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Il Dopo di noi è realtà a Partina grazie alla donazione di due genitori

Sorgerà a Partina, nel Comune di Bibbiena e grazie alla donazione di due genitori – Andra e Lucia Tarchi - la struttura che consentirà di accogliere cinque persone con disabilità grave che non hanno più i genitori o che gli stessi non sono in...

Sorgerà a Partina, nel Comune di Bibbiena e grazie alla donazione di due genitori – Andra e Lucia Tarchi - la struttura che consentirà di accogliere cinque persone con disabilità grave che non hanno più i genitori o che gli stessi non sono in condizione di potersene fare carico. Si tratta del “Dopo di noi”,un progetto che parla di diversità e identità e di diritti della persona.

L’iniziativa - nata grazie alla collaborazione tra pubblico e privato ( la prima in Casentino e non solo), dalla nuova legge 112 del 2016 e da un progetto il cui capofila è stata la Usl Toscana Sud Est, che ha intercettato i fondi statali transitati e messi a disposizione dalla Regione Toscana – rappresenta qualcosa di straordinario e insieme di innovativo poiché consentirà a questi cinque ragazzi di vivere una vita piena, condivisa e autonoma. Una vita con le proprie forze, con i propri sogni, come ogni altro uomo e ogni altra donna.

Allo stesso tempo il progetto rappresenta un enorme sollievo per i genitori di figli disabili, quel pensiero che va appunto a quel “dopo di noi”alle sorti di quel lui o di quella lei dopo il trapasso dei genitori.

“A dare man forte al percorso, che si attiverà dal 2019, è stata la sinergia e la collaborazione tra istituzioni, terzo settore e privati. Determinante la tenacia della famiglia Tarchi, che da molti anni si adopera per la creazione di tale servizio e che ha messo a disposizione la propria casa per lo scopo. Importante anche l’interessamento dell’amministrazione che rappresento che, insieme ad Andrea Tarchi, ha caldeggiato fino ad oggi questo progetto. Sono molto soddisfatto, ritengo che sia un segno di grande civiltà aver aperto la strada ad un nuovo modo di pensare all’assistenza di persone con disabilità grave in situazioni particolari. Piccoli gruppi in cui si ricrea un ambiente familiare e in cui la vita si costruisce insieme nel rispetto dell’essere umano, delle sue esigenze e dei suoi diritti”, commenta Daniele Bernardini, Sindaco di Bibbiena.

La storia della famiglia Tarchi è dura e bella, come la vita nelle sue molteplici sfaccettature. E’ una storia di dolore, certo, ma anche di speranza. Una storia di coraggio e di grande forza interiore che ha portato due genitori a combattere ogni giorno, ormai da anni, per un obiettivo: quello di dare al proprio figlio un futuro autonomo. Un sogno che in parte si realizza con questo percorso. Andrea Tarchi commenta: “Realizzare qualcosa tra pubblico e privato per il dopo di noi è un’idea che porto avanti da tempo anche con l’amministrazione di Bibbiena. Con la nuova legge 112 e l’impegno di molto persone e istituzioni, finalmente siamo alla conclusione, o meglio all’inizio di questo nuovo progetto innovativo e impegnativo. Per il primo triennio l’iniziativa è sostenuta, oltre che dal finanziamento statale, dalla partecipazione dei soggetti beneficiari e da anticipazioni della cooperativa sociale. Dopo dovrebbero intervenire finanziamenti da parte della zona Distretto applicando i Lea, così come sono previsti per le strutture residenziali per i disabili gravi. L’auspicio è questo. La nuova legge ha cambiato profondamente le cose: i disabili gravi non sono malati da internare, ma persone che hanno diritto a vivere la propria vita. Con questo progetto offriamo loro questa grande opportunità. Mettere a disposizione la nostra dimora è stato un percorso assolutamente condiviso e predisposto da anni, proprio perché da tanto tempo mia mogli ed io crediamo fermamente che questa sia la strada giusta da intraprendere per questi ragazzi e per le loro famiglie”.

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