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Covid e guerra. Le reazioni dei ragazzi tra mancanza di amici e sport e tristezza per gli scontri

Focus anche sugli adulti e il bisogno emergente delle famiglie con figli disabili di spazi e tempi strutturati con attività specifiche per loro il sano sviluppo

Come hanno vissuto i ragazzi la fine della fase acuta dell’emergenza Covid? E quali reazioni emotive ha provocato la guerra in Ucraina? A queste domande hanno risposto i colloqui di indagine con i giovani che hanno partecipato all’edizione 2022 di “Estra è diversa”, un progetto ideato e coordinato da ERA, promosso da Estra in collaborazione con Comune di Arezzo, Coingas, associazione Crescere e Scuderia Pan. L'obiettivo era la presa in carico dei bisogni delle fasce più deboli della popolazione, nello specifico gli adolescenti tra i 10 e i 18 anni con rischi psicosociali e disabilità di vario genere e le loro famiglie. Le attività di gioco e sport si sono svolte tra giugno e settembre.

Come hanno reagito all’emergenza Covid? “I ragazzi – ha ricordato la psicologa Elisa Marcheselli, presidente di ERA Aps e coordinatrice del progetto – hanno evidenziato la mancanza di una piena ripresa delle loro attività sociali. Il 35% ha risposto sottolineando che la carenza maggiore è quella delle amicizie. Il 10% ha affermato che ci sono problematiche nel ricominciare le attività di socializzazione con i compagni a scuola. Infine, solo il 7% ha felicemente ripreso le attività sportive durante l’anno”.

Dai figli ai genitori. “I dati di maggiore interesse – ha proseguito Marcheselli – riguardano i bisogni che hanno permesso di calibrare il progetto. Il 25% ha dichiarato di avere una necessità reale nello svolgere attività ludico-ricreative per i figli nella pausa estiva. Il 70% ha sottolineato la necessità di disporre di attività per tutto l’anno. Questo dato conferma il bisogno emergente delle famiglie con figli disabili di spazi e tempi strutturati con attività specifiche per loro il sano sviluppo. I genitori ne sono consapevoli e motivano nelle risposte che questo è necessario per garantire una qualità di vita positiva ai ragazzi”.

Il proprio lavoro è talvolta percepito dai genitori come un ostacolo a organizzare in maniera sistemica le attività dei ragazzi anche nel periodo estivo. “Diventa quindi un’importante opportunità affidarsi a progetti che possano occuparsi in maniera responsabile e sicura di questo aspetto”.

Nell’immediato periodo post-emergenza, “il 31% dei genitori ha dovuto affrontare il problema di un uso eccessivo della tecnologia da parte dei figli; il 25% ha trovato difficoltà nel far rispettare i divieti. Percentuali minori ma significative hanno avuto problemi nella gestione della rabbia, degli sbalzi di umore e del ritmo sonno-veglia”.

È stato affrontato anche il tema dell’impatto emotivo della guerra in Ucraina: “il 25% dei genitori – ha concluso Marcheselli – ritiene che sia stato lieve, il 50% inesistente mentre il 5% dichiara che la notizia della guerra ha destabilizzato il proprio figlio creando ripercussioni emotive di tristezza. Infine il giudizio sul progetto Era: il riscontro dei genitori è positivo, con un accesso di nuove famiglie pari al 25%”.

conferenza stampa progetto Era

“Questa conferenza stampa – ha sottolineato il vicesindaco Lucia Tanti – è la rappresentazione di una forte alleanza istituzionale stretta attorno a un metodo in cui crediamo: se da soli si procede più rapidamente, insieme si lavora meglio. Sono convinta che fare rete tra pubblico e privato, con il Comune che non abdica da un ruolo di attore protagonista, costituisce il valore aggiunto delle politiche socio-educative. La Fondazione Arezzo Comunità è nata con questo intento. C’è poi un secondo aspetto che intendo rimarcare: abbiamo imparato a restituire, partendo da un percorso di analisi e da un progetto che ha approfondito la conoscenza di reazioni, paure e sentimenti degli adolescenti durante una fase storica che ha coinvolto tutto il mondo. Non ci siamo accontentati di un'operazione statistica e di accumulo di dati ma abbiamo fatto emergere quanto raccolto: solo così i numeri vanno alla radice delle questioni, diventano qualcosa di vivo e colgono la realtà consistenza dei fenomeni”.

“Le risposte dei giovani e dei loro genitori – ha aggiunto Giovanni Grazzini, consigliere d’amministrazione di Estra – confermano come siano fondamentali le occasioni di socializzazione per i giovani. Per tutti ma in modo particolare per quelli più fragili. Come siano sempre importanti ma soprattutto in fasi lunghe e complesse come l’emergenza Covid. Infine come siano una risposta anche per le famiglie che nel periodo estivo non hanno il tradizionale riferimento della scuola. Estra è un’azienda del territorio che è stata e sarà disponibile a lavorare insieme alle istituzioni locali e alle associazioni per garantire una migliore qualità della vita dei ragazzi e delle famiglie che non devono essere lasciate sole”.

“Il ruolo dei Comuni nelle politiche sociali è centrale – ha dichiarato Franco Scortecci, amministratore unico di Coingas – e penso che questa esperienza realizzata ad Arezzo possa essere oggetto di una riflessione più ampia. La risposta positiva dei ragazzi e il consenso delle famiglie, ne confermano la validità. Ma, soprattutto, il progetto evidenzia la necessità di risposte organizzate e di qualità per le famiglie. Risposte alle quale Coingas non farà mancare il suo contributo”.

“I bambini partecipanti alle nostre attività – ha affermato Faustina Bertollo presidente dell’associazione Crescere – hanno collaborato in forma attiva con i ragazzi dell’associazione Crescere che normalmente frequentano nel periodo estivo La Casa del Pietro. Questo ha permesso ai più grandi con disabilità di sentirsi parte attiva e di fungere da tutor nella spiegazione dei principi di rispetto dell’ambiente e del risparmio energetico, collaborando alla realizzazione del libretto finale e dei cartelloni che saranno appesi nei box dei cavalli sulla cura degli stessi. Tutto il materiale prodotto è scritto anche in Comunicazione aumentativa alternativa. Questa esperienza ci ha permesso di contribuire al benessere psichico e sociale dei bambini e delle loro famiglie rendendoci partecipi di un vero momento di inclusione e di realizzare un elaborato che sia accessibile all’intera comunità”. 

"È stata un’estate importante quella alla Scuderia Pan – ha ricordato la presidente dell’Asd Sonia Fardelli – che ha coinvolto anche molti bambini e ragazzi con disabilità che si sono integrati alla grande con i loro coetanei. Sono saliti su cavalli e pony e hanno partecipato attivamente a tutte le altre attività svolte in scuderia. Un grazie per aver reso tutto questo possibile al Comune di Arezzo, a Estra, Coingas ed ERA".

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