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Imu, il Comune batte cassa con la Fiera. Ghinelli: "Obbligo di equità e legge. La soluzione? Rateizzare"

“Non possiamo non esigere il pagamento dell’Imu pregressa. E non solo per una questione di equità nei confronti di aziende e cittadini che versano il contributo ma anche perché è un obbligo di legge. L’Ici prima e l’Imu poi sono crediti che...

“Non possiamo non esigere il pagamento dell’Imu pregressa. E non solo per una questione di equità nei confronti di aziende e cittadini che versano il contributo ma anche perché è un obbligo di legge. L’Ici prima e l’Imu poi sono crediti che necessariamente il Comune deve riscuotere”.

Così, all’unisono, l’assessore Alberto Merelli e il sindaco Alessandro Ghinelli rispondo al presidente del polo fieristico Andrea Boldi sulla vicenda dei crediti pregressi riguardanti l’Imu dovuta al Comune dal 2005 ad oggi.

Così dopo le parole del presidente Boldi la palla passa all’amministrazione comunale che, come noto, detiene l’11 per cento delle quote dell’Arezzo Fiere e Congressi.

“In primo luogo – spiega l’assessore al bilancio Merelli – occorre evidenziare come vi sia un contenzioso pregresso che origina dal mancato pagamento dell’Ici, ora Imu, relativo all’area e fabbricato di via Spallanzani per le annualità dal 2005. Il debito accumulato in questi anni è di circa 1,7 milioni di euro.

Il 30 maggio scorso, è arrivata la sentenza della Corte di Cassazione che ha definitivamente stabilito come gli immobili adibiti a fiere come quello di Arezzo dovevano, e devono, pagare l’Ici, ora Imu e pertanto il credito del Comune verso Arezzo Fiere è divenuto certo e definitivo. Il pignoramento è arrivato quando Equitalia ha notificato il primo aprile scorso la cartella esattoriale relativa all’imposta 2008 per circa 130 mila euro e ha proceduto il successivo 22 luglio a effettuare il pignoramento presso terzi. Pignoramento accelerato dalla segnalazione da parte anche della Camera di commercio di Arezzo che doveva procedere a pagare delle somme alla società Arezzo Fiere. Arezzo Fiere, a sua volta, il 3 agosto ha presentato istanza di sospensione tramite posta elettronica certificata e, nelle more della decisione dell’Ufficio tributi del Comune di Arezzo, dopo solo due giorni ha ‘confezionato’ la conferenza stampa. Da evidenziare che eventuale dispositivo di sospensione è di stretta competenza degli uffici comunali e non dell’organo politico: sindaco o giunta. Nel frattempo Arezzo Fiere ha perfino pagato i 130mila euro. Quindi anche tutto il rumore e l'addebito di responsabilità al Comune sollevati non riesco a capirlo. Questa è la ricostruzione dei fatti”. Questa la versione dei fatti secondo l’assessore Merelli il quale non ha tardato a sottolineare come la vicenda abbia assunto contorni eccessivi. alberto-merelli (2)“La questione – prosegue l’amministratore - è se il Comune può sospendere la riscossione affidata al concessionario Equitalia di un credito esigibile e con nessuna possibilità di avere sentenze di annullamento. La pretesa tributaria di un Comune non può, e non deve, essere oggetto di negoziazione, ancorché nei confronti di una società partecipata, ed è pertanto irrinunciabile. Ferreo obbligo di legge ma anche principio di ragionevolezza ed equità. Eventuali sconti e rinvii sarebbero infatti un depauperamento delle finanze comunali a carico della collettività degli aretini e un’evidente difformità di trattamento nei confronti dei contribuenti, specialmente le imprese che, in un grave periodo di crisi, comunque si impegnano a pagare, pur con estrema difficoltà, queste imposte. Sia pertanto chiaro che l’Imu e l’Ici non pagata da Arezzo Fiere viene pagata da tutti gli altri aretini. Infine – conclude Merelli – sbandierare l’Ici e l’Imu come causa delle difficoltà della società risulta pretestuoso e volto a distogliere l’attenzione dai suoi veri problemi: Arezzo Fiere e Congressi nel 2013 ha chiuso il bilancio con una perdita ante-imposte di 2,898 milioni di euro e nel 2014 di 1,038 milioni di euro. La politica dello scarica-barile adottata dall’organo amministrativo dovrebbe essere sostituita da una più attenta analisi della propria attività gestionale. In una società in cui la responsabilità dei risultati negativi della gestione viene addossata a un socio di minoranza come il Comune e non all’organo amministrativo che li ha determinati, c’è evidentemente qualcosa che non funziona”. ghinelli_alessandro (2)E' poi il sindaco Ghinelli a sottolineare come, per tentare di sanare e riportate in parità di bilancio la situazione economica dell’Arezzo Fiere e Congressi, sia necessario dal parte del management elaborare un piano industriale. “Vogliamo un piano industriale per dimostrare in quanti anni Arezzo Fiere e Congressi possa arrivare a un pareggio. Ma mi basta una modesta perdita perché il vantaggio che comunque porta alla città giustifica perfino un piccolo disavanzo. Non intendo usare nei confronti di una società come Arezzo Fiere un atteggiamento diverso da quello che uso per altre società. Come primo cittadino non voglio sentirmi dire da altri cittadini: 'perché loro no?'. Di questi temi ne ho parlato con il presidente Andrea Sereni, con il quale ho un confronto costante e costruttivo, aspetto di parlarne con Andrea Boldi”. Parole dure usate anche nei confronti dell’attuale management che guida l’Arezzo Fiere e Congressi definito dallo stesso sindaco un “problema”. “Lo dico alla luce dei risultati economici ottenuti e delle uscite sopra le righe – continua Ghinelli - Pongo la questione se sia il caso di mantenerlo. Non c'è dubbio che Arezzo Fiere e Congressi rappresenti un fulcro importante per veicolare l'immagine del territorio. D'altronde, l'area ex Lebole, dirimpettaia a quella della struttura fieristica, è oggetto di un discorso aperto con gli investitori per una nuova viabilità: obiettivo è anche quello di mettere a frutto i parcheggi dell'area per il centro affari. Se Arezzo Fiere è struttura sulla quale la collettività deve continuare a contare, il Comune non tanto come socio ma come ente territoriale si rende disponibile a proporre una rateizzazione lunga di questo debito. Non possiamo sospenderlo, non possiamo cancellarlo ma possiamo renderlo estinguibile ad esempio in otto anni”.

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