono previsti otto step e due si sono già conclusi. A inizio anno saremmo dovuti partire con la fase 3 ad Arezzo est, ovviamente interrotta per il subentro dell’emergenza Covid. L’investimento, pluriennale e del tutto sostenibile, alla fine dell’operazione si aggirerà intorno al milione e mezzo di euro. Funzionano bene e sono i dati a dircelo: più 50% di raccolta differenziata e ci aspettiamo incrementi ulteriori. E senza aumento della Tari. L’accesso controllato partirà quando tutti gli step saranno terminati”.

Donato Caporali: “a settembre 2020 e negli anni a venire il ritorno a scuola dovrà essere in assoluta sicurezza, pensiamo soltanto al problema della distanza sociale nella aule. Chiedo che ci sia una riparametrazione numerica degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado, una rivisitazione degli spazi per evitare classi numerose e se c’è intenzione di attivare un bonus comunale baby sitter per maggio e giugno a integrazione di quello del governo”.

L’assessore Lucia Tanti: “una nuova metratura degli spazi, per la fascia dai 6 anni in su, è concepibile. Ma per il segmento 0-6 come si fa a mantenere un metro e ottanta di distanza? Il percorso educativo e pedagogico per quella età non può conformarsi a una distanza del genere. Il tema, dunque, per nidi e materne non potrà esaurirsi con un’attività amministrativa locale ma con il coinvolgimento di tutti i livelli di governo. Lo dico con grande preoccupazione: l’Italia rischia un blocco vero di quelle esperienze 0-6. Fatta questa introduzione, per la sua come per l’interrogazione di Massimo Ricci mi riservo risposta scritta”.

Donato Caporali: “il servizio pubblico meritorio svolto dal sindaco con le conferenze stampa serali dovrebbe limitarsi ai dati, lo stesso capo della protezione civile nazionale Borrelli ne farà solo due alla settimana. Non c’è bisogno di pareri e raccomandazioni ad autorità diverse, interpretazioni normative che generano confusione, penso solo a quella relativa agli spostamenti dei cittadini per andare a coltivare gli orti, fattispecie consentita da un’ordinanza regionale ma che a sentire Ghinelli sembrava proibita”.

Paolo Lepri: “ha ricevuto il sindaco risposte dal governo e dalla regione alle sue sollecitazioni sul servizio sanitario? Le cure devono tornare a regime, sto parlando di quelle necessarie ai cittadini e non più garantite. Ci sono tante malattie oltre al Covid che colpiscono le persone”.

Due le interrogazioni finali: di Massimo Ricci la prima e di Francesco Romizi e Barbara Bennati la seconda, entrambe sui buoni spesa. I consiglieri comunali hanno lamentato come siano oramai 20 giorni che sono stati distribuiti ad Arezzo 525.000 euro da parte del Governo. Il sovraccarico di lavoro per gli uffici comunali, gli errori nella compilazione delle richieste, alcune addirittura doppie, l’erogazione che pare non avvenire in tempi brevi. È necessario sapere i tempi e i criteri di erogazione? Non è il caso di provvedere a una prima erogazione dei buoni, immediata, per le domande sicuramente corrette? E ancora è stato rilevato come i Comuni di Firenze, Prato e Grosseto, quindi di centrodestra e centrosinistra, abbiano già elargito il contributo a chi ne ha bisogno. Servirebbe anche una variazione di bilancio per prevedere risorse comunali utili a fare fronte all’emergenza sociale, al di là dei 525.000 euro.

L’assessore Lucia Tanti: “il 5 marzo, il giorno dopo l’inizio della fase più critica, il Comune di Arezzo ha fatto partire il progetto Nessuno lasciato solo. Per fare fronte alle prime necessità dei cittadini. Da quel giorno alla vigilia di pasqua sono stati garantiti ben 398 servizi individuali alle famiglie. ‘L’oggi per il domani’ lo abbiamo attivato 23 giorni prima del governo Conte e contiamo ancora 80 servizi settimanali per chi ha un bisogno impellente. E veniamo ai 525.000 euro messi a disposizione dal Governo al Comune di Arezzo. A cui vano sommati i 28.000 frutto della generosità degli aretini e delle loro donazioni sul conto corrente ad hoc. Preciso subito che quei Comuni che hanno chiuso le graduatorie in tempi rapidi hanno vissuto giorni da incubo, con ricorsi o la necessità di riaprire i bandi. Noi ci mettiamo più tempo: primo per evitare questi problemi, poi perche abbiamo la certezza che rispetto all’emergenza dell’oggi sul domani rispondiamo da inizio marzo, terzo perche sono soldi dei contribuenti e infine perche abbiamo il dovere di prendere in considerazione tanti criteri, non solo l’ampiezza del nucleo ma la sua composizione. E ancora: se una persona vive in affitto o ha una casa di proprietà, se paga un mutuo, se ha la cassa integrazione, se ha il reddito di cittadinanza. La fretta non è una buona consigliera, mezzo milione di euro non li possiamo distribuire con la logica del meglio liberarsene in fretta ma fornendo risposta secondo tre criteri: dignità, equità e disciplina. Declinandoli grazie a un’analisi attenta delle singole domande: se i richiedenti beneficiano o meno di una provvidenza statale, se già gravano su di loro i costi della vita quotidiana, se hanno a carico o meno dei minori”.

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