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"Il dolore per il mio Gabri non va più via, ma ho imparato a conviverci"

Francesca Menghini ha raccontato la propria esperienza di sofferenza per la perdita del fidanzato e di riconquista della serenità, grazie al trekking e al cammino di Santiago. Lo ha fatto a voce, in un incontro pubblico in zona Tortaia, e attraverso un video, diviso in 4 puntate, sul suo viaggio

La storia di Francesca Menghini, 27enne aretina, è stata irreversibilmente segnata dalla prematura scomparsa del fidanzato Gabriele, avvenuta nel 2020. Dopo un periodo di grande sofferenza sfociata in depressione, aveva ripreso a "respirare", uscendo dal fondo di un pozzo profondissimo, grazie al movimento: in piena pandemia, camminare l'ha aiutata a ridare un senso alle sue giornate. E' stato l'inizio di un percorso - interiore ed esteriore - che l'ha portata fino a Santiago di Compostela e le ha rivoluzionato la percezione di ogni istante. Lo scorso febbraio ha voluto raccontare ad ArezzoNotizie la propria esperienza, nella speranza di poter esser testimone di speranza per chi sta vivendo, o ha già vissuto, un dolore analogo.

Dopo Santiago, meta fisica e ideale di un percorso di profondo cambiamento, ha realizzato un video-racconto diviso in quattro puntate, che recentemente ha integralmente pubblicato (trailer, puntata 1, puntata 2, puntata 3, puntata 4). E' stata anche protagonista di una serata in zona Tortaia durante la quale ha parlato del suo cammino: Francesca ha raccontato le proprie emozioni e ha fornito consigli pratici a coloro che intendono mettersi sulla strada per Santiago. In conclusione ha letto alcuni pensieri scaturiti dal proprio viaggio, appuntati al termine di quella lunga, faticosa e sconvolgente esperienza: "Il dolore non è mai cessato, non so se cesserà mai. Ma ho imparato a conviverci".

Le parole di Francesca

Difficile spiegare a parole il mio cammino.

Le giornate sono trascorse veloci e lenti, allegre e tristi, con fatica e con determinazione.

Il cammino mi ha ricordato quanto la vita possa essere bella purché vissuta, nel bene e nel male.

Non troverò mai spiegazione alla tragedia della perdita di Gabri, MAI.

Però il cammino mi ha ricordato di respirare, di ridere, di piangere, di riflettere, di agire con coraggio, senza timore di nulla e di nessuno.

Mi ha ricordato che di fronte agli ostacoli possiamo sempre scegliere di affrontarli, senza pensarci troppo: solo affrontarli.

Infatti tutte le tappe che temevo di più ho cercato di non pensarci troppo e di camminare: passo dopo passo, senza mai togliermi lo zaino le ho fatte!

L'importante è prendersi i propri tempi e i propri spazi, ascoltarsi sempre e non nascondere mai gli avvertimenti che il nostro corpo e mente ci danno: se non li capiamo poi arrivano tutti insieme e allora sì che sono dolori.

Mi ha insegnato a mettere a tacere le paure insensate che la mente ti propone di continuo, ad avere meno freni, meno timore di vivere, di esprimermi.

Mi sento più leggera, più disinvolta, più tranquilla, pronta ad affrontare tutto.

Ho voglia di cambiare, voglio essere la miglior versione di me stessa.

Voglio vivere.

Davvero, dopo la morte di Gabri credevo che non avrei mai più provato questo.

Mi sentivo annientata, polverizzata.

La sensazione di solitudine mi divorava.

In cammino ero partita sola, ma non mi ci sono mai sentita veramente.

Forse i pianti, il sudore asciugati dal vento e dal sole hanno ricomposto una Francesca nuova, plasmando la polvere che era rimasta.

E si sa: le ossa rotte una volta guarite sono più forti!

Non sono guarita, non mi ci sento proprio.

Però le tante storie sentite mi hanno fatto capire che al mondo tutti soffriamo: parlare, essere ascoltati, ascoltare e condividere il dolore anche se più o meno tragico del tuo aiuta, tantissimo. Riesci a liberarti, a ridimensionare e a mettere in ordine.

In cammino non hai nulla: tutto l'indispensabile è in uno zaino. Hai te stessa. Riscopri chi sei. Essere senza avere.

Sai che le tue gambe bastano. La tua salute basta. Il tuo cuore basta. La tua mente basta. La tua anima basta.

La tua Persona emerge. Senza filtri.

Questo porta a incontri e amicizie così profondi ma al tempo stesso fugaci che solo in cammino puoi provare.

Il cammino ti dà ciò di cui hai bisogno.

Più di una volta ho potuto riscontrare quanto sia vera questa frase.

Forse per la vita è lo stesso. Non lo so. Ho paura a crederlo perché certe tragedie non riesci ad accettarle. Non puoi. Non vuoi. E mai ci riuscirò.

Però nella vita tutto cambia. Velocemente e inesorabilmente.

Basta fermarsi un secondo: quante volte ci capita di pensare agli impegni, alle cose che dovremo fare e non ci stiamo accorgendo di quello che stiamo facendo? Di quello che ci passa accanto? Senza renderci conto che quello che è appena successo è già passato!

E non ci siamo nemmeno accorti che è successo! Non gli abbiamo dato valore.

Pensare al futuro non ci fa vivere il presente, che subito diventa passato.

Secondo me, invece, pensare al passato è un po' più costruttivo: è la nostra storia, ciò che siamo stati e ciò che ci ha reso quello che siamo oggi. Nel bene e nel male.

Anche se a volte sembra così lontano e distante che sembra di raccontare la storia di qualcun altro... Però è la nostra, unica e irripetibile. Perciò impariamo dagli errori ed esperienze del passato, custodiamole e portiamole sempre nel nostro presente.

Qui e ora.

Prima regola del pellegrino: quando trovi da magnà, magna!

Ci abbiamo riso un sacco su questa frase ma è l'essenza del cammino e della vita. Non sai tra quanto troverai un bar aperto, non sai se avrai fame tra 5 minuti o mezz'ora, intanto magna e goditi la vita.

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