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Venerdì, 19 Aprile 2024
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I due frati di Arezzo testimoni del Perdono di Assisi

Il mondo cattolico di tutto il mondo vive oggi una grande festa per la celebrazione del Perdono d’Assisi, la grande indulgenza plenaria della Porziuncola (la piccola chiesa situata all’interno della Basilica di santa Maria degli Angeli ad Assisi)...

Il mondo cattolico di tutto il mondo vive oggi una grande festa per la celebrazione del Perdono d’Assisi, la grande indulgenza plenaria della Porziuncola (la piccola chiesa situata all’interno della Basilica di santa Maria degli Angeli ad Assisi) concessa da papa Onorio III a san Francesco il 2 agosto 1216.

Una festa particolarmente amata e vissuta anche dalla Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, sia per la grande presenza francescana nel proprio territorio (primo fra tutti il Santuario de La Verna, oltre a varie comunità maschili e femminili rappresentanti la Famiglia francescana) che per la testimonianza diretta di fra’ Benedetto d’Arezzo e fra’ Rainiero di Mariano d’Arezzo in merito a questo dono ricevuto dal poverello d’Assisi.

La tradizione

La tradizione, secondo le fonti francescane, vuole che, in una notte del 1216, san Francesco era immerso nella preghiera presso la Porziuncola di Assisi, quando improvvisamente la piccola chiesa fu irradiata da una luce vivissima ed egli vide sopra l’altare Gesù e sua Madre, circondati da una moltitudine di Angeli. Gesù parlò a Francesco chiedendogli di esprimere un desiderio per la salvezza delle anime.

La risposta di Francesco fu immediata: “Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. “Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande - gli rispose il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”. Francesco – raccontano ancora le fonti – l’indomani mattina si mise subito in cammino per Perugia, dove si trovava papa Onorio III, eletto da poco al soglio pontificio. A quei tempi era uso che l’indulgenza plenaria, ovvero la remissione di ogni peccato, potesse essere concessa solo a seguito della cessione di un obolo o di un grande pellegrinaggio di massa. San Francesco chiese invece, ottenendola, una formula diversa con un’unica restrizione: che l’indulgenza valesse solo per una giornata. Alla domanda del papa: “Francesco, per quanti anni vuoi questa indulgenza?”, il santo rispose: “Padre santo, non domando anni, ma anime!”. E, felice, il 2 agosto 1216, assieme a sette Vescovi dell’Umbria, annunciò al popolo convenuto alla Porziuncola: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!” . Il pensiero del vescovo di Arezzo “La nostra Diocesi ricorda con particolare devozione il Perdono d’Assisi – sottolinea l’arcivescovo Riccardo Fontana – sia per il grande legame con i Padri del Sacro Monte de La Verna sia perché proprio due frati di Arezzo, fra’ Benedetto e fra’ Rainiero di Mariano d’Arezzo, il 31 ottobre 1216 resero testimonianza diretta di quanto avvenuto tra san Francesco e papa Onorio III, attestando di aver udito da fra’ Masseo, che aveva accompagnato a Perugia san Francesco, la narrazione della concessione dell’Indulgenza”.

“L’aspetto religioso più importante del Perdono d’Assisi – continua S.E. monsignor Fontana – risiede nella grande utilità spirituale per i fedeli, stimolati, per goderne i benefici, al sacramento della confessione e della comunione eucaristica. Confessione, preceduta ed accompagnata dalla contrizione per i peccati compiuti e dall’impegno ad emendarsi dal proprio peccato per avvicinarsi sempre più al livello di vita evangelica vissuto da san Francesco e santa Chiara, stato di vita iniziato per entrambi alla Porziuncola”. “Quindi – conclude mons. Fontana – l’evento del Perdono della Porziuncola deve intendersi come una manifestazione della misericordia infinita di Dio e un segno della passione apostolica di Francesco d’Assisi: un evento che può costituire anche per tutti noi un prezioso viatico per prepararci a vivere degnamente il grande Giubileo della Misericordia che il Santo Padre aprirà ufficialmente il prossimo 8 dicembre”.

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