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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il caso / Anghiari

Via libera a un nuovo impianto di compostaggio. Esposto dei residenti, l'azienda rassicura

Arrivano le autorizzazioni dalla Regione Toscana, l'impianto al confine fra Anghiari e Arezzo. La protesta: "Perché costruire in una zona così bella e incontaminata?". La voce del sindaco anghiarese e del titolare dell'impresa

Un impianto di compostaggio e produzione di fertilizzanti nei boschi del Chiaveretto. Sono arrivate le specifiche autorizzazioni da parte della conferenza dei servizi, sotto il coordinamento della Regione Toscana, per attivare l'impresa: sorgerà nel comune di Anghiari, in uno spicchio di territorio al confine con il comune di Arezzo. Un processo autorizzativo durato circa 3 anni e che permetterà alla ditta proponente, l'azienda agricola "Cantini di Gian Pietro e Mauro S.s.", di edificare la struttura in località La Contea. Una novità che un gruppo di residenti non ha accolto in maniera positiva. Lo scorso marzo, infatti, è stato deciso di sollevare obiezioni tramite un esposto, inviato alla Regione Toscana, al Comune di Anghiari e anche ad altre istituzioni. Ciò che alcuni abitanti della zona non concepiscono è l'ubicazione dell'impianto, che sorgerà in una zona boscosa e di particolare pregio ambientale, tra Poti e i Monti Rognosi.

Il nuovo impianto

Quello che nascerà al Chiaveretto sarà un impianto di produzione di fertilizzanti, ottenuti dal recupero di rifiuti organici differenziati. Potranno essere trattati, secondo le autorizzazioni, "rifiuti organici differenziati, non pericolosi, idonei al recupero mediante trattamento biologico di compostaggio, per la produzione di un fertilizzante organico (rifiuto cessato), ammendante compostato misto, conforme al D.Lgs. 75/2010 per un quantitativo annuo di 15mila tonnellate". Ci saranno, nello spcifico, scarti di tessuti vegetali, rifiuti prodotti dalla distillazione di bevande alcoliche, scarti di corteccia e sughero, segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci, imballaggi in legno, legname.

L'esposto

Nell'esposto si chiede di riconsiderare l'ubicazione dell'impresa, puntando sulla natura del posto visto "che il sito ricade all’interno di un vasto e ininterrotto comprensorio forestale, ad elevato grado di naturalità, gravato di vincoli per scopi idrogeologici, paesaggistici e fluviali". Si parla dei boschi, delle limitazioni venatorie presenti, della fauna selvatica, del turismo slow che caratterizza la zona. E vengono infine espressi i timori che la presenza dell'impianto possa modificare questo equilibrio. "Si voglia - è la conclusione dell'esposto - di accertare l’esistenza formale e la legittimità sul merito delle autorizzazioni, licenze, concessioni, o atti altrimenti denominati, prescritti dall’ordinamento per l’approvazione del progetto del tipo in esame". In particolare, aggiungono i residenti contattati, non è il tipo di azienda a preoccupare, quanto la specifica collocazione. In sostanza: bene l'impianto di compostaggio, ma non in quell'area.

Il sindaco: "Ce ne fossero di aziende così"

La Cantini è già presente nell'Anghiarese con un impianto analogo a quello che sorgerà in zona Tavernelle . E' specializzata nel settore da oltre 20 anni, la ditta è nata infatti nel 2000. "E ce ne fossero di imprese del genere - commenta il sindaco di Anghiari Alessandro Polcri, che aggiunge -. In merito all'esposto non mi pronuncio, essendo la Regione ad aver dato le autorizzazioni alla costruzione dell'impianto. Mi limito a dire che si tratta di una tipologia di attività inserita nel circuito del recupero di rifiuti, eco-sostenibile, che permette di dare nuova vita a una parte dei rifiuti che tutti produciamo".

L'azienda Cantini: "Nessun problema di odori"

"Io capisco le perplesità di alcuni residenti - aggiunge il titolare contattato telefonicamente -, ma vorrei rassicurare: non ci sarà uno stravolgimento ambientale e non ci saranno odori molesti. Noi trattiamo in larga parte sfalci, potature, imballaggi di legno vergine. Il prodotto finale è un terriccio, un compost, che ha certificazione biologica. Facciamo parte della filiera del riciclo, è l'alternativa alla discarica e all'incenerimento. La spesa da sostenere per la realizzazione dell'impianto non è indifferente, con l'eposlosione dei prezzi delle materie prime dobbiamo ancora decidere se affrontare un investimento di questa portata. Spero di sì. E spero infine di vedere operativa la struttura entro il 2023". E aggiunge: "Siamo attivi nel settore dal 2000, conferiscono dai noi soprattutto amministrazioni e privati della zona. Al massimo da Figline o Perugia. Oltre agli scarti vegetali e di legno, la parte secca, prendiamo una frazione umida, come le bucce di pomodori, per innescare la fermentazione da cui deriva l'ammendante. Ma, ripeto, non ci saranno problemi odorigeni: le abitazioni sono a distanza di oltre 1 chilometro".

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