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Il postino non suona più due volte. Sette ore per consegnare migliaia di lettere: la cronaca di una giornata

La giornata di un portalettere, o postino che dir si voglia, inizia alle 7,30 quando entra al centro di smistamento e si dirige verso il proprio casellario per raccogliere tutta la corrispondenza che dovrà consegnare nelle sette ore e dodici...

La giornata di un portalettere, o postino che dir si voglia, inizia alle 7,30 quando entra al centro di smistamento e si dirige verso il proprio casellario per raccogliere tutta la corrispondenza che dovrà consegnare nelle sette ore e dodici minuti successive.

Dopo averla ordinata a seconda del giro alle nove indossa il casco, si mette il giubbotto, salta in sella al proprio scooter e parte. Migliaia di lettere, stampe (opuscoli promozionali, giornali e depliant) raccomandate da recapitare. Centinaia di cassette da riempire. E qualche ostacolo da superare. La giornata è quella che ci è stata descritta da Mario Bianchi (nome di fantasia) da 15 anni assunto come portalettere per Poste Italiane ad Arezzo. E' lui ad averci raccontato come la situazione dopo la riorganizzazione, anche per i dipendenti, si ancora più complicata. "Anzitutto - spiega Mario - sono state diminuite le zone. Il comune di Arezzo era suddiviso in circa 80 porzioni, 80 zone. Attualmente sono state dimezzate. Questo significa che quelle che prima erano due aree adesso sono una sola. A rimanere invariati, anzi a diminuire, sono stati i postini. Ogni area corrisponde ad una persona che si occupa di consegnare lettere e corrispondenza varia. Una. Non di più. Per comprendere la mole di lavoro posso dire che personalmente nella mia zona, soltanto per le consegne di stampe (giornali, opuscoli ecc) mi sono ritrovato con 1.100 destinatari da raggiungere. A questi vanno sommati anche quelli che ricevono soltanto lettere, raccomandate, pacchi o altre tipologie di missive". Già prima della riorganizzazione, che ha visto anche l'introduzione della consegna a giorni alterni di corrispondenza nelle zone di campagna, la gestione del recapito posta, come testimoniano gli operatori stessi, non era cosa per tutti. "Capitava anche prima che non si riuscisse a terminare tutte le consegne - spiega ancora Mario - Adesso poi è davvero all'ordine del giorno. La mole di lavoro rispetto a qualche anno fa è diminuita ma resta comunque molto importante. Alcuni colleghi scelgono di fare ore in più per riuscire a portare a destinazione tutta la corrispondenza ma è una scelta personale e non può diventare la regola. Certe zone dove lavoriamo sono davvero molto vaste e una persona da sola fatica molto a portare a compimento il proprio lavoro". E se un postino non ce la fa a consegnare tutto le lettere dove finiscono? "Al deposito - prosegue - vengono riprese il giorno dopo e organizzate secondo l'ordine di giro. Le raccomandante invece vanno tutte all'ufficio di viale Michelangelo dove possono essere ritirate dai legittimi destinatari". A rendere ancora di più complicato il lavoro dei portalettere poi ci pensano anche gli utenti stessi.

"Numeri civici messi a caso oppure non affissi - racconta Mario - cassette delle lettere inesistenti, con i nomi sbagliati, senza targhetta. Oppure cambi di residenza non comunicati. Consegnare la posta prevede che il personale sappia far fronte anche a queste situazioni. Niente di insormontabile ma si sprecano tempo ed energie".

Insomma una vera e propria giungla che si traduce, troppo spesso, in un crescendo di disservizi per i cittadini e in corse contro il tempo per gli addetti ai lavori che, sempre con maggiore insistenza hanno fatto presente la propria condizione.

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